L'arca olearia

Che succede nel mondo dell'impiantistica olearia? Linee e tendenze nell'era della crisi

Frantoi sempre più grandi per stagioni sempre più corte, questo vogliono i grandi gruppi mentre i piccoli imprenditori preferiscono impianti aziendali per aggredire il mercato in un menrcato con prezzi dell’olio al ribasso

06 marzo 2010 | Duccio Morozzo della Rocca

La crisi dei prezzi del settore olio di oliva non incide solo sui produttori ma cambia le esigenze e le dinamiche dell’intera filiera. Siamo oramai in una fase di continua trasformazione del settore e le scelte economiche di molti paesi cambieranno nel prossimo futuro gli equilibri e le leadership mondiali della produzione olearia. Abbiamo chiesto ai rappresentanti di tre importanti aziende costruttrici di impianti oleari un’opinione sulle ultime tendenze del mercato internazionale.

Lucio Cavazzoli, direttore commerciale Pieralisi

- Alla luce della crisi dei prezzi dell’olio di oliva, com’è cambiato l’atteggiamento dei possibili acquirenti di frantoi?
L’effetto della crisi si è manifestato diversamente: c’è una fascia più bassa di clienti (per ciò che riguarda il target di mercato e l’investimento sulla propria immagine) che è destinata ad avere sempre più problemi mentre la fascia alta è stata toccata solo marginalmente.
- Si riferisce a chi ha operato scelte più moderne?
Sto parlando di quelle aziende e quei frantoiani che hanno abbracciato la filosofia della qualità e che perciò hanno scelto frantoi con innovazioni tecnologiche per differenziarsi. Che cercano insomma lo stato dell’arte.
- Quali sono oggi le tendenze generali per quanto riguarda la frangitura?
Noi costruttori abbiamo tutti una spada di Damocle sulla testa. Ogni anno assistiamo alla tendenza di anticipare la raccolta. Nel contempo, la stagione si accorcia sempre di più: prima si raccoglieva in tre mesi oggi tutto si chiude in 50 giorni. Parliamo quindi degli stessi volumi di prodotto da lavorare in pochissimo tempo. Per questo la clientela cerca frantoi con sempre maggiore capacità.
- Quanto si avverte la crisi?
La crisi si sente. L’olio extra vergine sfuso è arrivato sotto ai 2 euro, un limite che in molti paesi rende non conveniente raccogliere. L’Italia è uno di questi paesi. I nostri frantoiani si trovano a competere con paesi come Marocco, Turchia o Siria che hanno manodopera a basso prezzo e macchinari di ultima generazione. Chi non produce olio di qualità elevata entrerà in una competizione impari proprio con queste realtà.
- Quali sono secondo lei i paesi con maggiore potenziale nel prossimo futuro?
Sicuramente quelli dell’area del Magreb, a parte l’Algeria dove sussistono problemi di burocrazia e sistemi bancari. In particolar modo penso al Marocco. Ma ci sono anche altri paesi che hanno operato scelte importanti come per esempio la Croazia che negli ultimi anni ha sviluppato moltissimo l’olivicoltura estraendo oli di alta qualità da varietà autoctone.

Giacomo Costagli, responsabile vendite estero Alfa Laval

- Dottor Costagli, alla luce della crisi dei prezzi dell’olio ha notato cambiamenti significativi nei clienti?
Sicuramente con l’andamento dei prezzi dell’olio in questi ultimi due anni il numero di investimenti si è ridotto. Quello che succede è che spesso i clienti tendono ad ampliare un impianto già esistente sostituendo un decanter o aggiungendo qualche gramola. Questo ha portato ad un incremento del mercato di seconda mano che nel periodo attuale di crisi trova largo spazio.
- Si è dunque ridotto il mercato?
Anche se si è ridotto il volume del mercato”storico”ci sono comunque a livello mondiale un gran numero di progetti legati principalmente all’aumento di superficie olivetata. Sono progetti che anche se possono aver visto dei ritardi si stanno comunque portando avanti. Quello che si è ridotto sono i progetti ex novo, soprattutto per impianti medio-piccoli.
C’è poi un’altra componente da sottolineare. In un momento difficile come questo si sono molto rafforzati i competitor di linee a basso costo.
E anche nei paesi del Magreb e del Medio Oriente dove la crisi sembra non essere arrivata, le linee economiche sono in aumento. Questo vuol dire che i produttori hanno dovuto fare in qualche modo i conti con i prezzi dell’olio.
- Quali sono le richieste più comuni?
Le richieste maggiori le riceviamo per frantoi di grandi dimensioni, anche se la disponibilità a pagare è sempre meno. Quello che servirebbe nel settore della produzione di impianti è qualcosa di realmente innovativo che cambi significativamente le dinamiche del mercato.
- C’è dunque ormai la tendenza a volere grandi impianti per lavorare in poco tempo le olive della stagione.
Si, sta succedendo in Italia come anche nei nuovi grandi progetti internazionali. Penso al Marocco, al Cile o alla Tunisia: con oliveti superintensivi chiedono impianti enormi per frangere in poco tempo grandi quantità di olive con l’obiettivo di ottenere un’ottima qualità ad un buon prezzo.
- Quali sono i paesi che secondo Lei emergeranno nei prossimi anni?
Marocco, Turchia e Siria cambieranno gli equilibri del mercato dell’olio del futuro.

Giorgio Mori, patron di Toscana Enologica Mori

-Ha notato cambiamenti nelle richieste dei suoi clienti?
Cambiamenti ci sono senza dubbio stati. Ho notato che molti clienti hanno cominciato a creare proprie etichette per cercare di spuntare qualche cosa in più sul prezzo. C’è stato quindi un interesse maggiore per frantoi aziendali, sotto i 5 q.li/h, da parte di aziende che producono fino a 200 q.li di olio.
Per i frantoi più grandi le cose si sono invece un po’ bloccate.
- Cosa cerca il vostro cliente? Tecnologia…
Sicuramente la tecnologia. Chi vuole produrre in un certo modo vuole la tecnologia e questo vale soprattutto per i giovani.
- Pensa che alcuni paesi sentano maggiormente la crisi?
Sicuramente si. La crisi è principalmente nei paesi dove c’è molta produzione. I paesi che da poco sono entrati nel business dell’olio di oliva la crisi la vedranno solo tra qualche anno. Penso per esempio alla Francia, dove dopo diversi anni di crescita costante si comincia a fare i conti con i prezzi dell’olio che sono scesi e continueranno sicuramente a scendere…

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