Mondo Enoico

IL 2003 E’ STATA UN’ANNATA DAI MILLE VOLTI PER L'AMARONE, IL PRINCIPE DEI VINI VENETI

Caldo e siccità. E' così che la vendemmia 2003 si è contraddistinta per l’elevata alcolicità, la bassa acidità totale e un buon estratto secco netto. Si tratta di vini di grande concentrazione, polposi, con tannini che in alcuni casi devono essere domati dal tempo e dal legno

03 marzo 2007 | C. S.

Le annate siccitose non sono probabilmente un fenomeno così raro come spesso si è portati a pensare, anche se indubbiamente quella del 2003 è stata una stagione piuttosto particolare.
Sicuramente una vendemmia dai mille volti, dove ogni singolo appezzamento, ogni vigneto ha reagito in modo particolare alla situazione climatica che ha dovuto affrontare: il clima (grafico 1) è una chiave di lettura estremamente importante per determinare le caratteristiche delle uve, di cui sono artefici la piovosità, la radiazione e la temperatura e infine il terroir.

Il quadro agronomico
Rispetto alla vendemmia 2002, contraddistinta da basse temperature e da un lungo periodo di pioggia, si è verificata un’inversione di tendenza e le caratteristiche di grande eccezionalità delle condizioni climatico - ambientali del 2003 hanno così prodotto uve perfettamente sane e mature. Il mese di marzo scorre all’insegna della siccità, presentando fin da subito le caratteristiche della successiva stagione vegetativa, e già questo mese influenza le fasi vegetative della vite, determinando un anticipo del germogliamento di una decina di giorni.
Dal 5 maggio si apre una fase di bel tempo contraddistinta da un forte aumento delle temperature, con punte massime che in alcuni casi superano i 30° C, risultando molto superiori alla media per una settimana. Ciò ha favorito lo sviluppo vegetativo della vite, incrementando l'anticipo delle fasi fenologiche.
Appena dopo la metà del mese di maggio si è già in fase di fioritura, in condizioni di alte temperature. Si verificano aborti fiorali con conseguente formazione di grappoli spargoli, condizione ideale per le uve destinate all'appassimento.
Il mese di giugno si caratterizza per il perdurare della siccità che colpisce quasi tutta la Valpolicella; alla fine del mese vigneti su terreni ghiaiosi e nelle aree collinari più esposte al sole evidenziano i primi sintomi di stress idrico.
In questa situazione la natura geologica dei terreni è stata importante per reagire al clima torrido: la maggior parte dei terreni ha una matrice argillosa che mantiene una buona capacità idrica nel suolo riducendo così lo stress idrico del vigneto.

Raccolta
La raccolta è iniziata con eccezionale anticipo il 9 settembre con la selezione delle uve per Recioto e Amarone ed è durata circa 20 giorni in condizioni di tempo caldo e ventilato. Il monitoraggio preventivo della maturazione delle uve condotto annualmente dal Consorzio Tutela Vini Valpolicella ha evidenziato che già ai primi di settembre si riscontravano gli indici di una maturazione completa. Le elevate temperature hanno, da una parte portato ad un grande accumulo di zuccheri e dall’altra alla respirazione degli acidi del mosto. Alcuni vigneti giovani hanno sofferto le elevate temperature e l’insolazione, interrompendo la maturazione fenolica delle uve. Le varietà dell’uvaggio Valpolicella più tardive e che necessitano di un maggior gradiente termico quali la Corvina e il Corvinone, sono riuscite ad esprimersi al meglio sia in termini di accumulo zuccherino che di equilibrio acidico, che nei confronti del profilo polifenolico e aromatico.

L’appassimento delle uve
Le uve già raccolte con un parziale appassimento in pianta hanno trovato nei mesi di settembre e ottobre le condizioni ideali per la loro conservazione senza alcun attacco di botrite manifesta; grazie ai mesi di novembre e dicembre freddi e asciutti non si è reso necessario l’ausilio dei sistemi assistiti per l’appassimento.

Pigiatura e fermentazione delle uve
Le elevate concentrazioni zuccherine di partenza e il favorevole periodo di appassimento hanno reso necessario l’anticipo del periodo di pigiatura al 1° di dicembre. Le uve al termine dell’appassimento si presentavano di ottima sanità e con un grado zuccherino che sfiorava il valore eccezionale di 300 grammi/litro. Questi valori zuccherini hanno senza dubbio favorito la produzione del grande vino dolce della Valpolicella, il «Recioto», che necessita normalmente di una maggiore concentrazione. Le fermentazioni dell’Amarone, seppure molto lente a causa dell’elevata alcolicità raggiunta, sono giunte a termine con successo lasciando spesso qualche grammo di zucchero residuo ben fuso nel vino.

Affinamento dell’Amarone
Dopo la svinatura, l’Amarone è stato posto in affinamento e in questa fase si sono evidenziati comportamenti diversi a seconda dell’origine del vigneto. I vini ottenuti da siti sottoposti ad alta insolazione e con un leggero stress idrico hanno espresso una grande alcolicità ma un colore meno vivace e stabile, mentre i vini ottenuti nelle zone più fresche e dove il terroir ha maggiore personalità e forza hanno saputo conservare integra la matrice fenolica, evolvendo il quadro aromatico verso una grande complessità.

Quadro analitico ed organolettico
Gli Amaroni della vendemmia 2003, si caratterizzano analiticamente per l’elevata alcolicità, la bassa acidità totale, il pH leggermente elevato e un buon estratto secco netto. Si tratta perciò di vini di grande concentrazione, polposi, con tannini che in alcuni casi devono essere domati dal tempo e dal legno. Il quadro olfattivo mette in risalto le note dolci e calde di frutta passa assieme ad uno sviluppo degli aromi terziari complessi ed eleganti.
Un’annata senza dubbio da conservare nel tempo, che impressiona già ora, ma che potrà esprimersi al meglio e dare il massimo fra qualche anno.


Autori degli studi: Paolo Fiorini (Agronomo) e Daniele Accordino (Enologo)


Nota: si ringrazia Clementina Palese per la preziosa collaborazione

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