Mondo Enoico

Il Trentino infestato dalla flavescenza dorata della vite

Urgente l'intervento per una malattia che provoca un arrotolamento dei margini delle foglie e un dissecamento dei grappoli

06 luglio 2013 | C. S.

Il problema è regolato da un decreto di lotta obbligatoria che prevede uno o più trattamenti, i quali devono essere effettuati durante questa settimana per le zone di fondovalle e bassa collina, mentre a fine mese per i vigneti di media e alta collina, con Thiamethoxan (Actara) nei vigneti “convenzionali” e con Piretro nei vigneti a conduzione biologica. Le zone dove i trattamenti sono obbligatori sono: Arco, Avio, Brentonico, Bondone, Calavino (zone ricadenti in Valle di Cavedine), Cavedine, Condino, Drena, Dro, Lasino (zone della Valle di Cavedine), Mori, Nago-Torbole, Riva del Garda (esclusa Campi), Storo, Tenno (esclusa alta collina) e tutti i comuni della Valsugana.

Il trattamento è consigliato invece nelle altre zone secondo le indicazioni presenti sui comunicati tecnici di San Michele. Si rammenta che la mancata estirpazione delle piante sintomatiche nei comuni dichiarati zona focolaio dà luogo a sanzioni amministrative.

La malattia: nelle ultime due annate si è particolarmente diffusa raggiungendo zone “indenni”

In Trentino la flavescenza dorata ha fatto registrare nell’annata 2012 una recrudescenza in determinate aree viticole. Questa situazione impone, per quest'anno, un innalzamento del livello di attenzione e una sensibilizzazione di tutti i soggetti interessati (viticoltori professionisti, part- time, hobbisti, cantine sociali, vignaioli, amministrazioni locali, ecc.) su un problema che in altri areali nazionali ed extra nazionali ha causato e sta causando ingenti danni alla viticoltura. In provincia nelle ultime due annate la malattia ha dimostrato la sua reale pericolosità e la sua velocità di diffusione: nel 2012 c’è infatti stato un importante aumento di nuovi casi in zone fino ad ora indenni (Brentonico, Mori e sei comuni della Bassa Valsugana) e una recrudescenza nel comune di Arco con i primi casi di vigneti estirpati perché seriamente colpiti.

Sintomi e danni. Per l’insetto vettore della malattia Scaphoideus titanus, presente nella quasi totalità delle zone viticole provinciali, il monitoraggio 2013 (che ha coinvolto oltre cinquecento vigneti) ha evidenziato una presenza della popolazione su livelli medio-alti. L’agente causale della malattia è un fitoplasma, microrganismo unicellulare che causa disturbi del bilancio ormonale e altera la funzionalità del trasporto della linfa. I sintomi della malattia si presentano con arrotolamento dei margini fogliari verso il basso, alterazione del colore delle foglie, mancata lignificazione dei tralci e disseccamento dei grappoli.

Prevenzione e contenimento: il decreto di lotta obbligatoria. La strategia per prevenirne la diffusione si basa su tre aspetti principali: estirpazione delle piante malate, contenimento delle popolazioni dell’insetto vettore, utilizzo di materiale vegetale sano. Il decreto di lotta obbligatoria stabilisce che nelle zone dichiarate “focolaio” ogni pianta con sintomi sospetti di fitoplasmosi deve essere estirpata, e che tutti i soggetti interessati siano obbligati ad eseguire uno o più trattamenti insetticidi contro il vettore. Nelle zone “indenni” invece, nelle quali la presenza di S. titanus e/o la vicinanza con zone focolaio siano tali da ritenere che possano rappresentare un reale pericolo per la diffusione della malattia, le misure prevedono l’obbligo di uno o più trattamenti contro il vettore e l’estirpo dei vigneti abbandonati.

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