L'arca olearia 22/02/2024

Difendere l’olivo dall’occhio di pavone: come, quando e con cosa bisogna intervenire

Difendere l’olivo dall’occhio di pavone: come, quando e con cosa bisogna intervenire

Le strategie di difesa dall’occhio di pavone dell’olivo con rame, bicarbonato di sodio e potassio o fungicidi. L’effetto di temperatura, umidità e età delle foglie di olivo sullo sviluppo di Venturia oleaginea


L’occhio di pavone dell’olivo è la più importante malattia fogliare dell'olivo in molti Paesi olivicoli come Italia, Spagna, Stati Uniti, Sud America, Australia e Nuova Zelanda ed è particolarmente grave nelle regioni a clima umido e fresco.

Cos'è l'cchio di pavone dell'olivo?

L’occhio di pavone dell'olivo (OLS) è causata dal fungo Venturia oleaginea (già Spilocaea oleagina e Cycloconium oleagina).

I sintomi si manifestano solitamente sulla superficie superiore delle foglie, espandendosi e coalizzandosi fino a coprire un'ampia porzione di superficie fogliare, causando spesso la caduta prematura delle foglie. Le macchie sono di solito più abbondanti sul fogliame delle parti inferiori degli olivi, così come la defogliazione e talvolta il deperimento. Dopo periodi successivi di defogliazione e rigenerazione delle foglie, gli alberi colpiti possono mostrare una crescita scarsa e una resa ridotta. In condizioni molto umide, possono comparire piccole lesioni brune infossate sui piccioli, sui peduncoli dei frutti e sui frutti, con conseguente caduta delle foglie o dei frutti e diminuzione della resa in olio.

Il livello di suscettibilità delle varietà di olivo all’occhio di pavone è molto variabile: le cultivar possono essere altamente suscettibili, moderatamente o altamente resistenti.

Come e quando si sviluppo l'occhio di pavone dell'olivo

occhio pavone olivoL'infezione dell’occhio di pavone dell’olivo può avvenire in qualsiasi periodo dell'anno, ma di solito nel tardo autunno fino all'inizio dell'estate se le condizioni ambientali sono favorevoli. I conidi di S. oleagina possono germinare su foglie di olivo staccate solo se fornite di umidità libera e a temperature comprese tra 5 e 25°C, con un optimum di 20°C. Vi sono modelli che descrivono la relazione tra la durata dell'umidità fogliare, la germinazione del conidio e la crescita del tubo germinale su foglie staccate a diverse temperature costanti. Tuttavia, questi semplici modelli possono avere un uso limitato nello sviluppo di sistemi di previsione delle malattie negli oliveti in cui le condizioni ambientali sono variabili. In particolare, i periodi di pioggia sono spesso intermittenti durante i principali periodi di infezione (autunno e primavera-inizio estate) e gli effetti dei periodi di siccità, in cui c'è un'ampia variazione dell'umidità relativa (UR), sui processi di germinazione e infezione sono sconosciuti, rendendo difficile il calcolo dei periodi di infezione.

L'inoculo per l'infezione primaria di V. oleagina è fornito dalle lesioni esistenti sulle foglie che hanno svernato sugli alberi e che sono in grado di produrre conidi freschi in condizioni di meteo fresco e umidità. Il numero di conidi di S. oleagina e la loro vitalità variano da un oliveto all'altro e durante le stagioni, spesso con il maggior numero di conidi prodotti in primavera dalle lesioni svernanti. Questi conidi possono rimanere vitali per diversi mesi, ma una volta staccati dai conidiofori perdono la loro vitalità entro una settimana.

