Mondo Enoico 14/05/2021

Inversione di tendenza per le vendite di vino nazionale

Inversione di tendenza per le vendite di vino nazionale

Finalmente diminuiscono significativamente le giacenze di vino nazionale. Leggera la riduzione degli stock dei vini a denominazione. Per i vini generici le scorte 2021 rimangono superiori ai livelli 2020


La rilevazione di aprile registra una giacenza totale di vini e mosti pari a 57,8 mln di ettolitri appena superiore di 350 mila hl rispetto allo scorso anno (28 aprile 2020).

Più precisamente, le giacenze di vini Dop sono inferiori dello 0,6% rispetto allo scorso anno; i vini Igp registrano un surplus del 4,5%; i vini varietali segnano un deficit dello 0,7%; i vini generici un leggero surplus del 2,7%; le giacenze totali di vini sono di poco superiori allo scorso anno con un più 1,5%; i mosti segnano un meno 6,5%; il vino nuovo ancora in fermentazione meno 30,5%.

Rispetto alla precedente rilevazione (31 marzo 2021), i dati contenuti nei registri telematici segnano una riduzione delle scorte pari a 3,8 mln di hl di vini e mosti in linea con il trend delle uscite mensili, anche se va ricordato che questi dati registrano gli spostamenti e non le vendite di vino.

Confrontando la rilevazione di aprile 2021 (aprile 2021 su aprile 2020) con quella di marzo 2021 (marzo 2021 su marzo 2020), i dati mostrano qualche primo timido segnale di ripresa: il surplus delle giacenze totali (vini e mosti) nella rilevazione di marzo aveva fatto registrato un più 1,5 mln di hl ovvero scorte superiori del 2,5% rispetto allo scorso anno (31 marzo 2021 su 31 marzo 2020) mentre nella rilevazione di aprile (30 aprile 2021 su 28 aprile 2020) il surplus è di appena 350 mila hl. Anche il surplus di vini in giacenza rispetto allo scorso anno si riduce passando da un più 3,6% registrato ad un più contenuto più 1,5% che emerge nella rilevazione di aprile 2021.

Sulle voci vini Dop e vini Igp la rilevazione di aprile segna – sempre su base annua - una leggera riduzione delle scorte con i vini Dop che passano da un surplus registrato lo scorso mese dell’1,8% ad un meno 0,6% riscontrato nella rilevazione di aprile e i vini Igp che rimangono in surplus ma che riducono le scorte in eccesso da un più 6,4% ad un più contenuto più 4,5%. Anche per i varietali la rilevazione di aprile si dimostra decisamente migliore rispetto a quella del mese scorso perché passano da un surplus del 4,3% registrato a marzo ad un meno 0,7% di aprile; per i generici le scorte 2021 rimangono superiori ai livelli 2020, ma si riducono passando da un surplus del 4,4% registrato a marzo ad un più contenuto più 2,7% di aprile.

Il quadro complessivo che emerge dai dati Cantina Italia comincia a delineare un’inversione di rotta che deve però trovare conferma nelle prossime rilevazioni. Questo, tuttavia, non deve fare abbassare la guardia sulle problematiche che invece continuano a contrassegnare l’attività delle imprese del settore, come la mancanza di liquidità, che spinge alcuni operatori a rivedere al ribasso le quotazioni dei prodotti per poter rientrare prima di risorse finanziarie importanti per il proseguimento delle attività.

Il consumo domestico di vino

Secondo le rilevazioni dell’Istat aggiornate al 2019 il 54% degli italiani bevono vino, anche sporadicamente. Per dare un riferimento, si può dire che il 50% degli italiani bevono birra e il 46% altre bevande alcoliche. Gli uomini bevono più delle donne: beve il 65,8% dei maschi contro il 43,4% del genere femminile. La fascia d’età più rappresentata, come si vede nel grafico in alto, è quella 60-64 anni: dichiarano di bere abitualmente l’80,3%. Il consumo abituale di vino, però, continua a calare. Solo il 18% della popolazione italiana (un terzo di quelli che consumano vino) dichiara di bere vino tutti i giorni.

Però, continua a crescere il consumo di vino tra le donne. Secondo le ultime rilevazioni il 43% delle donne beve vino in Italia, contro il 38% del 2014 e il 41% del 2009. Da circa 10 anni il consumo al Nord è più alto di 7-8 punti percentuali. E tendenzialmente aumenta quando si alza anche il Pil pro-capite di un’area.

di T N