Mondo Enoico

OTTIME POSSIBILITÀ PER IL SYRAH IN ITALIA

E' un vitigno rinomato e di incerta origine. Forse proviene da Siracusa. O forse dall'antica Persia. Presenta caratteri agronomici interessanti, insieme a eccellenti risultati in cantina. Il vino è abbastanza alcolico e tannico, corposo

20 dicembre 2003 | Lorenzo Brugali

Sempre più spesso si sente parlare di internalizzazione dei vitigni che vengono messi a dimora dai nostri agricoltori. Fino a qualche decennio fa nei vigneti di ogni regione italiana, venivano messi a dimora i vitigni tipici, autoctoni di quel medesimo areale di produzione. Già dai primi anni ottanta, anche in Italia è possibile mettere a dimora barbatelle che “non parlano italiano” ovvero vitigni internazionali, per lo più francesi, che arricchiscono, secondo gli enologi, i nostri vini magari carenti o di colore e struttura o per mitigare determinati gusti apprezzati sempre più dal consumatore e che hanno dato inizio a quei vini, oramai famosi, di nuova concezione.
I viticoltori in generale, ai fini della messa a dimora delle barbatelle erano partiti con vitigni quali merlot, cabernet sauvignon, cabernet franc, considerati miglioratori per poi arrivare scoprire altri vitigni internazionali di altro pregio che, a mio avviso, in determinati areali di produzione possono surrogare o integrare le caratteristiche di quelli sopra detti.
Abbiamo tutti insieme scoperto un vitigno estremamente importante e significativo: il Syrah

Generalità
Le origini di questo vitigno sono contrastanti, alcuni ritengono che sia di provenienza Medio Orientale, dalla città della Persia Schiraz; altri sostengono che sia originario della zona di Siracusa.
Diffuso in Francia, nella valle del Rodano, e molto coltivato in Australia, California e Sud Africa. In Italia è presente a partire dalla metà del 1800.

Caratteristiche ampelografiche
Foglia medio-grande, pentagonale, tri o pentalobata - grappolo medio, cilindrico allungato, talvolta alato, semispargolo - acino medio o piccolo, ovale, buccia pruinosa di colore blu.



Maturazione
Media

Vigoria
Buona

Caratteristiche del vino
Se ne ricava un vino dal colore rubino con forti riflessi violacei, grande concentrazione antocianica, abbastanza alcolico e tannico, robusto di corpo.

Alcune considerazioni
Per fare considerazioni più specifiche e per smorzare uno certo tono accademico vorrei prendere in considerazione un biennio di produzione proprio del Syrah in una zona vitivinicola “giovane” come la Val di Cornia ubicata in Provincia di Livorno nel comprensorio della Costa degli Etruschi.
Il vigneto preso in considerazione è coltivato nel Comune di Suvereto in Loc. Casalappi ed ha un sesto d’impianto di m. 2,5 (interfila) x m. 0,80 (sulla fila ) con una densità di piantagione pari a 5000 piante ad ettaro.
Le caratteristiche pedologiche del terreno sono di medio impasto tendenzialmente argilloso con poco scheletro presente.
La zona è caratterizzata da una piovosità media di 700 mm anche se gli andamenti climatici delle ultime due annate agrarie sono stati eccezionali sia a causa di un'annata estremamente piovosa, il 2002, sia per un 2003 estremamente siccitoso, soprattutto nel periodo estivo.
Il clone messo a dimora nel 1999 è il 174 e il portainnesto è il 420 A.
La forma di allevamento del suddetto impianto è a controspalliera a cordone speronato e la potatura secca prevede quattro speroni come punti fruttiferi per ogni ceppo in maniera tale da mantenere il carico di produzione intorno ad 1 Kg di uva/pianta.
Siamo di fronte ad un vitigno che, con bassa produzione, mantiene a livelli elevati i risultati in termini agronomici ed enologici.
Volendo fare un confronto tra le due annate prese in considerazione, posso affermare che il Syrah è un vitigno che reagisce bene alle annate estremamente piovose, assente il marciume nel grappolo e, con adeguate cimature, la chioma risulta facilmente gestibile relativamente alle femminelle germogliate dopo il taglio dell’apice principale.
I risultati positivi vengono coronati in cantina, con le analisi di laboratorio sui mosti prima e sui vini dopo. L'estratto secco netto espresso in grammi/litro i valori oscillava in annate piovose, tra i 32 e i 35 gr/litro.
Un carico polifenolico elevato in termini di esame visivo espresso dal colore rosso intenso-cupo violaceo, quasi fosforescente.
All’esame olfattivo la massima espressione dei frutti rossi di sottobosco e note balsamiche di liquirizia.
Nel corso dell’ultima annata agraria, in presenza di una stagione secca, arida con assenza di pioggie se non nelle ultime fasi di vendemmia, il Syrah ha reagito abbastanza bene in termini agronomici mentre ha dato sempre risultati eccellenti in termini enologici.
La pianta ha vissuto un periodo di carenza idrica non indifferente tanto da giustificare un intervento di diradamento dei grappoli per cercare di limitare al massimo lo stress fisiologico.
Questo fenomeno spiccato, secondo me, è da attribuire ad un scarso sviluppo dell’apparato radicale delle piante in quanto essendo un impianto giovane, i singoli apparati radicali non hanno ancora esplorato gli strati più profondi del terreno coltivato e quindi risentono al massimo dei “capricci” climatici.
In laboratorio, ancora risultati eccellenti in termini di estratto secco netto che ha sfiorato i 35 gr/litro e di polifenoli totali posizionati a livelli alti della scala graduata.
Con la mia modesta esperienza in campo posso affermare che il Syrah è un vitigno internazionale di grande pregio e valore purchè coltivato a bassa produzione per pianta per cercare di cogliere al massimo i caratteri per i quali viene distinto dagli altri vitigni ovvero colore, polifenoli totali, estratto secco e aromi primari.
Sono attenzioni che ogni viticoltore dovrebbe avere per vinificare al meglio questo vitigno che credo farà parlare di sè, sempre più in maniera significativa, anche nel prossimo futuro.

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