Mondo Enoico
BASTA DEMONIZZARE IL CONSUMO DEL VINO. PERCHE' SI VOGLIONO IGNORARE GLI EFFETTI BENEFICI SULLA SALUTE? COSA C'E' DIETRO?
L'Organizzazione mondiale della sanità, ovvero l'Oms, vuol mettere a pregiudizio una civiltà del bere fondata sul vino? Ma le evidenze scientifiche a favore della salubrità del "bere moderato" perché vengono puntualmente ignorate? Lo abbiamo chiesto a Francesco Orlandi, il quale ci svela alcune questioni che i mezzi di comunicazione ignorano. Esiste per esempio il rischio di dover risarcire i morti per abuso d'alcool?
15 maggio 2004 | Luigi Caricato
Francesco Orlandi, professore di gastroenterologia presso lâUniversità politecnica delle Marche di Ancona, nonché membro del gruppo di lavoro âVino e saluteâ,  intitolato alla memoria di Umberto Pallotta nellâambito dellâAccademia italiana della vite e del vino, è uno tra i più apprezzati studiosi della materia. Lo abbiamo ascoltato riguardo ad alcune recenti polemiche relative alla decisione dellâOrganizzazione mondiale della Sanità di promuovere una indiscriminata campagna internazionale contro gli abusi di alcool.
âLâOms contro il vinoâ, è il minaccioso titolo che lâinserto âSaluteâ del âCorriere della Seraâ ha pubblicato lo scorso 18 aprile. Si tratta della solita esagerazione o bisogna allarmarsi e muovere una ferma opposizione?
Professor Orlandi, lâOms si sta attivando per lanciare una campagna contro lâabuso di bevande alcoliche, vino compreso, da quanto peraltro si evince dalle informazioni rese per mezzo stampa. Viene sottolineata in particolare la scarsa efficacia di un concetto, quella del âbere poco fa beneâ. Eâ legittima secondo lei la richiesta dellâOms di far adottare delle misure forti per limitare indiscriminatamente il consumo di alcool, senza distinzione tra vino e superalcolici?
Nei suoi documenti originali lâOrganizzazione mondiale della sanità non fa menzione del vino, come non fa menzione della dieta mediterranea.. I documenti sono misurati per le centinaia di Paesi, quindi pensando per esempio ai musulmani, per i quali il consumo di alcolici assume una visione del tutto differente dalla nostra. Nei documenti Oms si parla dellâabuso di alcool come causa di un danno sociale non indifferente.
Ecco, però i media italiani hanno cavalcato lâallarme facendo riferimento anche al vino, sostenendo che per gli esperti internazionali il concetto di âbere moderatoâ sia da ritenersi intrinsecamente ambiguo, favorendo  di conseguenza gli eccessiâ¦
Ho visto, sì. Ci sono stati titoli sbagliati. âBasta poco vino per star maleâ, per esempioâ¦
Ma è per faciloneria che ciò è accaduto o per strumentalizzazione?
Diciamo che câè, a livello internazionale, una tendenza a trascurare tutto ciò châè peculiare del vino, con gli effetti salutistici che ne derivano. Come addirittura avviene per la dieta mediterranea, châè invece in grande auge nei Paesi anglosassoni proprio in relazione ai vantaggi salutistici a essa correlati. Câè una intesa nellâindicare quaranta grammi per lâuomo adulto e sano, come quantità massima; e venti grammi per la donna. Sono più di trentâanni di studi che hanno fatto approdare a tale indicazione. Oggi si è notato che nella Organizzazione mondiale della sanità, a Ginevra, vi è la tendenza a mettere alla pari il fumo e lâalcool. Lei sa che si sbaglia sin dalla prima sigaretta e non a partire dalla seconda. In verità, nel caso specifico del vino per esempio, il âbere moderatoâ è da considerarsi un vantaggio per la salute. Nei documenti che sono finora usciti, quelli classici dellâOms, câè lâevidenza scientifica del vantaggio dellâalcool in piccole quantità, ovvero del mezzo litro di vino per lâuomo e del quartino per la donna. Durante i pasti, naturalmente, noi raccomandiamo di bere. Invece adesso câè una tendenza, che ancora non si registra nei documenti ufficiali, che vuol far intendere che si sbaglia già a partire dal primo grammo di alcool. Ciò però sarebbe contro lâevidenza scientifica, consolidata in quarantâanni di indagini accurate compiute in Francia, in Grecia, in Italia, negli Stati Uniti, in Inghilterra e altrove. Eâ questo semmai lâatteggiamento che emerge da qualche tempo a questa parte e che lei appunto definisce âuna campagna contro lâalcoolâ. Poi i quotidiani e i settimanali cavalcano ciò un poâ impropriamente. Diciamo che lâevidenza scientifica, anche nei documenti della Oms, riconosce che il âbere moderatoâ in certi contesti ha un effetto protettivo contro le malattie cardiovascolari 
e altre patologie; però sostiene che la popolazione non è matura per una raccomandazione al âbere moderatoâ. LâOms nei suoi documenti si rivolge però anche a Bagdad e per quei Paesi che sono mususlmani. Noi invece dobbiamo considerare che la popolazione italiana sia abbastanza matura per ricevere il messaggio del âbere moderatoâ, proprio perché è in grado di coglierlo perfettamente. 
