L'arca olearia
Nella promozione dell'extra vergine d'oliva, Spagna batte Italia 16 a 3
Le strategie di marketing e di comunicazione sono molto diverse e ancora una volta il nostro Paese esce con le ossa rotte. Non è solo una questione di soldi ma anche di idee e di compattezza. Purtroppo l'Italia è sempre divisa alla meta...
06 febbraio 2010 | Duccio Morozzo della Rocca
à inutile negare che la Spagna quando decide per un progetto, fa le cose in grande.
Nel pieno della sua crisi dei prezzi, il gigante dellâolio di oliva non molla e rilancia la propria offensiva sul piano della promozione.
E lo fa accedendo allo stesso bando della Comunità Europea per la promozione a cui anche lâItalia ha partecipato con successo. O almeno parte dâItalia.
Obbiettivi del bando europeo: consolidare i vecchi consumatori e acquisirne di nuovi, aumentare i canali di distribuzione, promuovere lâuso del prodotto tra i più giovani, ottenere il supporto degli opinion leader e dei mezzi di comunicazione.
Due Stati, due budget molto differenti, stesse linee guida per la promozione, due idee completamente diverse di attuarla.
Spagna: le linee guida
Nella conferenza stampa di pochi giorni fa, sono state presentate a grandi linee le future iniziative. Ogni paese oggetto di promozione, riceverà un diverso messaggio a seconda degli obiettivi, oltre a strategie studiate ad hoc.
In Spagna, spiega il presidente dellâOrganización Interprofesional del Aceite de Oliva, Pedro Barato, ci focalizzeremo sul âprendersi cura della famigliaâ attraverso una strategia emozionale, modernizzando lâimmagine di un prodotto che ha già profonde radici culturali nel paese.
In Inghilterra, dove il consumo di olio di oliva non è quotidiano, il messaggio sarà associato ad uno stile di vita oltre che a pubblicità e a tour promozionali in tutto il paese.
Per quanto riguarda Belgio, Olanda e Francia, dove lâolio di oliva è visto come âcaro però accessibileâ, la Spagna adotterà lo slogan âUna vita da ricco va bene. Una vita di lusso è meglioâ per associare gli oli di oliva al concetto che la salute non ha prezzo.
Lâobiettivo finale, ha commentato durante la conferenza stampa il rappresentante della Commissione Europea Angel Falder, è che in questi paesi lâolio di oliva diventi parte integrante dellâalimentazione di tutti i giorni, non più un ingrediente speciale per dare un tocco mediterraneo ad un piatto.
Italia: le linee guida
Purtroppo le linee guida italiane, le strategie di marketing per i diversi Paesi, le politiche di comunicazione non sono mai state chiarite.
Le presentazioni che si sono succedute negli anni si sono sempre infatti limitate a pochi dati: quali Paesi sarebbero stati visitati, o meglio a quali Fiere o eventi si sarebbe partecipato.
Mai è mancato il progetto di sensibilizzazione e informazione verso responsabili degli acquisti, gastronomi, cuochi, ristoratori, giornalisti e stampa medica.
Uno schema ripetuto e ripetitivo, sempre uguale a sé stesso da cui ha deviato appena lâUnaprol affermando in un suo comunicato nellâottobre 2009 che lâobiettivo principale della sua campagna 2009-2011 è di incrementare il consumo di olio di oliva extra vergine partendo dalle fasce più giovani della popolazione.
Purtroppo, a parte sapere delle visite in India, Singapore e Florida di delegazioni italiane del Consorzio I.O.O% e dellâinvariabile grande successo per i nostri oli non si sa molto di più.
Uno scontro impari
Sono quasi 17 i milioni di euro messi in campo per la campagna promozionale spagnola e finanziati dallâOrganizzazione Interprofessionale dellâOlio di Oliva al 47%, dallâUnione Europea al 40% e dal Ministero per un 13%.
LâItalia ha portato invece a casa nel 2009 un progetto da 3 mln di euro promosso e finanziato al 50% con fondi Ue, per il 20% dal Mipaaf e per il 30% da Unaprol.
Salta subito allâocchio la differenza di investimento dei 2 progetti di promozione: 16 milioni contro 3 milioni di euro. Una guerra davvero impari. La Spagna ha optato per una operazione massiccia, lâItalia per qualcosa di più soft.
In entrambi i Paesi câè stato comunque un contributo ingente da parte del Ministero nazionale e della UE, a supporto della organizzazione nel ruolo di co-investitore/organizzatore.
Per la Spagna: lâOrganizzazione Interprofessionale dellâOlio di Oliva che rappresenta circa lâ86% dei produttori, il 91% dei trasformatori/confezionatori, il 91 % del commercio interno e il 97% dellâexport.
Per lâItalia: Unaprol che rappresenta 550mila produttori olivicoli rappresentati territorialmente da 71 associazioni provinciali.
Un confronto tra budget e forze in campo che fa impallidire.
Differenza evidente
Sicuramente la partecipazione compatta di tutte le componenti della filiera spagnola ha giovato molto in termini sia di peso politico che economico. Ad essere promosso in questa iniziativa è infatti lâintero sistema olivicolo-oleario del paese. Lâimmagine della Spagna dellâolio tutta vuole uscire rafforzata da questa azione economica congiunta con un messaggio semplice e chiaro: il nostro olio è il migliore e la Spagna è leader di produzione e qualità . Un messaggio moltiplicato per 16 milioni di euro e sostenuto da tutti gli attori della filiera.
Sanno, gli spagnoli, di essere tutti sulla stessa barca e che quindi è meglio remare nella stessa direzione.
Per lâItalia il discorso cambia.
Non il sistema Paese, a presentare e organizzare la promozione è solo lâUnaprol, lâassociazione che rappresenta la maggioranza dei produttori italiani, con lâappoggio del Ministero. Non viene quindi rappresentata la filiera olearia italiana ma solo una parte. Inoltre negli ultimi mesi, dal momento della nascita del Consorzio I.O.O%, tutta lâattenzione e le iniziative promozionali si sono concentrate su questo marchio che si va ad affiancare alle Dop e alle decine di altri marchi e sigle che arricchiscono il panorama italiano. Come dire: sempre divisi alla metaâ¦
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