L'arca olearia

Una nuova macchina, tutta italiana, per la raccolta in continuo degli oliveti

Un’attrezzatura che potrebbe superare i problemi delle macchine scavalcanti nella maggior parte dei nostri impianti intensivi con le varietà tipiche dei nostri territori

19 gennaio 2008 | Marco Vieri

L’olivicoltura italiana, costretta a rimettersi in discussione a seguito degli elevati costi di produzione, della mancanza di manodopera e non ultimo di un incremento dei vincoli di sicurezza per i lavoratori, ha positivamente innescato un nuovo entusiasmo nella ricerca applicata da parte dei costruttori di macchine agricole.
Tutto ciò appare evidente nelle manifestazioni dimostrative che ormai da tre anni si stanno attuando nell’ambito del Progetto Mateo (Modelli Aziendali Tecnico-Economici per una nuova Olivicoltura) cofinanziato da Arsia Regione Toscana. Il progetto che prevede l’analisi dei modelli olivicoli attuali, avvalendosi di competenze economiche, agronomiche, tecniche ed imprenditoriali, ha come obiettivo la promozione di soluzioni ottimizzate mirate a identificare 3-5 modelli di olivicoltura sostenibile e redditizia.
In questa esperienza il nostro lavoro di ricerca, nel confronto fra le esigenze delle diverse aziende olivicole e le possibilità tecniche offerte dai costruttori, sta inducendo con positivi risultati la realizzazione di nuove e più funzionali macchine operatrici: nel sono un esempio i teli a recupero con aspo avvolgitore montato anche su minicingolato; i gruppi aspiranti per il recupero delle olive dai teli e per la successiva pulizia e stoccaggio in bins; nuove tipologie di ombrelli sempre più leggeri e regolabili; i gruppi integrati come i moduli applicati agli escavatori; utensili di pettinatura che impiegano avanzate tecnologie; e la combinazione d iquesti nuovi pettini in macchine che possono rappresentare una soluzione innovativa, efficace e risolutiva per la realizzazione si impianti intensivi e superintensivi in cui si possano adottare le nostre varietà tipiche che attualmente non risultano compatibili con il contenimento della chioma per l’impiego delle macchine scavallanti.
E’ questo il caso della Crf Costruzioni di Follonica, che già dal 2004 collabora con il Diaf (Dipartimento di Ingegneria Agraria e Forestale – Università di Firenze), e che partendo da una fondata esperienza nel campo delle complesse macchine di raccolta del pomodoro, ha sviluppato da prima un pettine di raccolta con movimento oscillante a masse eccentriche, che aveva i vantaggi dei famosi pettini realizzati da Pasquali negli anni ’90, ma che ne superava i limiti di peso ed ingombro. Un costante e impegnativo lavoro di prove e ottimizzazioni effettuato in questi anni dall’impegno di Sedulio (padre e fondatore della ditta) e Andrea Seri (figlio, progettista ingegnere meccanico) - due “costruttori” che meritano di essere citati per il loro impegno ed entusiasmo imprenditoriale – ha portato allo sviluppo di un aspo pettinatore affidabile, leggero e resistente la cui oscillazione e rotazione è attuata da un unico motore idraulico (ciò che riduce a meno della metà il peso del gruppo) in cui il flusso di olio è alternate nei due sensi ed è controllato da un avanzato sistema di controllo meccatronico. E’ cosi possibile regolare ampiezza e frequenza di oscillazione per adattarsi alle diverse necessità
Ma ciò per cui ho ritenuto indispensabile proporvi questa nota è la realizzazione di un gruppo integrato di raccolta e recupero che, montato su macchine motrici adeguate, permette la raccolta in continuo laterale senza i problemi legati alla altezza o dimensione delle piante.
E’ stato questo l’obiettivo del dr. Pasquali per circa 20 anni e molte sono le sue prove riportate nella letteratura scientifica.
Tale realizzazione è la risposta alla pressante richiesta di superare i problemi derivanti dalla impossibilità di impiego delle macchine scavalcanti nella maggior parte dei nostri impianti intensivi e in quelli superintensivi attuali con le varietà tipiche dei nostri territori.



Alla fine della campagna 2007 di raccolta delle olive, con la necessaria discrezione di chi ha bisogno di mettere a fuoco i problemi di una machina complessa, sono state effettuate prove di raccolta su impianti che presentavano pareti produttive compatibili con una raccolta in continuo. Le prove effettuate in Provincia di Siena e sul Lago di Garda, pur nel beneficio che “gli esperti di macchine“ sanno attribuire ad un prototipo, hanno fornito dati entusiasmanti sia per l’efficacia di raccolta dell’intero cantiere, sia per la capacità operativa che si colloca ai livelli superiori delle grandi macchine similari (1,3 km/h), sia per la leggerezza dell’intero apparato.
La macchina che vedete in foto 1 e 2, frutto di una proficua collaborazione con la AndreoliEnginnering, è stata assemblata sul prestante trattore FormulaTRAC che fornisce la potenza idraulica, un avanzamento idrostatico, una sterzata sulle 4 ruote motrici con possibilità di controllare separatamente anteriore e posteriore e con possibilità di orientamento delle ruote “a gambero” per poter facilmente contrastare derive laterali dovute a terreni in pendenza.
Il gruppo di raccolta è costituito da coppie di pettini (uno rivolto verso il basso e l’altro verso l’alto) che hanno una liberta di inclinazione di oltre 90° e che sono fissati su un braccio in grado di avere una escursione di circa 1 metro sia in verticale che in orizzontale. Le coppie di pettini possono essere diverse per aumentare la fascia di lavoro da 3 fino a 6 metri o per avere un a doppia pettinatura sulla stessa fascia.
Questa nuova macchina che verrà messa a punto in questi mesi, con prove continuative nell’altro emisfero, sarà presentata nella prossima stagione di raccolta 2008 e rappresenta la risposta avanzata (tutta italiana) alla esigenza di una macchina snella che possa poter operare anche in situazioni collinari e soprattutto che possa permettere di operare in impianti intensivi senza particolari vicoli dimensionali potendo in tal modo preservare la coltivazione di varietà tipiche in un sistema produttivo altamente competitivo.

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