Sono stati condotti esperimenti su piante di olivo in ambienti controllati per determinare l'effetto della concentrazione di conidi, dell'età delle foglie, della temperatura, dei periodi di bagnatura continua e interrotta delle foglie e dell'umidità relativa (RH) durante i periodi più secchi che interrompevano i periodi di bagnatura, sulla gravità dell’occhio di pavone dell’olivo. Con l'aumento della concentrazione di inoculo da 1-0 × 102 a 2-5 × 105 conidi mL-1, la gravità dell’occhio di pavone è aumentata a tutte e cinque le temperature (5, 10, 15, 20 e 25°C). Un semplice modello polinomiale ha descritto in modo soddisfacente la relazione tra la concentrazione di inoculo, il numero massimo di lesioni e la temperatura. I risultati hanno mostrato che per i tre gruppi di età delle foglie testate (2-4, 6-8 e 10-12 settimane) la gravità dell'occhio di pavone è diminuita significativamente con l'aumentare dell'età delle foglie al momento dell'inoculo. In generale, anche la temperatura ha influenzato la gravità della patologia fungina, con un aumento graduale del numero di lesioni a partire da 5°C fino a un massimo a 15°C, per poi diminuire fino a un minimo a 25°C. Quando sono stati testati nove periodi di bagnatura fogliare (0, 6, 12, 18, 24, 36, 48, 72 e 96 h) alle stesse temperature, il numero di lesioni è aumentato con l'aumentare del periodo di bagnatura fogliare a tutte le temperature testate. I periodi minimi di bagnatura delle foglie per l'infezione a 5, 10, 15, 20 e 25°C sono stati rispettivamente di 18, 12, 12, 12 e 24 ore. I periodi di bagnatura durante i primi processi di infezione sono stati interrotti da periodi di essiccazione (0, 3, 6, 12, 18 e 24 ore) a due livelli di UR (70 e 100%). La durata del periodo di essiccazione ha avuto un effetto significativo sulla gravità della malattia, effetto che dipendeva dall'UR durante l'interruzione. L'alta umidità (100%) ha determinato una maggiore gravità della malattia rispetto alla bassa umidità (70%).

Difendere l'olivo dall'occhio di pavone

L’occhio di pavone può essere controllato con l'applicazione di fungicidi di copertura o sistemici. La tempistica delle applicazioni di fungicidi è stata ritenuta fondamentale per un controllo efficace della malattia e l'aumento della gravità della malattia è notoriamente associato alle stagioni umide, è auspicabile un'accurata previsione dei periodi a rischio dell’occhio di pavone, sapendo come e in quali condizioni l’occhio di pavone si sviluppa preferibilmente.

E’ quindi tendenzialmente importante agire contro l’occhio di pavone più in autunno e primavera piuttosto che in inverno, quando le temperature sono basse. L’umidità, quindi le piogge, sono un fattore determinante nello sviluppo della patologia e quindi intervenire quando le temperature sono in rialzo e le piogge più frequenti rappresenta il periodo ideale.

La strategia di intervento dipende essenzialmente anche dall’ambiente in cui ci si trova, con la difesa preventiva, essenzialmente affidata al rame, che è utile in località secche ove le condizioni meteo favorevoli allo sviluppo dell’occhio di pavone hanno un ciclo breve. E’ noto però che il rame ha dei limiti quantitativi nell’applicazione e, nel caso di stagioni piovose e umide, bisogna avere, soprattutto in agricoltura biologica delle alternative. Tra queste vi può essere, sebbene va considerata la minore efficacia, il bicarbonato di sodio e potassio. Applicato in soluzione sulla vegetazione, reagisce innalzando il pH della superficie fogliare, creando un ambiente inospitale per i funghi, i quali necessitano di un ambiente sub acido per svilupparsi.

In difesa preventiva (agricoltura integrata) si possono utilizzare anche alcuni fungicidi, come quelli a base di Pyraclostrobin, che hanno il vantaggio di essere meno dilavabili del rame a seguito delle piogge.

La strategia di intervento curativa prevede l’utilizzo di prodotti a base di fungicidi come Dodina, Trifloxystrobin e Tebuconazolo, Difenocolazolo, che potendo penetrare all’interno dei tessuti vegetali esplicano la loro azione di difesa attiva e non solo preventiva. Ovviamente sono da considerare le specificità dei singoli principi attivi, non solo in ragione del numero di trattamenti effettuabili ma anche dell’epoca di intervento e della residualità.

Ad esempio la miscela di difenoconazolo 125 g/L e azoxystrobin 200 g/L ha dimostrato un'elevata efficacia e la totale selettività su olivo, anche in pre-fioritura, fornendo una possibile alternativa in sostituzione del rame.

di R. T.