Mondo Enoico
Enzimi in cantina. Utili ma attenti alle controindicazioni
L'efficacia è fortemente legata ad alcuni fattori, occorre tenerne conto prima dell'utilizzo per evitare di avere spiacevoli conseguenze o di spendere soldi infruttuosamente
29 gennaio 2011 | Ernesto Vania
Gli enzimi sono entrati di prepotenza nelle prassi enologiche già da alcuni anni.
I primi enzimi ad essere utilizzati furono sicuramente i pectolitici, ma presto si scoprì che molte altre classi di enzimi potevano essere utili in cantina.
Introdotti abbastanza speditamente, come d'uso quando si parla di vino, e autorizzati dalle normative di vario livello, spesso sono stati forniti senza approfondite âistruzioni per l'usoâ, ovvero senza che ne venissero rilevati, da studi scientifici, le possibili controindicazioni.
Eccovi due esempi.
Lisozima
Il lisozima è un enzima scoperto casualmente da Fleming nel 1921, largamente presente in natura, viene isolato ed estratto industrialmente dal bianco dellâuovo. Il suo impiego è abituale nellâindustria lattiero-casearia ed in enologia. In quest'ultimo settore è di particolare interesse per la capacità di controllare la flora lattica. Una sua somministrazione mirata permette di razionalizzare lâimpiego della anidride solforosa rendendo facile il riavvio di una fermentazione alcolica stentata. Lâuso, infatti, è consigliato sia per ridurre la quantità di anidride solforosa libera ed è utilizzabile sia nei mosti che nei vini.
In base al Reg. CE 2066/2011 la dose massima ammessa è pari a 50 g/hl.
Il trattamento va eseguito prima della chiarifica.
Fin qui l'utilità , ma in base a un'indagine di Michela Azzolini e del team di ricerca del Centro per la Sperimentazione in Viticoltura della Provincia di Verona, vi sono alcuni fattori, in particolare nella vinificazione in rosso, che possono alterare la sensibilità al lisozima nelle varie specie di batteri lattici. Inoltre, l'interazione con i polifenoli condiziona fortemente la sua capacità di controllo delle contaminazioni pre-fermentative.
In particolare è stato riscontrato che l'uso di lisoizima può risultare utile solo allorchè la carica di batteri lattici sia inferiore alla soglia di 10000 ufc/mL, indice evidente che la possibilità i utilizzare questo enzima non consente di astenersi da quelle buone pratiche igenico-sanitarie atte a evitare una proliferazione batterica spontanea.
Anche la composizione della popolazione batterica all'interno del mosto pare fondamentale per l'efficacia del lisozima. Una massiccia presenza di L. plantarum potrebbe ridurre l'efficacia del trattamento. In base all'esperienza del centro veronese, su una microvinificazione in cui la fermentazione alcolica è durata 19 giorni, con una carica microbica di 1000 ufc/mL, il trattamento con lisozima, tra l'altro a una dose quadrupla del consentito, avrebbe ridotto solo del 30% la popolazione microbica composta preminentemente da O. oeni, notoriamente batterio sensibile al lisozima.
Va infine sottolineato che il lisozima, sulla base di due indagini del 2009, potrebbe avere effetti allergenici e quindi l'Unione europea potrebbe inserirlo nell'elenco dei potenziali allergeni, con la possibilità che la sua presenza debba essere indicata in etichetta se l'Ue, al termine delle discussioni in atto, dovesse renderne obbligatoria la comunicazione al consumatore.
Beta glucanasi
Le preparazioni enzimatiche contenenti beta-glucanasi sono utilizzate in modo estensivo in enologia per facilitare la filtrazione dei mosti e dei vini derivati da uve botritizzate e per indurre la cessione di mannoproteine e oligosaccaridi dalle pareti cellulari dei lieviti.
Tuttavia è stato riscontrato, da un team di ricerca dell'Università di Pisa, un possibile effetto inibitorio di alcuni componenti del vino e in particolare dellâetanolo sullâattività p-glucanasi. A questo scopo, è stata testata lâattività cinetica di una preparazione enzimatica commerciale contenente beta-glucanasi utilizzando sia soluzioni modello (soluzione buffer con un pH simile a quello del mosto/vino con o senza 13% di etanolo) sia un vino rosso.
Quando lâetanolo veniva aggiunto alla soluzione modello, sia la costante cinetica k sia la produzione di glucosio avevano una diminuzione di circa il 50% rispetto ai valori rilevati in assenza di etanolo.
Unâulteriore perdita di attività (circa 87%) è stata registrata utilizzando il vino rosso come mezzo di reazione, suggerendo, come già riportato in letteratura, che i fenoli potrebbero agire in modo sinergico con lâetanolo.
I risultati ottenuti danno suggerimenti utili da sfruttare in vinificazione. Per promuovere lâidrolisi di un possibile eccesso di P-glucano proveniente da uve affette da Botritis cinerea, sarebbe più conveniente aggiungere beta-glucanasi prima che un significativo quantitativo di etanolo si accumuli nel mosto/vino, mentre non è possibile evitare lâimpatto negativo dellâetanolo o di altri possibili inibitori (fenoli) per promuovere la degradazione dei lieviti nel vino lasciato sulle fecce.
Potrebbero interessarti
Mondo Enoico
Modelli previsionali a servizio dei viticoltori toscani

Disponibili modelli che vanno dalla stima della fenologia della vite al calcolo di indici di maturazione, dalla stima del rischio di infezioni oidiche o di muffa grigia, a quella della fenologia della tignoletta della vite
19 giugno 2025 | 16:00 | Angelo Bo, Diego Guidotti, Iride Volpi, Massimo Gragnani
Mondo Enoico
46,6 milioni di ettolitri di vino nelle cantine italiane

Nel solo Veneto è presente il 26,1% del vino nazionale. Le prime 20 denominazioni contribuiscono al 57,4% del totale delle giacenze di vini, prevalmentemente rossi, a indicazione geografica
17 giugno 2025 | 16:00
Mondo Enoico
Estati calde e inverni piovosi producono le migliori annate di vino

Il vino di qualità superiore è prodotto in anni con temperature più calde, precipitazioni invernali più elevate e stagioni di crescita più brevi, condizioni che i cambiamenti climatici dovrebbero rendere più frequenti
16 giugno 2025 | 14:00
Mondo Enoico
La logistica in cantina: il successo commerciale con efficace gestione delle scorte e dei canali di vendita

Grazie anche all’integrazione dell’intelligenza artificiale e del MotionMining, si possono ridurre i costi operativi fino al 20% e i trasporti del 15%, migliorando la soddisfazione del cliente e la competitività dell’azienda
05 giugno 2025 | 11:00
Mondo Enoico
Diminuisce lentamente la giacenza di vino italiano in cantina

Il 55,2% del vino detenuto è a denominazione di origine, con leggera prevalenza di vini rossi. Le prime 20 denominazioni contribuiscono al 57,6% del totale delle giacenze di vini a indicazione geografica
20 maggio 2025 | 11:00
Mondo Enoico
Il consumo mondiale di vino torna ai livelli del 1960

Il consumo globale di vino è stimato a 214 milioni di ettolitri. L'inflazione e la scarsa offerta continuano a mantenere i prezzi elevati rispetto agli anni pre-pandemia, quasi il 30% in più
15 maggio 2025 | 15:00