Ambiente
Orti botanici e giardini storici italiani, una risorsa da valorizzare
Le numerose collezioni di piante custodite negli orti botanici italiani, spesso universitari, offrono una straordinaria panoramica sugli organismi fotosintetici e sul loro ruolo nel rendere possibile e piacevole la vita sulla Terra
01 giugno 2021 | C. S.
Il gruppo “Orti botanici e giardini storici” della Società Botanica Italiana, attivo dal 1969 e impegnato nel coordinamento di queste istituzioni a livello nazionale, apre il dialogo con il pubblico attraverso due nuovi canali social e presenta l’iniziativa “Un Orto al mese”.
“Quest’anno abbiamo scelto di aprirci al pubblico più giovane e a nuove forme di comunicazione con l’attivazione di due nuovi canali social e con la progettazione di un’iniziativa in cui il patrimonio dei nostri orti botanici possa essere raccontato anche a un pubblico non specialista. Un racconto affidato alle voci di chi realmente, ogni giorno, con ruoli diversi e diverse professionalità lavora negli orti botanici e degli orti si prende cura” dichiara il professore dell'Università di Pisa Gianni Bedini, coordinatore del gruppo.
“Le numerose collezioni di piante custodite negli orti botanici italiani offrono una straordinaria panoramica sugli organismi fotosintetici e sul loro insostituibile ruolo nel rendere possibile e piacevole la vita sulla Terra. Negli orti botanici si è appresa la vita segreta delle piante, con i loro vizi e le loro virtù. Crediamo che la nostra esperienza e le nostre conoscenze possano portare un contributo alla soluzione dei problemi ambientali del pianeta, rispetto ai quali si è sviluppata una forte sensibilità nel pubblico, soprattutto nelle nuove generazioni.”
Orto botanico di Pisa
Fondato nel 1543 dal naturalista, medico e botanico Luca Ghini (1490-1556) si tratta del primo orto botanico universitario del mondo.
Costruito originariamente sulle rive del fiume Arno, fu trasferito nell’attuale sede nel 1591 e poi ampliato progressivamente fino all’attuale estensione di circa due ettari. Ospita piante dei cinque continenti: le succulente dei deserti africani e americani; le piante aromatiche della macchia mediterranea; le specie delle paludi toscane; numerosi alberi secolari e tante altre.
Orto botanico di Padova
L’Orto botanico dell’Università di Padova, fondato nel 1545, è il più antico orto botanico universitario al mondo ad aver conservato la propria sede e il proprio assetto originari. Da sempre luogo di ricerca, cultura e didattica, dal 1997 è Patrimonio Mondiale Unesco.
Nel 2014 è stato ampliato con l’inaugurazione del Giardino della biodiversità: cinque grandi serre e un percorso espositivo dedicato ai rapporti tra piante, uomo e ambiente. Oggi conta più di 3500 specie: da non perdere sono la “Palma di Goethe”, la pianta più antica dell’Orto (1585), lo splendido platano orientale (1680) e il ginkgo (1750) da cui prende il nome uno dei “quarti” in cui è diviso l’Orto antico. Attivo sul fronte della ricerca, della divulgazione, della cultura e della didattica, nel 2019 l’Orto botanico di Padova ha registrato 180.000 visitatori da tutto il mondo.
Orto botanico di Bergamo “Lorenzo Rota”
L’Orto Botanico è un’entità museale scientifica, culturale, educativa del Comune di Bergamo. La sezione storica di Città Alta (1972), è organizzata in aiuole tematiche in larga misura dedicate alla flora autoctona, ma rappresentative anche della flora italiana e di altri continenti. Da maggio 2015 l'Orto Botanico si è arricchito di una nuova sezione ad Astino, la Valle della Biodiversità, dedicata alle piante alimentari, con oltre 1.200 varietà dall'Italia e dal mondo.
