L'arca olearia
Un’associazione per riunire i produttori degli oliveti superintensivi spagnoli

I big della produzione olivicola con il sistema superintensivo in Spagna e Portogallo si sono riuniti in associazione per far valore i diritti di questo sistema di coltivazione nelle istituzioni e nella società
26 giugno 2024 | C. S.
Sono otto, al momento, i soci di Oliverica: un’associazione che vuole promuovere la cultura del sistema colturale superintensivo dell’olivo tra le istituzioni e la società.
L’obiettivo è arrivare a rappresentare, al termine del primo anno di vita dell’associazione, più di 25 mila ettari olivetati, ovvero meno dell’1% della superficie olivicola spagnola.
Secondo i dati diramati, oggi l’olivo in superintensivo rappresenta il 6-7% dell’olivicoltura spagnola (circa 160 mila ettari), molti dei quali concentrati nelle province di Siviglia e Cordoba, come in Portogallo nella provincia dell’Alentejo.
L’associazione nasce come spazio per l’incontro, la conoscenza, la formazione e la comunicazione per migliorare l’ambiente di cooperazione e sviluppo dell’uliveto del futuro, complementare alle prestazioni dei produttori di olive tradizionali. Tra gli obiettivi di Oliverica c’è anche l’adeguamento dell’offerta scientifica alla domanda settoriale e la risoluzione di problemi specifici come la selezione di nuove varietà, l’adattamento della coltura ai cambiamenti climatici o l’ottimizzazione della potatura.
Per il presidente di Oliverrica, Gregorio Alvarez Cabreros, questa associazione lavorerà per erigersi come la voce autorizzata dell’olivicoltura di fronte al settore e alle autorità: una voce tecnica, innovativa e scientifica che dimostra un modello di coltivazione efficiente, sostenibile e redditizio in grado di generare posti di lavoro di qualità, promuovere la staffetta generazionale nel settore e favorire lo sviluppo delle aree rurali.
Oliverrica fornirà ai suoi partner servizi all’avanguardia per aiutarli a diventare più efficienti, competitivi e rispettosi dell’ambiente nei loro processi produttivi.
Inoltre, l’associazione vuole rendere visibili gli oliveti ad alta densità come un tipo di coltura all’avanguardia, efficiente e sostenibile, guidato dall’olivicoltura 4.0.
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