Mondo Enoico

Un nuovo format per una guida ai vini che punti anche all’etica

Da Ais Lombardia l’esempio di “Viniplus”, per il rilancio delle produzioni d’eccellenza all'insegna della triade "sano, buono ed equo". Soddisfatto Luca Bandirali: la strada da percorrere punta a una qualità senza “se” e senza “ma”

29 novembre 2008 | Luigi Caricato

Luca Bandirali è Presidente di Ais Lombardia (link esterno), la storica associazione di sommelier che raccoglie ben 32 mila associati in tutta Italia, un vero esercito di appassionati cultori e comunicatori del vino.



Lo abbiamo incontrato per almeno due ragioni. Sia perché rappresenta una figura di punta dell’associazione lombarda, dove risultano tesserati 5 mila sommeliers, sia perché è l’ideatore di uno strumento nuovo di veicolazione della vitivinicoltura di qualità, “Viniplus”: link esterno

E’ evidente che di fronte alle solite guide, buone solo per far clamore, ci vogliano ben altri strumenti e sollecitazioni. In “Viniplus” noi ci abbiamo creduto sin dall’inizio, non fosse altro per aver visto e sperimentato in prima persona l’evoluzione di questa guida-concorso, e poi anche perché abbiamo a suo tempo apportato qualche utile indicazione al suo delinearsi.

Ancora una nuova puntata a favore della cultura del vino...
Sì, un altro passo è stato compiuto, e sono, con tutta franchezza, molto soddisfatto dei risultati finora conseguiti. Al di là di “Viniplus”, e dunque del lavoro portato avanti da Ais Lombardia, in generale è tutto il progetto legato all’Associazioni italiana sommeliers, in questi 43 anni di vita dell’organizzazione, ad aver saputo puntare esclusivamente alla qualità della cultura enoica. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. La nostra associazione va oltre l’atteggiamento di puro servizio nei ristoranti o negli eventi, ma si sta indirizzando già da tempo sul difficile fronte della comunicazione, facendo cultura in prima persona, creando stimoli nuovi. E in questo senso il mio impegno con “Viniplus” è un chiaro esempio di una progettualità in divenire.

L’ho sentita argomentare di vino anche nella prestigiosa sede dell’Università Cattolica a Milano, di recente...
Sì, in occasione della presentazione ufficiale del Master sul Marketing del Vino e del Territorio. Lì ho focalizzato alcuni punti chiave del ruolo del sommelier. Oggi tale figura è centrale nel mondo del vino, riveste un ruolo di primattore, non meno importante di altri protagonisti che il vino lo fanno. Il sommelier ha assunto le vesti del comunicatore, non è più solamente il mescitore.

I tempi mutano - si evolvono inarrestabilmente - e mutano con essi anche i compiti assegnati ai sommeliers...
Proprio così. Se penso agli antichi Romani, quando esisteva la figura del moderator, mi viene da sorridere per la soddisfazione. Di strada ne è stata fatta. All’epoca il cosiddetto moderator era il precursore dell’attuale sommelier, che aveva tra l’altro il compito di gestire la distribuzione del vino nei vari conviti. Sovraintendeva, in particolare, al lavoro dei coppieri nel servire i vini.

E oggi invece redigete “Viniplus”, indirizzando in qualche modo il consumatore verso le aziende e le loro produzioni di eccellenza...
Non solo, il nostro compito con “Viniplus” è di garantire concretamente i vini e le aziende segnalate. Noi assegniamo alle produzioni vinicole lombarde un premio che si basa su un concorso che vede per protagonisti i degustatori professionisti Ais, con tutta una serie di parametri che non sono il frutto del caso, ma di un preciso disegno operativo che è stato studiato da anni e perfezionato di volta in volta. L’obiettivo è di individuare, riconoscere e segnalare non solo i vini, ma anche le aziende. Il tutto secondo la triade di riferimento ch’è data dalla triade “sano, buono ed equo”.

