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CRISI? PAUSA DI RIFLESSIONE? INTANTO IL PERIODO DI VALIDITA’ DEI DIRITTI DI REIMPIANTO VIENE ESTESO SEMPRE PIU’

Non si tratta più di casi isolati. Sempre più regioni, ultimo il Lazio, scelgono di dare ai viticoltori un po’ più di tempo per capire le dinamiche di mercato oppure per vendere le quote, che sono ormai disponibili in gran copia

20 gennaio 2007 | Ernesto Vania

Se la crisi del settore vitivinicolo si misurasse anche sulla base della disponibilità dei diritti di reimpianto sul mercato?
E’ un fatto che i prezzi per ottenere le quote sono scesi vertiginosamente negli ultimi anni, segno evidente che diminuisce la voglia di vigneto.
Per molti protagonisti del settore vitivinicolo si tratta semplicemente di una pausa di riflessione, dopo l’euforia, e le conseguenti scelte sbagliate, che hanno contraddistinto gli anni 1990. In certe aree, inoltre, fare viticoltura non conviene più così tanto, i prezzi delle uve sono scesi e si riflette sul futuro.
Mentre quindi i ritmi di estirpazione sono quelli consueti non altrettanto si può affermare per i reimpianti, così il vigneto Italia segna una battuta d’arresto.
Per fortuna molte amministrazioni hanno capito questo stato di empasse del settore e sono prontamente intervenute, allungando il periodo di validità dei diritti di reimpianto.

Ultima, in ordine di tempo, la regione Lazio che ha esteso da 5 a 8 gli anni in cui un agricoltore, titolare dei diritti, può reimpiantare un nuovo vigneto.
“Una decisione importante – ha commentato l’assessore all’agricoltura Valentini – che consentirà ai produttori di valutare meglio le proprie scelte aziendali e alla Regione di programmare sul lungo periodo gli interventi nel settore. Un ulteriore passo in avanti nello sviluppo del settore vitivinicolo che già lo scorso anno ha visto la messa a bando di 500 ettari di diritti di nuovi impianti della Riserva regionale, molti dei quali destinati a titolo gratuito ai giovani, e la firma con Unioncamere di un accordo innovativo per la tutela del nostro patrimonio vitivinicolo”.

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