Mondo Enoico
Temperature roventi e mancanza di pioggia, gli effetti sulla produttività dell’olivo e la qualità dell’olio
Anche lo stress idrico precoce, a luglio, può avere un effetto sulla produttività dell'olivo e persino sulla qualità dell'olio extra vergine d'oliva. La mancanza d'acqua nelle prime fasi di sviluppo del frutto dà un maggior contenuto in polifenoli totali ma minore in olio
15 luglio 2016 | Giovanni Caruso
L’irrigazione in olivicoltura è oramai entrata a far parte a pieno titolo tra le pratiche di gestione dell’oliveto e viene applicata prevalentemente sotto forma di strategie di irrigazione in deficit. Le differenti strategie di deficit idrico si differenziano per l’intensità dello stress idrico e per il momento in cui lo stesso viene imposto.
Attraverso la combinazione dei due fattori è possibile predisporre protocolli irrigui adatti alle diverse condizioni pedoclimatiche in cui si trova l’oliveto da irrigare e agli obiettivi quanti-qualitativi prefissati. L’effetto di un deficit idrico imposto in corrispondenza delle prime fasi di sviluppo del frutto sulle componenti produttive dell’olivo e sulla qualità dell’olio è stato oggetto di due studi condotti in Italia e in Spagna su oliveti intensivi (cv. Frantoio) e ad altissima densità (cv. Arbequina), rispettivamente.
Per quanto riguarda lo studio condotto in Toscana, il confronto è stato effettuato tra la piena restituzione del fabbisogno idrico dell’albero (FI) durante tutto il periodo irriguo (dai 23-28 a 100-103 giorni dopo la piena fioritura, DPF), e due strategie di deficit idrico che prevedevano l’assenza di irrigazione dai 23-28 a 41-60 giorni DPF (DI-1) o tra i 41-60 e i 71-85 giorni DPF (DI-2) e la piena irrigazione per il resto del periodo irriguo.
Nella prova condotta in Spagna la piena irrigazione è stata confrontata con due strategie di deficit idrico severo (circa il 30% del fabbisogno idrico dell’albero) imposti a luglio (DI-J) o ad agosto (DI-A) e un deficit idrico moderato (circa il 50% del fabbisogno idrico dell’albero) imposto nei mesi di luglio e agosto (DI-JA).
Nella sperimentazione condotta in Toscana le produzioni in frutti e in olio, espresse in termini di efficienza produttiva (cioè rapportate alle reali dimensioni degli alberi), non hanno mostrato differenze significative tra le diverse tesi irrigue, mentre se espresse in termini di produzioni ad albero il valori più bassi sono stati osservati nella tesi DI-1.
Anche nelle prove condotte sulla cultivar Arbequina in Spagna sono stati ottenuti dei risultati simili.
Il contenuto in olio nel frutto e la produzione di olio ad albero è stata significativamente maggiore nelle piante pienamente irrigate rispetto agli alberi delle tesi DI-A e DI-JA. Al contrario, gli alberi sottoposti a deficit idrico nel mese di luglio hanno presentato una maggiore percentuale di olio nel frutto e una produzione di olio per albero simile a quella di alberi pienamente irrigati.
In questo caso la restituzione di una percentuale, seppur ridotta (30%), del fabbisogno idrico ha consentito di evitare un decremento produttivo nella tesi DI-J. Dal punto di vista della qualità dell’olio è stato osservato che gli oli ottenuti da olivi (cv. Frantoio) sottoposti ad stress idrico nelle prime fasi di sviluppo del frutto avevano un maggior contenuto in polifenoli totali (136% e 121%) e in orto-difenoli (125% e 128%) rispetto agli oli ottenuti dalle tesi di controllo e DI-2, rispettivamente. Analogamente, gli olivi (cv. Arbequina) che avevano ricevuto il 30% del fabbisogno irriguo nel mese di luglio hanno prodotto oli con maggiori concentrazioni di idrossitirosolo, 3,4 DHPEA-EDA, p-HPEA-EDA, 3,4 DHPEA-EA, polifenoli totali e orto-difenoli.
Polifenoli totali, orto-difenoli e secoiridoidi in oli ottenuti da olivi sottoposti a differenti regimi irrigui (da Gómez-del-Campo and García, 2013).
Entrambi gli studi dimostrano l’importanza del momento di imposizione del deficit idrico in termini di produttività dell’oliveto e qualità dell’olio e le informazioni raccolte possono essere utili proprio alla luce dei cambiamenti climatici in atto. Sempre più frequentemente, infatti, si registrano dei periodi prolungati di siccità nella tarda primavera-inizio estate che si traducono in condizioni di stress idrico per l’olivo durante le prime fasi di sviluppo del frutto che, come descritto precedentemente, rivesto una grande importanza sia dal punto di vista produttivo che qualitativo. Pertanto, se un certo grado di stress idrico in corrispondenza di questa fase può comportare un miglioramento qualitativo dell’olio bisogna evitare che i primi stadi di accrescimento del frutto, legati principalmente al processo di moltiplicazione cellulare, vengano influenzati negativamente con conseguente riduzione del peso fresco del frutto e delle produzioni ad albero.
Bibliografia
Caruso G., Gennai C., Gucci R., Esposto S., Taticchi A., Urbani S. and Servili M. The effect of the timing of water deficit on yield components and oil quality of olive trees. Acta Horticulturae, in press.
Gómez-del-Campo, M. (2013). Summer deficit-irrigation strategies in a hedgerow olive orchard cv. ‘Arbequina’: effect on fruit characteristics and yield. Irrig. Sci. 31:259-269.
Gómez-del-Campo, M., and García, J.M. (2013). Summer deficit-irrigation strategies in a hedgerow olive cv. Arbequina orchard: effect on oil quality. J. Agric. Food Chem. 61, 8899-8905.
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