Mondo Enoico

Il buon vino e la buona musica. Un abbinamento naturale

La relazione tra il nettare di bacco e una melodia è emozionale e molto profonda. Stabilito il nesso si potrebbe persino trovare il modo di spiegare il vino attraverso la musica

07 febbraio 2014 | R. T.

Non è così infrequente imbattersi in articoli che parlino di vino paragonandolo a brani musicali. Un espediente giornalistico, penserà qualcuno. Un modo per catturare l'attenzione.

Solo questo? Una ricerca della Oxford University ha voluto scoprire se si trattava solo di fantasie letterarie e giornalistiche oppure se c'è di più. Se dietro all'accostamento tra vino e musica vi potessero essere delle relazioni, tecnicamente crossmodali, che potessero rivelarsi ripetibili e dunque utilizzabili tra una stessa classe di persone, ovvero i bevitori sociali.

La Oxford University ha condotto la ricerca su 24 persone, a cui sono stati presentati quattro vini diversi, molto caratterizzati per gusto e caratteristiche organolettiche. In questa esperienza si cercati modelli di relazione crossmodale tra vino e musica.

Più complicato il secondo esperimento. A 26 partecipanti sono stati offerti tre vini diversi, rispettivamente con e senza musica, ed è stato chiesto loro di valutare, per ogni singolo test, dolcezza, acidità, livello di alcol, tannicità e gradevolezza generale.

Il primo esperimento ha permesso di comprendere che esistono certamente delle preferenze nell'abbinamento vino-musica. Per esempio il Tchaikovskyâ String Quartet No 1 in re maggiore si è rivelata una musica molto buona per lo Château Margaux 2004. Mozart, Flute Quartet in do maggiore, è risultato essere un buon abbinamento per il vino bianco Pouilly Fuma.
Interessanti anche i risultati del secondo esperimento dove si è rivelato che la sensazione di dolcezza di un vino poteva essere influenzata dalla musica ascoltata, in particolare se il brano veniva ascoltato in silenzio.

Nel loro insieme i risultati dei due esperimenti suggeriscono che i bevitori sociali condividono un certo numero di associazioni crossmodali quando si tratta di abbinamento vini e musica.

Inoltre , l'ascolto della musica classica appropriata può migliorare l'esperienza complessiva associata al degustare un vino.

Dunque avrebbero ragione i giornalisti quando paragonano un vino a una musica.

Ma lo studio potrebbe rivelarsi utile anche la marketing per illustrare, con un linguaggio nuovo, il vino al consumatore. Associare un vino a un brano musicale potrebbe infatti fornire indicazioni all'appassionato sulle sensazioni organolettiche che si potrà aspettare in maniera molto più diretta ed efficace di tante parole scritte.

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