In un suo articolo per âil Corriere vinicoloâ lei ha scritto che nel rapporto Oms  del 2003, sullâalimentazione nella prevenzione delle malattie croniche, ânelle voci bibliografiche, sembra che sia stato passato il bianchetto sulle maggiori ricerche mediche favorevoliâ. Quindi câè evidentemente qualcuno che non vuole dare il giusto risalto al valore del vino sul piano salutistico?
Sì, è una paura che induce alla reticenza. Câè una eccessiva prudenza da parte di alcuni, nonostante lâevidenza scientifica inconfutabile. Certo, possiamo capirlo, a livello internazionale, forse è un atteggiamento che dobbiamo accettare; ma a livello italiano la cosa cambia, tanto è vero che i documenti nostrani mettono in risalto gli effetti  benefici del âbere moderatoâ e soprattutto del vino, perché in Italia la civiltà del bere è legata al vino prevalentemente. Sono due livelli distinti. Câè qualcuno che prende un documento Oms, realizzato a Ginevra per i cinque continenti, e lo trasferisce acriticamente nella realtà italiana; in altri documenti invece, è il caso delle âLinee guida per lâalimetazioneâ, realizzato dal nostro Ministero per le Politiche agricole,  in cui viene citato lâeffetto benefico del vino attraverso il âbere moderatoâ, seguendo le evidenze scientifiche e non delle semplici opinioni. Purtroppo ci sono sempre due mondi, da una parte i colpevolisti, dallâaltra gli innocentisti; ma non deve essere così, il dato scientifico va rispettato.
Ecco, lâOms rispetta le evidenze scientifiche?
Le riconosce, ma ritiene che la popolazione generale, a cui fa riferimento, non sia matura per un messaggio del genere. A me sembra un poââ¦
Esagerato?
In unâepoca in cui con Internet un bambino può scaricare tutte le informazioni possibili e immaginabili, tale censura, tale prudenza⦠Bisogna aggiungere che a pieno onore del nostro Ministero delle Politiche agricole, tale messaggio si corregge tale messaggio di Ginevra.
Per concludere, visto che le compagnie del tabacco hanno dovuto subire pesanti condanne per cause intentate dai parenti di gente defunta per danni alla salute derivanti dallâeccessivo consumo di sigarette, tale rischio può anche riguardare le aziende che commercializzano alcolici?
Lei sa che tutto in questo mondo è possibile. Ciò può essere applicato ad altri i componenti dellâalimentazione. Anche gli stessi spaghetti possono essere per un diabetico causa di problemi. Non ci sono limiti a tali tipi di rivendicazioni. Il rischio câè, ma il buon esempio viene dallâempirismo americano. Negli Stati Uniti e in Canada hanno messo sulle bottiglie, in etichetta, indicazioni riguardanti la gravidanza e la guida di automezzi. La raccomandazione è di evitare di bere in queste due situazioni, che sono le più critiche in effetti. Va evitato anche il primo grammo di alcool. 
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