“L’Orto Botanico di Bergamo è un'interfaccia tra Regno delle Piante e Uomo che educa e conserva allo scopo di armonizzarne il rapporto.” Questa mission lo identifica come luogo di incontro e di dialogo, come spazio di relazione e di trasmissione dei saperi, al servizio della società e aperto al pubblico. Le attività prioritarie sono l'esposizione, la conservazione, l'incremento e lo studio del patrimonio botanico, l'educazione, l'interpretazione e la diffusione della conoscenza attraverso modalità innovative ed efficaci, il coinvolgimento costante e lo sviluppo di attività per la partecipazione attiva di pubblici diversi. Negli ultimi anni è stata potenziata la funzione di museo di relazione: l'Orto Botanico si rivolge a nuovi pubblici e promuove la coesione e l'inclusione sociale.
Orto botanico di Chanousia
La Chanousia, un museo vivente a 2170 m di altitudine, è uno dei giardini botanici alpini più antichi d’Europa.
Fondato nel 1897, fu ideato dall’abate Pierre Chanoux già molti anni prima per proteggere “i gioielli della flora alpina”.
Il giardino si sviluppa su un ettaro di terreno, e ha come fine quello di raccogliere, preservare e far conoscere tutte le specie presenti nell’arco alpino, oltre a un buon numero di piante provenienti da altre catene montuose come Himalaya, Caucaso, Pirenei, ecc.
Tra le 1000 specie presenti si possono osservare numerose piante officinali (Genepi, Arnica, Genziana, Achillea, Rabarbaro, Timo, Assenzio, ecc.), piante carnivore (Pinguicola) e specie rarissime come l’Erba storna di Thomas presente nel mondo solamente in Italia (Valle d’Aosta, Val di Susa) e in Algeria.
Qui si possono ammirare fiori meravigliosi come la Stella alpina, il Giglio martagone, la Regina delle Alpi, ma anche i resti del giardino storico ottocentesco e un piccolo museo che documenta la storia e la vita di Chanousia.
Orto botanico Giardini Hanbury
I Giardini Botanici Hanbury sono stati creati da Sir Thomas Hanbury nel 1867 a Ventimiglia (La Mortola), per acclimatare piante provenienti da diversi paesi a clima subtropicale e temperato caldo. Grazie alla collaborazione con una rete internazionale di scienziati - botanici, agronomi e paesaggisti - è stato creato un grandioso attrattore culturale che non ha eguali in Europa dal punto di vista sia botanico, con oltre 4000 specie ornamentali, officinali e da frutto, sia paesaggistico, grazie alla felice armonia compositiva tra elementi architettonici e naturali.
Orto Botanico di Cagliari
L'Orto Botanico dell'Università degli Studi di Cagliari, il cui acronimo è HBK (Hortus Botanicus Karalitanus), fu fondato nel 1866 da Patrizio Gennari. Unico Orto Botanico della Sardegna, nasce come arboreto per l'acclimatazione delle specie tropicali, ma si caratterizza oggi anche per la presenza di una consistente componente floristica mediterranea.
L'Orto è ubicato nel cuore della città di Cagliari, si estende per poco più di 5 ettari lungo la Valle di Palabanda, tra la Villa di Tigellio a valle e l'Anfiteatro Romano a monte. E’ un museo a cielo aperto, esempio di connessione di bene culturale storico-archeologico, naturalistico e scientifico. Oltre alle numerose collezioni ospita anche vestigia archeologiche di diverse epoche quali il pozzo a noria, la vasca trifoglio, la grotta Gennari, la Cava romana e tre suggestive cisterne romane a forma di bottiglia. All’interno dell'Orto Botanico si trovano la Banca del Germoplasma della Sardegna (BG-SAR), il Centro di Conservazione della Biodiversità (CCB) e il Museo Botanico Karalitano (MBK).
Arboreto di Arco
L’Arboreto di Arco è situato al margine settentrionale del Lago di Garda e ricomprende parte del preesistente parco della villa dell’arciduca Alberto d’Asburgo, creato attorno al 1870 quando l’Alto Garda era la riviera dell’Impero austroungarico e una rinomata località per il turismo invernale (Winterkurort). Il parco si caratterizza come giardino d’inverno, con oltre 200 specie di alberi e arbusti sempreverdi prevalentemente originari del continente Americano, del Mediterraneo e del sud-est asiatico. Tra gli altri spiccano una sequoia sempreverde di 50 m di altezza, un maestoso avocado, molti cipressi e conifere americane, agrumi e altri alberi insoliti e vetusti.
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