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Oltre i wine kit. Spunta il vino alla cola e quello di palma

Novità, prodotti accattivanti e a basso costo. Dopo i kit per il fai da te, bloccato dall'Interpol in Gran Bretagna, ecco da Francia e India le nuove frontiere per svilire e snaturare il vino

20 luglio 2013 | Ernesto Vania

Vengono presentati in contesti e fiere vitivinicole importanti, come Vinexpo di Bordeaux, oppure si pensa alla loro commercializzazione in grande stile anche all'estero.

Stiamo parlando di prodotti che assomigliano, e magari vengono anche realizzati, a partire dal vino ma che con questo non hanno in realtà nulla a che fare.

Un nuovo modello di business che va oltre la contraffazione e che sfrutta le pieghe delle norme.

Si scopre così, proprio nella settimana in cui l'Italia può festeggiare il sequestro dei wine kit fai da te per produrre in casa dei fac simile a buon mercato dei nostri più prestigiosi vini, che si è andati oltre proponendo bevande a base di vino ma aromatizzate e a basso costo e che la parola vino vorrebbe essere pure associata a una bevanda alcolica ottenuta dalla palma.

Nel primo caso è dalla Francia che arriva il Rouge Sucette, ovvero un vino aromatizzato alla cola. La bevanda è così composta: 75% di vino rosso e il rimanente 25% di acqua, zucchero e aroma di cola. Il prezzo di vendita è di appena 2 euro e 95 centesimi. Economico, dissetante, poco alcolico. Buono per le tasche povere degli europei, alla faccia di storia e tradizioni.

Qual'è lo scandalo? In fondo anche in Italia abbiamo lo spritz, che, nella sua ricetta originale, al posto di Aperol o Campari, prevedeva vino allungato con acqua frizzante. Per non parlare del calimocho (metà vino e metà cola) in Spagna. La differenza sta che questi cocktail non hanno la pretesa di lanciarsi nel tempio del vino per eccellenza: Vinexpo di Bordeaux.

Lanciandosi in tale contesto è chiara l'associazione tra Rouge Sucette e vino, creando un po' di confusione nel consumatore.

Ancor di più può farne, se venisse lanciata in grande stile dall'India, l'ìdea di un vino di palma. Nella regione di Kochi c'è infatti una bevanda alcolica, chiamata toddy, dalle origini abbastanza antiche, essendoci già cronache del 1800 a parlarne.

Si tratta di un liquore, ma gli indiani vorrebbero chiamarlo vino, a base di palma.

Il toddy raggiunge a malapena una gradazione dell'8% e viene prodotto anche artigianalmente. Ci sono più di cinquemila spacci di questa bevanda nello stato di Kochi da cui il governo incassa parecchio grazie alla tassa sugli alcolici, tanto da pensare di farne un modello per esportazione.

Anche in questo caso a favorirne la diffusione potrebbe proprio essere il grando alcolico basso e il prezzo contenuto.

Nuove frontiere di concorrenza si aprono per il vino nel prossimo futuro e non è detto che sia sempre competizione leale.

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