Mondo Enoico
Cresce l'export vitivinicolo nazionale nel 2022 a 8 miliardi
Si torna ai livelli pre Covid con le vendite di vino italiano. Ritorno ai livelli del 2019 anche nel settore Horeca ma nel 2023 presa l'incertezza della crisi internazionale e dell'aumento dei costi di produzione
18 gennaio 2023 | T N
Apparentemente non poteva andare meglio il 2022 per il vino italiano, con un export a 8 miliardi di euro (+12%) superando i livelli pre Covid, secondo i dati del IX Forum Wine Monitor.
In realtà i risultati nono sono solo frutto della bravura dei nostri viticoltori ma del contesto internazionale. Infatti anche la Francia è risultata in crescita, arrivando così a 12,5 miliardi di export vinicolo, mentre la Spagna, terzo esportatore mondiale, ha avuto un aumento di circa il 6%, raggiungendo i 3 miliardi di euro.
I dati negativi, che fanno preoccupare gli operatori, ci sono se andiamo a scavare appena sotto la superficie.
Nella Grande Distribuzione sono in calo sia le vendite in volume (-6,4%) sia in valore (-1,8%). Una flessione che ha riguardato anche l’ecommerce e i vini bilogici, che è stata compensata dal canale horeca: le stime indicano un ritorno ai livelli del 2019 con un +46,6% sul 2021.
Parlando di rallentamento economico, un focus di approfondimento del Forum di Nomisma ha riguardato la Germania, secondo mercato per valore dell’export di vino italiano. “Se è vero, come era presumibile, che i tedeschi ridurranno i consumi di vino a seguito dell’incerta congiuntura economica, è anche vero che questi riguarderanno soprattutto i consumi fuori-casa e toccheranno meno i vini bio e sostenibili” ha spiegato in merito Emanuele Di Faustino, Senior Project Manager Wine Monitor di Nomisma, sottolineando che “anche per quanto riguarda l’origine, saranno soprattutto i francesi a pagare pegno, mentre quelli italiani dovrebbero soffrire meno, al pari dei vini locali”.
A giudizio di Denis Pantini, responsabile ‘Wine Monitor’ di Nomisma, “è indubbio come sul trend dell’export e delle vendite nel canale Gdo in Italia abbiano pesato diversi fattori come l’inflazione, il cambio euro-dollaro e il rallentamento economico, ma gli stessi andamenti sottendono anche uno spostamento nei consumi del periodo estivo e di inizio autunno verso il fuori-casa, trainati altresì dalla ripresa del turismo dopo gli anni più critici della pandemia”.
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