Ambiente

Cambia la Cop, siamo alla numero 24, ma le emissioni non si riducono

I disastri ambientali e gli allarmi degli scienziati non sono bastati a scardinare gli interessi particolari dei singoli paesi. Proposte di obiettivi più ambiziosi ma anche rischi di perdere vari paesi dall’accordo hanno limitato alla fine i risultati utili dell’evento

11 gennaio 2019 | Marcello Ortenzi

La Cop24, chiusa il 15 dicembre a Katowice in Polonia dai delegati di quasi duecento paesi, ha chiuso l’accordo al ribasso anche dopo aver superato il tempo previsto per le trattative. Benché il recente rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) che raccomanda la necessità di contenere l’incremento della temperatura del pianeta a 1,5°C, non si è fatto un accordo più coraggioso. Gli Stati Uniti pur partecipando all’accordo continuano, per bocca del presidente Trump, a minacciarne l’uscita. E’ rimasto scontento chi avrebbe voluto inserire una clausola che aprisse al mercato globale dei certificati di riduzione delle emissioni, a causa della forte opposizione del Brasile. Il paese sud americano ha ritirato la disponibilità a ospitare la conferenza dell’anno venturo, sotto l’impulso del nuovo presidente, che in fatto di cambiamenti climatici sembra già fare buona compagnia al presidente statunitense. Poi ci si è messa la Turchia, che non voleva essere classificata tra i paesi sviluppati, ma tra quelli in via di sviluppo. Comunque ci si è accordati su un complesso sistema di regole unitario che detterà come i paesi devono misurare e registrare le proprie emissioni e i relativi obiettivi in base agli impegni assunti nel 2015 a Parigi (mantenimento dell’aumento medio della temperatura mondiale di sotto ai 2°C rispetto ai livelli preindustriali, con l’obiettivo di limitarlo a 1,5°C). I Paesi che non invieranno i loro report nei tempi stabiliti saranno sottoposti a inchiesta. Queste regole elimineranno la precedente distinzione tra paesi sviluppati e in via di sviluppo. Inoltre, le nuovo linee guida prevedono una maggiore prevedibilità e trasparenza dei flussi finanziari dopo il 2020: i donatori dei paesi in via di sviluppo si sono impegnati ad aumentare le garanzie finanziarie per sostenere la sfida climatica mentre i riceventi forniranno informazioni più dettagliate sui fondi necessari e su quelli ricevuti.

Resta la domanda chiave relativa al fatto se i paesi stiano facendo abbastanza per ridurre le loro emissioni, alla luce del recente rapporto dell’Ipcc, è stata semplicemente depennata dal dibattito per manca di volontà politica. Oggi, gli allarmi sempre più frequenti, i disastri ambientali, il carico di morti e danni che questi eventi hanno comportato, tutti fatti ormai attribuiti al cambiamento climatico, non sono stati invece sufficienti a modificare il previsto esito della conferenza Onu sul clima di Katowice. Del resto con un presidente degli USA che denigra ogni volta il cambiamento climatico come bufala e sostiene come il nostro pianeta si stia invece congelando. Per l’’Ipcc si potrebbe ancora restare sotto il più 1,4°C ma richiede una riduzione immediata e progressiva delle emissioni a livello globale. Il prossimo appuntamento nel 2019 è a Santiago del Cile per la Cop 25 con la responsabilità di guidare e avanzare verso un miglior controllo del cambiamento climatico e del riscaldamento globale dei paesi partecipanti.

Potrebbero interessarti

Ambiente

Angurie, meloni e pesche con prezzi in calo per combattere l'afa estiva

Per l'anguria con listini all'ingrosso scesa del 4%. Nonostante le gelate primaverili, sono in produzione le ciliegie pugliesi, della varietà Ferrovia, con una qualità in miglioramento grazie al caldo

17 giugno 2025 | 09:00

Ambiente

Alberi Monumentali d'Italia, cresce il numero delle piante tutelate

Le specie più numerose sono la roverella e il faggio. Le Regioni con il maggiore numero di alberi monumentali sono il Friuli Venezia Giulia, la Lombardia e la Sardegna

10 giugno 2025 | 09:00

Ambiente

Il lupo in Europa è ora meno protetto

La maggioranza al Parlamento Europeo ha sostenuto le richieste delle comunità rurali e per questo dal 2022 la Commissione ha avviato un processo per ridurre il grado di protezione dei lupi

21 maggio 2025 | 09:00 | Marcello Ortenzi

Ambiente

Il vino italiano primo per produzione e secondo per quota di mercato

Bene i distretti del vino italiani, che nel complesso crescono del 4% tendenziale, in particolare il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, i Vini dei Colli Fiorentini e senesi e i Vini del veronese

07 aprile 2025 | 15:00

Ambiente

Nel Mediterraneo piogge stabili dalla fine dell’Ottocento, ma in futuro è prevista una diminuzione

Un team di ricercatori di cui fa parte l’Università Statale di Milano ha tracciato l’evoluzione delle precipitazioni nel Mediterraneo a partire dalla fine del diciannovesimo secolo, prevedendo una diminuzione nel XXI secolo

22 marzo 2025 | 12:00

Ambiente

I cambiamenti climatici e l'impatto sulle nuove generazioni

I contributi e le opinioni di qualificati analisti sui problemi ambientali, pone l’attenzione soprattutto sulle possibili alterazioni della Corrente del Golfo, che potrebbero avere conseguenze, seppur meno gravi che altrove, anche sul Mediterraneo

23 febbraio 2025 | 09:00