Economia

Anche le banche a sostegno dell'export vitivinicolo

Unicredit investe in meeting business to business per i propri clienti. Coinvolte 130 cantine che incontreranno buyer russi e polacchi

11 giugno 2011 | R. T.

Unicredit ha dato ufficialmente il via a "100 Imprese - WinEast", iniziativa in collaborazione con Ice (Istituto Commercio Estero), Informest Consulting e col patrocinio del ministero dello Sviluppo Economico.

Le aziende vitivinicole italiane coinvolte sono 128, differenti per dimensione, tipo e area di produzione, provenienti per la massima parte dal Veneto. Gli imprenditori che hanno aderito all'iniziativa avranno la possibilità di incontrare un gruppo di 20 buyer provenienti dalla Russia e dalla Polonia, con oltre 600 incontri business to business.

Il mercato russo ha segnato importazioni che hanno superato il miliardo di dollari, quando fino al 2003 erano sotto i 300 milioni di dollari.

Le aziende avranno inoltre la possibilità di incontrare un team di esperti UniCredit operanti nelle banche del Gruppo dei paesi dell'Europa Centro Orientale, oltre ai consulenti e professionisti dello Studio Legale Brunello&Partner di Treviso e dello Studio Gazzani di Verona, ottenendo così una consulenza «integrata» sugli aspetti di natura economica, merceologica, fiscale e legislativa dei due paesi target, oltre ad un supporto concreto alle attività di export grazie anche alle strutture estere di UniCredit che mettono al servizio delle imprese italiane l'esperienza ed i servizi della propria rete commerciale, presente con 1.030 sportelli in Polonia con Bank Pekao (seconda banca del Paese) e 123 in Russia con UniCredit Bank Zao (terza banca privata del Paese).

"La verità - puntualizza Gabriele Piccini, Country chairman Italia di Unicredit - è che adesso è arrivato il momento di sfruttare a favore del sistema Italia la rete di banche commerciali che abbiamo in quell'area e che, detto per inciso, ci stanno dando grosse soddisfazioni.

In Russia e in Polonia - sostiene Piccini - ci saranno altri 5 milioni di nuovi ricchi entro il 2015. E il made in Italy è considerato uno status symbol e il vino italiano rientra a pieno titolo nel concetto di saper vivere che il nostro paese può e deve vendere dove la ripresa c'è."

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