Mondo Enoico 03/08/2018

Vendemmia in crescita ma attenzione alle patologie fungine

Ismea stima la produzione vinicola della prossima vendemmia in un range tra i 46 e i 49 milioni di ettolitri. Anche in Francia si prospetta una vendemmia decisamente superiore alla precedente con volumi stimati nella forbice 46-48 milioni di ettolitri


Nel 2017 l’Italia ha mantenuto il primato produttivo mondiale. Nonostante un’annata particolarmente difficile, caratterizzata da eventi climatici avversi, i 42,5 milioni di ettolitri hanno permesso all’Italia di posizionarsi comunque sopra i principali competitor. Infatti, anche per Francia e Spagna, il 2017 sarà ricordato come un anno di scarsa produzione. La vendemmia francese ha portato nelle cantine 36 milioni di ettolitri di vino (-21%), mentre la Spagna si è fermata a 35,5 milioni di ettolitri (-18%). Nel complesso la Ue, secondo i dati della Commissione, ha prodotto 143,8 milioni di ettolitri, il 15% in meno rispetto all’anno precedente e questo non poteva che avere effetti negativi anche nell’intera produzione mondiale che si è attestata a 250 milioni di ettolitri, il 9% in meno sul 2016. In Italia, secondo i dati Agea, la riduzione si è distribuita un po’ in tutte le regioni anche se la conta dei danni da siccità è stata maggiore nelle regioni del Centro Italia e in Sicilia, mentre Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige hanno contenuto le perdite.

Con riferimento all’imminente nuova campagna, pur essendo ancora presto per azzardare previsioni numeriche si può ragionevolmente stimare una produzione superiore a quella dello scorso anno, sebbene in alcune aree l’incremento non sarà sufficiente a riportare i volumi su livelli medi che, a livello nazionale, sfiorano i 48 milioni di ettolitri. Azzardando una forbice entro la quale potrebbe posizionarsi – sia pure con tutte le cautele del caso – la produzione vinicola della prossima vendemmia si può indicare un range tra i 46 e i 49 milioni di ettolitri. Anche in Francia si prospetta una vendemmia decisamente superiore alla precedente con volumi stimati nella forbice 46-48 milioni di ettolitri. Analoga la situazione in Spagna, dove si attende un’ottima annata senza però la definizione di elementi quantitativi.

In Italia lo sviluppo dei vigneti, iniziato sotto i migliori auspici, è stato condizionato da un clima bizzarro che ha alternato gelate, piogge e umidità. Il risultato finale sia sul fronte quantitativo che qualitativo comunque dipenderà, come prassi, dalle prossime settimane e cioè dal periodo subito prima della vendemmia. La regolare maturazione delle uve, infatti, è condizione necessaria non solo per i volumi ma anche per il raggiungimento del giusto sviluppo del grado zuccherino e quadro acido e aromatico. Un minimo comune denominatore rispetto all’attuale stato vegetativo è l’estrema attenzione che i produttori stanno ponendo al monitoraggio dei vigneti e questo sarà l'anno in cui la capacità del viticoltore farà la differenza sul risultato finale. Le frequenti piogge e un clima particolarmente umido rappresentano, infatti, terreno fertile per lo sviluppo di malattie della vite, tra tutte la peronospora e l’oidio. Si è verificata in più parti la difficoltà di entrare nei terreni con mezzi meccanici e i trattamenti anticrittogamici si sono dovuti somministrare manualmente. Prima ancora, con l’inizio dello sviluppo vegetativo, in alcune regioni era ricorso alla potatura verde e ad altre operazioni di gestione della chioma. Di certo, la cura dei vigneti effettuata in questo modo ha aumentato i costi di produzione.

In Piemonte, lo sviluppo vegetativo della vite ha avuto un andamento anomalo. La cacciata ha registrato un ritardo di 20-25 giorni rispetto al periodo abituale, a causa del freddo primaverile. Nel periodo da fine aprile a inizio giugno si sono contati ben 27 giorni di pioggia. Il mese di giugno, con giornate calde e luminose, ha fatto segnare un recupero vegetativo eccezionale. Il maltempo, inoltre, ha causato difficoltà e rallentamenti nei lavori al vigneto, dalla potatura verde alla spollonatura, alla gestione del vigneto. A questo si sono aggiunte anche alcune grandinate di forte intensità: il 5 luglio nel sud Astigiano e Alessandrino, con danni su Barbera e Moscato.