E’ un impegno oneroso..
Non me lo ricordi. E’ una grande scommessa, ma i risultati premiano. L’impegno è tanto, ma alla fine vengono premiati gli sforzi e le risorse investite. Io, da presidente di Ais Lombardia, ho la responsabilità di fare qualcosa di concreto a favore di una sana cultura del vino, non posso fermarmi sull’onda magica delle mode, un’onda passeggera che poi non lascia alla fine nulla di concreto. Ho la responsabilità di fare il mio dovere prestando attenzione a ciò che scorgo e intravedo nel settore produttivo, sforzandomi di andare al di là del già visto e sentito. Può sembrare facile, ma, mi creda, non lo è. Il nostro proposito, per ora ben riuscito, è di dare un sostegno forte nel promuovere e premiare l’enologia di qualità, quella, per intenderci, rispettosa dell’etica produttiva.

Ciò che mi ha sorpreso nelle dichiarazioni rilasciate nel suo intervento in università Cattolica, è quando ha parlato di valorizzazione dei nostri giacimenti agroalimentari “auspicando un percorso sempre più virtuoso”.... Insomma, l’etica paga?
La domanda lascia con il fiato sospeso. L’etica paga sempre, ma di solito a distanza, non subito. Non si possono attendere risultati immediati. Il tutto e subito funziona solo con chi ha voglia speculare, ma la strada da percorrere è un’altra: la qualità senza “se” e senza “ma”. In università Cattolica dissi che vini italiani hanno successo nel mondo proprio in ragione della capacità di alcuni valorosi e intraprendenti imprenditori nel puntare alla qualità vera, e non solo a quella da far percepire come tale a prima vista. Da qui lo sforzo di “Viniplus”, che premia da una parte i bravi produttori, e dall’altra soddisfa invece le esigenze, sempre più manifeste, dei consumatori.

Dunque “Viniplus” permette di far luce - seppure solo a livello regionale, per ora - sulle produzioni virtuose...
Esatto, è così. L’edizione 2009, in particolare, è confluita in 360 pagine di guida, con la bellezza di 167 cantine lombarde segnalate e 508 vini recensiti. Una guida che ha sua buona diffusione, se si considerano le 10mila copie in cui si può consultare una vera e propria classificazione di vini contrassegnati rispettivamente con il simbolo della Regione Lombardia, da una a quattro rose camune.

E come avviene il tutto, come si è delineato questo complesso lavoro?
In estrema sintesi: le “rose camune” della qualità vengono assegnate in relazione al punteggio determinato da 70 degustatori Ais coinvolti in panel da 7 componenti, i quali nel corso di quattro giornate hanno degustato, nelle medesime condizioni, e suddivisi per tipologia e in rigorosa forma anonima, ben 553 vini tra spumanti, bianchi, rosati, rossi e vini da dessert, compilando oltre 4 mila schede di valutazione secondo il metodo Ais.

Il bello di questa guida è che non finisce qui, ma è proiettata in divenire...
Sì, si tratta di una formula che non si conclude mai, sempre aperta. E spiego perché. I vini presenti in “Viniplus” proseguiranno il loro itinerario nel concorso che li porterà all’attribuzione degli ambìti taste-vin. E tra l’altro, quest’anno, c’è una novità assoluta. I vini presenti in “Viniplus” saranno degustati e giudicati anche da una commissione internazionale, di autorevole spessore professionistico. E mi riferisco a nomi come Michèle Shah, Jane Hunt, Thomas Ilkjaer, Timo Jokinen.

Insomma, “Viniplus” sta crescendo. Sarebbe utile esportare questo format in altre regioni...
La Lombardia è una regione in cui la sperimentazione di questo nuovo approccio al vino sta offrendo dei buoni risultati. Il progetto "Viniplus" culminerà, come ho precisato, con l’assegnazione dei taste-vin d’oro, d’argento e di bronzo ai tre migliori vini della Lombardia e del premio speciale “Sano”, attribuito alla cantina che meglio riassume la filosofia della qualità complessiva sposandola con l'etica produttiva aziendale, durante il tradizionale Gran Galà di premiazione che si svolgerà a Roma, nella prestigiosa cornice dell’Hotel Cavalieri Hilton, il prossimo 24 marzo 2009. Per il resto, vedremo cosa verrà fuori. Noi di Ais Lombardia siamo ottimisti.

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