Mondo Enoico
Scoperta finalmente la causa dei problematici blocchi di fermentazione in cantina
Una genetista dell'Università di Davis ha scoperto che i batteri contenuti nel vino sarebbero capaci di produrre un prione che influenzerebbe il comportamento dei lieviti, pur non modificando il loro genoma, ma facendo preferire altri nutrimenti al posto dello zucchero
05 settembre 2014 | R. T.
E' noto ormai da tempo che i blocchi di fermentazione sono dovuti ad alcuni batteri. E' per questa ragione che vengono utilizzati i solfiti, per ridurre significativamente la popolazione batterica ed evitare così non solo sgradite fermentazioni anomale ama anche blocchi di fermentazione.
Fino ad oggi non era però noto come i batteri fossero in gradi di influenzare i lieviti che venivano, all'apparenza, inibiti dal continuare a consumare lo zucchero presente nel mosto.
Si tratta di un “cortocircuito”, anche noto come repressione del glucosio, che è particolarmente forte proprio nelle specie di lievito Saccharomyces cerevisiae, ovvero quelle più utilizzate in enologia.

Secondo Linda Bisson, che ha coordinato un team di genetisti dell'Università di Davis, il problema starebbe nella comunicazione biochimica tra batteri e lieviti. In particolare i batteri sarebbero in grado di produrre un prione, che avrebbe poi la capacità di riprodursi, che, senza modificare il DNA del lieviti, fa preferire altre fonti di nutrimento anziché lo zucchero.
Si tratta di un trucco evolutivo. I cambiamenti innescati dai prioni consentono al lievito di cambiare la modalità di funzionamento, potendo però mutare di nuovo se le condizioni ambientali lo permettessero.
"La scoperta di questo processo realmente ci dà un indizio su come gli arresti di fermentazione possono essere evitati - ha dichiatato Linda Bisson, professore presso il Dipartimento di Viticoltura ed Enologia - Il nostro obiettivo ora è quello di trovare ceppi di lievito che sostanzialmente ignorano il segnale.”
I ricercatori stanno inoltre analizzando queli ceppi batterici, provenienti dalle uve, siano maggiormente in grado di produrre questi prioni, responsabili dei blocchi di fermentazione.
“In questo modo i viticoltori potranno stare attenti negli uvaggi – ha aggiunto Bisson – evitando di miscelare uve molto contaminate con uve sostanzialmente prive dei batteri indesiderati, così riducendo l'uso di solfiti.”
Secondo i ricercatori questo meccanismo biochimico potrebbe anche migliorare la comprensione delle malattie metaboliche, come il diabete di tipo 2, negli esseri umani.
Potrebbero interessarti
Mondo Enoico
Vino per le Feste natalizie: si beve meno e solo alta qualità
In crescita le bollicine italiane premium, come Franciacorta, Trento e Alta Langa, in calo gli Champagne medio-bassi. Nei fatidici 35 giorni di fine anno in Italia, non supereremo i 90-92 milioni di bottiglie di bollicine stappate. 240 milioni di tappi Made in Italy nel mondo
10 dicembre 2025 | 15:00
Mondo Enoico
Trattamenti fogliari per migliorare le risposte della vite alla siccità, alle alte temperature e alla salinità
Le applicazioni fogliari possono migliorare la tolleranza della vite alla salinità, alla siccità e allo stress termico modulando le risposte fisiologiche e il metabolismo secondario, sostenendo così la stabilità della produzione e la qualità dell'uva
08 dicembre 2025 | 13:00
Mondo Enoico
L'Italia è il più grande produttore mondiale di vino nel 2025
Il mercato mondiale del vino dovrebbe rimanere sostanzialmente equilibrato, poiché la crescita limitata della produzione contribuirà a stabilizzare le scorte in un contesto di indebolimento della domanda e di continue incertezze commerciali
14 novembre 2025 | 10:00
Mondo Enoico
Viticoltura hi-tech: il Politecnico crea vigneti virtuali per i trattori autonomi
Da uno studio pubblicato su AgriEngineering nuove metodologie per simulare e controllare in modo autonomo le operazioni nei vigneti, verso un’agricoltura più efficiente e sostenibile
13 novembre 2025 | 09:00
Mondo Enoico
Le riesportazioni globali di vino valgono circa 4,55 miliardi di euro
Per quanto riguarda Italia e Francia, che sono sia produttori, sia consumatori e soprattutto grandi esportatori di vino, l’Oiv considera e stima percentuali di riesportazione dell’8% (168 milioni di litri) e del 9,6% (133,5 milioni di litri) sui rispettivi volumi di vino esportati.
11 novembre 2025 | 13:00
Mondo Enoico
Vini a bassa gradazione e dealcolati: normative e applicazioni
L’effetto della genetica e della tecnica agronomica nella produzione di vini che nascono “light” già in vigneto, grazie all’utilizzo dei cloni di vite più adatti e con una gestione che contiene il grado zuccherino dell’uva
08 novembre 2025 | 14:00