In Friuli Venezia Giulia la stagione vitivinicola è iniziata con leggero ritardo ma nel migliore dei modi, con una buona cacciata ed è proseguita senza problemi sino alla fioritura, leggermente anticipata rispetto alla media, ma nel complesso ottima. Il tempo stabile, già con temperature estive, rilevato nella prima metà di giugno ha contribuito ad una buona/ottima allegagione. La conseguenza è stata una prima indicazione produttiva più consistente nella quantità, ma il clima estivo insolitamente fresco dovrebbe riportare la maturazione delle uve nei tempi considerati normali. Inoltre, i “soliti” temporali estivi che si sono susseguiti dalla seconda metà di giugno in poi hanno inevitabilmente portato a qualche grandinata che ha colpito a macchia di leopardo il territorio regionale senza, tuttavia, arrecare gravi danni alle vigne. Da rilevare una sola grandinata estesa verificatasi lo scorso 8 luglio nelle zone della Doc Collio e Isonzo. Comunque questo evento non dovrebbe influire sulla qualità delle uve che avranno tutto il tempo per cicatrizzare le ferite. Visto il clima incerto ma favorevole – con l’alternanza di sole e pioggia – c’era qualche apprensione per lo stato sanitario delle uve. Alta, quindi, l’allerta dei viticoltori, anche se attualmente tutto risulta sotto controllo. Ad oggi si può parlare di vendemmia più abbondante rispetto allo scorso anno con una qualità decisamente ottima.

In Veneto i vigneti sembrano godere di un buono stato di salute. Alcuni danni sono stati causati da sporadiche grandinate e la piovosità intermittente ha disturbato la regolare somministrazione dei trattamenti. Le piogge stanno condizionando lo sviluppo vegetativo e anche in regione saranno fondamentali le settimane prima della vendemmia per avere idee più precise sia sull’entità dei volumi che sulla qualità.

In Trentino Alto Adige l’andamento stagionale è stato finora molto favorevole: il germogliamento è stato uniforme ed è iniziato con 15 giorni di ritardo rispetto allo scorso anno, tuttavia grazie alle temperature di aprile e maggio il ritardo è stato totalmente recuperato e quindi si prevede un inizio vendemmia precoce come nel 2017. Si inizierà infatti con le uve base spumante subito dopo ferragosto. Il germogliamento uniforme, la fioritura e l’allegagione avvenute in condizioni ideali hanno determinato una buona carica produttiva su tutte le varietà. Si prevede quindi una vendemmia caratterizzata da una buona quantità, leggermente superiore alla media degli ultimi 5 anni e superiore del 10-20 % rispetto allo scorso anno.

In Emilia Romagna l’inverno piovoso aveva permesso una cacciata abbondante. Pochi danni da gelate con una fioritura regolare e abbondante crescita della vegetazione che aveva indotto i produttori a diversi interventi di potatura verde per gestire la chioma. Gli attacchi di peronospora in Romagna sono stati ben controllati anche se con numerosi trattamenti. In Emila, invece, attacchi di peronospora hanno causato danni che si sono aggiunti a quelli da grandine. In questo momento l’uva si presenta, comunque, molto bella e in regola con il calendario di maturazione. A livello di malattie, la pressione della peronospora è stata abbastanza elevata, mentre l’oidio non ha dato problemi. Sull’aspetto qualitativo è ancora presto per fare dei bilanci, ma le premesse sono ottime.

La situazione in Toscana ha risentito molto delle condizioni climatiche della primavera e dell’inizio estate. Le ripetute piogge e la forte umidità hanno creato condizioni ottimali per lo sviluppo di peronospora e oidio. Anche se ben controllate dai trattamenti, ad oggi, in alcune aree, si riscontrano danni alla produzione difficili da quantificare. Si prevede tuttavia un deciso aumento rispetto al 2017, anche se sulla vendemmia 2018 incideranno i problemi causati lo scorso anno sia dalle gelate e dalla siccità.

In Abruzzo si prospettano volumi superiori allo scorso anno ma con condizioni fitosanitarie non ottimali a causa di un clima poco favorevole e di piogge persistenti che, in alcune zone, hanno favorito l’insorgere di peronospora e in alcuni casi oidio.

In Puglia, a un inizio promettente hanno fatto seguito le gelate primaverili che hanno colpito duramente le zone della Murgia Barese, mentre la fascia costiera ha risentito meno del problema freddo. Successivamente, il clima umido di inizio estate ha tenuto alta l’attenzione dei produttori per la difesa da oidio e peronospora che ha colpito anche il Salento. In questo areale, dove i trattamenti sono, tradizionalmente meno frequenti, potrebbero esserci significative perdite di produzione. È un’annata anomala in cui il susseguirsi delle piogge non ha permesso di trattare in modo idoneo. Qualche preoccupazione persiste sulla gradazione delle uve che, secondo molti, potrebbero non essere ottimali.

Composita la situazione della Sicilia dove si era ipotizzata una vendemmia eccezionale ma la pioggia prima e il maltempo poi, con la presenza anche di grandinate, ha compromesso localmente quantità e qualità delle uve per l’insorgere di peronospora e oidio. Anche l’eccessiva umidità primaverile aveva richiesto ripetuti trattamenti a base

di C. S.