L'arca olearia

Poche soluzioni nella lotta contro funghi e batteri patogeni dell’olivo

La migliore difesa è la prevenzione. Non vi è infatti scelta per quanto riguarda i principi attivi anticrittogamici utilizzabili in olivicoltura, non dopo le recenti revoche dell’Unione europea

12 settembre 2009 | R. T.

Spesso vengono considerate patologie secondarie o minori rispetto alle più note mosca e tignola.
Negli ultimi anni, complice il cambiamento climatico in atto, da nord a sud le malattie batteriche e fungine iniziano ad assumere contorni più preoccupanti, non solo come riduzione del potenziale fotosintetico ma anche come danni diretti alla produzione.

Lo scorso inverno l’occhio di pavone ha colpito duramente, in particolare nel centro, a causa delle continue piogge che hanno imperversato.
Anche chi ha eseguito il trattamento rameico invernale stato comunque severamente danneggiato. Risulta pertanto di fondamentale importanza, al fine di ridurre il carico patogeno per l’anno venturo, eseguire un trattamento rameico, anche più di uno, in autunno, subito dopo le prime piogge.

Sembrava scomparsa invece la piombatura dell’olivo sta riemergendo, in particolare al sud, per la mancanza di cure colturali agli olivi che vengono lasciati senza potature troppo a lungo.
Se infatti, come stato dimostrato in uno studio di Tombesi e Ruffolo, l’occhio di pavone è ben tollerato dagli olivi, eccezion fatta per le varietà suscettibili, anche in caso di potature leggere, che lasciano una grande massa vegetazionale, così non è per la piombatura che tende a spogliare i rami basali dell’olivo, lasciando qualche ciuffo solo in punta, compromettendo quindi più di un’annata.
E’ quindi bene, a livello preventivo, garantire sempre adeguato ombreggiamento alle piante ed eseguire costantemente i trattamenti rameici, specie nelle aree più umide.

La verticilliosi è una patologia di cui la ricerca si è ampiamente occupata senza tuttavia trovare alcuna soluzione realmente efficace salvo costosi e difficoltosi trattamenti endoterapici.
A livello preventivo si può intervenire tagliando i rami colpiti, portandoli fuori dal campo e bruciandoli e contestualmente disinfettando i tagli di potatura effettuati.
Molto importante, in questo caso, scegliere varietà resistenti o tolleranti, in particolare se ciu si trova in un’area dove sono già stati segnalati attacchi. Infatti la verticilliosi dell’olivo si diffonde facilmente, rendendola una minaccia importante in diverse zone.
Ascolana e Leccino sono considerate molto suscettibili. Coratina e Frantoio tolleranti.

La fumaggine, probabilmente, è la patologia che più colpisce l’immaginario degli olivicoltori neofiti o hobbistici ma, tra quelle presentate, è anche la patologia più innocua e facilmente contrastabile.
Si tratta infatti di funghi saprofiti che vivono delle escrezioni zuccherine di alcuni insetti, la cocciniglia mezzo grano di pepe e la cotonella, molto diffusi in oliveto. Il contrasto a questi due insetti, qualora la loro popolazione superi valori di guardia, è di per sé già sufficiente a bloccare lo sviluppo della malattia.
Per eliminare poi lo strato nerastro di micelio è sufficiente, in inverno, intervenire con abbondanti irrorazioni di una soluzione con sapone di Marsiglia o urea che discioglierà la melassa zuccherina lasciata dagli insetti.

La rogna dell’olivo è l’unica malattia nell’oliveto causata da un batterio. Non è quindi possibile contrastare direttamente l’agente patogeno, si dovrebbero utilizzare antibiotici che sono proibiti in agricoltura, ma occorre agire a livello preventivo.
Occorre evitare di lasciare esposti grandi tagli senza averli disinfettati in potatura, così è bene procedere con un trattamento rameico, eventualmente abbinato a un’azione mirata con mastici, dopo la raccolta con scuoti vibratori, considerando che spesso questi provochino scortecciamenti del tronco che sono siti d’infezioni ideali per Pseudomonas syringae var. savastanoi.
Nel contrasto alle patologia fungine l’unica soluzione è rappresentata dal rame.
Si possono infatti solo utilizzare ossicloruri, apprezzati dagli olivicoltori perché miscibili con insetticidi, specie in questo periodo in cui si è soggetti ad attacchi di mosca o poltiglia bordolese.
La dodina, che era un efficace anticrittogamico, registrato anche su olivo, che aveva una funzione citotropica con azione preventiva, curativa ed eradicante, e non solo di contatto come il rame, è infatti stata revocata dall'Unione europea.

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