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Meglio il compost o il biochar per la concimazione dell’olivo?

Meglio il compost o il biochar per la concimazione dell’olivo?

Dall’uso del tradizionale compost fino al biochar, utile per progetti di carbon farming. I risultati sulla fertilità del suolo di differenti modelli di concimazione organica dell’olivo

07 marzo 2024 | R. T.

La concimazione organica dell’olivo è importante perché la sostanza organica del suolo ha molteplici funzioni, utili alla produttività dell’olivo, tra cui una riserva di nutrienti e una migliore gestione della risorsa idrica.

Le possibilità di fertilizzazione organica dell’olivo sono molteplici e variano dall’utilizzo di ammendanti organici naturali (stallatico, pollina…), all’utilizzo di concimi misto-organici fino al più recente utilizzo di compost o biochar.

In particolare il biochar risulta una soluzione particolarmente innovativa e potenzialmente utile per integrare la redditività dell’oliveto grazie al carbon farming. Il carbon farming prevede che, grazie a sistemi di sequestro di carbonio, si “producano” certificati utili poi alla rivendita. Il regolamento in corso di studio da parte di Bruxelles considera solo le pratiche agronomiche, tese al miglioramento del sequestro di CO2, nuove rispetto ai modelli di agricolture in vigore, compreso quello biologico, già di per sé sostenibile.

Quindi anche in olivicoltura biologica occorre introdurre sistemi innovativi per un ulteriore sequestro di CO2 rispetto a quanto già generato. Il biochar potrebbe essere utile a tale scopo, purchè si sia consapevoli degli effetti agronomici sul suolo olivetato.

L'effetto di compost e biochar sul suolo e la concimazione dell'olivo

Nonostante il grande interesse per il biochar come ammendante del suolo, il numero di studi sul campo è ancora limitato, essendo particolarmente carenti esperimenti con colture perenni in terreni aridi.

Uno dei pochi studi al riguardo ha valutato l'applicazione di compost e biochar in una coltura di olivi biologici irrigati a goccia in un terreno calcareo nel sud-est della Spagna.

Nel corso di due anni consecutivi, le variazioni del carbonio organico totale (TOC) del suolo, del carbonio organico disciolto (DOC) e dell'azoto solubile in acqua (WSN), dell'azoto minerale (NH4 + e NO3 −), delle emissioni di N2O, dell'attività degli enzimi denitrificanti (DEA) e del numero delle copie di amoA gen sono state monitorate.

Il biochar ha aumentato il carbonio organico totale rispetto al resto dei trattamenti, mentre quello disciolto e l’azoto solubile sono aumentati significativamente nelle parcelle modificate con compost e con la miscela compost-biochar.

DEA, geni che codificano per amoA ed emissioni di N2O erano più alti con la miscela compost-biochar, ma i risultati non erano sempre significativi.

I risultati mostrano che, in agroecosistemi semi-aridi irrigati con limitato azoto, l’ammendante del compost ha un impatto positivo sull’attività microbiologica del suolo con un collegamento alla disponibilità di azoto.

Il biochar applicato da solo non altera la dinamica dell'azoto, ma aumenta notevolmente il carbonio del suolo.

In entrambi i casi solo durante il primo anno questi effetti sono stati statisticamente significativi.

Quando applicati in combinazione è stato osservato un effetto sinergico e sono stati rilevati i valori più alti di DEA, copie del gene amoA ed emissioni di N2O.

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