L'arca olearia

L'olio extra vergine di oliva è un prodotto potenzialmente a emissioni zero

L'olio extra vergine di oliva è un prodotto potenzialmente a emissioni zero

Emissioni zero per l’extra vergine. Il settore olivicolo e la produzione di olio d'oliva sono uno strumento efficace contro il cambiamento climatico, mitigando il rilascio di CO2 nell'atmosfera attraverso l'immobilizzazione del carbonio

05 gennaio 2024 | R. T.

Per ridurre le emissioni di gas a effetto serra (GHG), il Protocollo di Kyoto identifica diverse attività che sono strettamente legate all'uso del suolo, incluse nella categoria denominata Agricoltura, Silvicoltura e Usi del Suolo (AFOLU).

In questo quadro, è stato condotto dall’Università di Perugia uno studio multidisciplinare sull'impronta di carbonio dell'olio extravergine di oliva in Italia.

L'approccio Life Cycle Assessment è stato utilizzato per quantificare gli impatti ambientali durante l'intero ciclo di vita, a partire dalla coltivazione delle olive fino ai processi di trasformazione e di imballaggio.

Ogni operazione è stata monitorata in termini di flussi di energia e di materiali; i dati sono stati normalizzati sulla base di 1 L di olio di oliva, scelto come unità funzionale. Le metodologie di indagine forestale sono state applicate per stimare la biomassa e il rispettivo carbonio immagazzinato negli alberi di olivo (tronco, rami, rametti e colletto radicale, radici) e non permanente (potature e frutti).

Il valore aggiunto di questo studio è stato l'accoppiamento degli impatti risultanti con i sequestri di carbonio al fine di: i) stimare il bilancio netto tra le emissioni e gli assorbimenti equivalenti di anidride carbonica (CO2-eq); ii) identificare il punto di pareggio, dopo il quale la quantità di carbonio sequestrato supera gli investimenti energetici legati alle attività umane.

I risultati dello studio forniscono importanti contributi alla valutazione preliminare dei potenziali benefici in termini di CO2-eq evitata dall'agricoltura.

L'olio extra vergine di oliva è un prodotto potenzialmente a emissioni zero

La capacità di sequestro di carbonio degli oliveti: l'analisi ha mostrato che le componenti non permanenti dell'albero (frutti e potature) danno il maggior contributo alla quantità di carbonio immagazzinata dagli olivi.

I risultati mostrano differenze di GWP (Global Warming Potential) e di sequestro di carbonio nelle aziende indagate. Ciò è dovuto alle diverse attività di gestione produttiva (ad esempio, alcune hanno sistemi di gestione biologica, altre hanno sistemi di gestione tradizionale), sia in campo che in frantoio, con distanze diverse da percorrere durante le attività produttive.

La ricerca ha identificato l'impatto delle attività specifiche e alcune di esse potrebbero essere adottate (per esempio, il sistema di gestione biologica in campo, l'uso di dispositivi elettrici nelle operazioni di raccolta e potatura, il riutilizzo degli scarti del frantoio a scopo energetico o come ammendante organico) per ridurre ulteriormente l'impronta di carbonio dell'olio d'oliva.

Tale scelta non può essere proposta come obbligatoria, dal momento che la produttività è l'obiettivo principale delle aziende.

L'approccio innovativo presentato in questo lavoro si concentra sul confronto tra gli assorbimenti e le emissioni, al fine di ottenere il bilancio netto di carbonio del sistema olivicolo.

Per le aziende analizzate per le aziende indagate è sempre positivo, con sequestri di carbonio maggiori rispetto alle emissioni.

Gli oliveti sono sistemi agricoli in grado di rimuovere tutte le emissioni associate alla catena di produzione dell'olio.

L'olio extravergine di oliva risulta un prodotto potenzialmente carbon negative a determinate condizioni, principalmente l'origine locale (prodotto a "km 0") e le pratiche conservative.

Il settore agricolo e la produzione di olio d'oliva sono uno strumento efficace contro il cambiamento climatico, mitigando il rilascio di CO2 nell'atmosfera attraverso l'immobilizzazione del carbonio, soprattutto nei Paesi del Mediterraneo, dove l'olivo è economicamente importante e ampiamente coltivato.

Potrebbero interessarti

L'arca olearia

Stretta spagnola sull'olio di oliva tunisino: la Commissione europea se ne lava le mani

Proprio mentre il governo tunisino decide una stretta sull'export, minancciando di bloccare le licenze di esportazione a chi vende a meno di 3,5 euro/kg, ecco che la Commissione europea fa orecchie da mercante all'interrogazione di Dario Nardella

11 dicembre 2025 | 15:00 | Alberto Grimelli

L'arca olearia

Le prospettive dei vini dealcolati e parzialmente dealcolati

L’indagine ha confermato l’interesse dei produttori per i vini no alcol, con oltre il 60% degli intervistati propenso a introdurre questo tipo di produzione. L’elemento che maggiormente influenza l’intenzione di produrre vini dealcolati è rappresentato dalle aspettative dei vantaggi che ne possono derivare

11 dicembre 2025 | 14:00

L'arca olearia

La concimazione azotata dell'olivo: l'effetto sull'allegagione, l'alternanza e la produttività

La concimazione azotata aumenta costantemente la produzione delle olive, ma solo quando la concentrazione fogliare è al di sotto della soglia di sufficienza. D'altra parte, la carenza di azoto ha comportato una riduzione della crescita vegetativa, della fioritura, dell'allegagione e, in definitiva, della produzione di olive

11 dicembre 2025 | 11:00

L'arca olearia

Un'analisi ambientale completa della produzione di olio d'oliva in Puglia

L'agricoltura guida la maggior parte degli impatti ambientali nella produzione di olio d'oliva. L'elevata domanda di fertilizzanti e carburanti è un fattore ambientale chiave. Le strategie circolari e le migliori pratiche agronomiche attenuano gli oneri ambientali

10 dicembre 2025 | 13:00

L'arca olearia

Utilizzo di fungicidi rameici contro l'occhio di pavone dell'olivo e possibili tracce di rame nell'olio d'oliva

La legge stabilisce la quantità massima consentita di 0,40 mg di rame per chilo nelle olive da tavola e negli oli di oliva.Quale è il limite massimo di trattamenti autunnali per evitare di superare il livello di residuo consentito?

10 dicembre 2025 | 10:00

L'arca olearia

Le cecidomie che attaccano le olive, dopo la mosca dell’olivo

L'attività delle cecidomie associate ai frutti di olivo può interferire con la qualità dell'olio. Lasioptera berlesiana è attratta da funghi o da semiochimici dei tessuti dell’oliva attaccata dalla mosca dell’olivo. A settembre la specie dominante è Clinodiplosis sp

09 dicembre 2025 | 10:00