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L’olio extra vergine di oliva italiano vale più di quello Dop e Igp

L’olio extra vergine di oliva italiano vale più di quello Dop e Igp

Le quotazioni ufficiali di Ismea certificano l’impennata dell’olio extra vergine di oliva italiano che, in alcuni casi, vale quanto o più di quello certificato Dop/Igp. Follie del mercato d’estate

12 settembre 2023 | T N

Le follie del mercato oleario di quest’estate sono alla fine state certificate anche da Ismea che, con la seduta del 4 settembre a Bari, ha indicato che l’olio extra vergine italiano è arrivato a 9,15 euro/kg, esattamente al pari della Dop Terra di Bari.

Una situazione nient’affatto inusuale questa con l’olio extravergine di oliva italiano che spesso si è posizionato allo stesso livello della denominazione di origine più importante della Puglia e d’Italia, almeno in volume.

In realtà le quotazioni dell’extra vergine di oliva italiano, almeno per le poche cisterne disponibili, indicano cifre intorno a 9,5 euro/kg, con punte vicino ai 10 euro/kg in Sicilia, secondo le rilevazioni di Teatro Naturale.

La stessa Ismea, d’altro canto, sottolinea come l’olio extra vergine di oliva nella borsa merci di Foggia ha toccato i 9,4 euro/kg il 7 settembre e addirittura i 9,6 euro/kg a Ragusa il 5 settembre.

L’olio extra vergine di oliva italiano vale di più di quello Dop/Igp

Il prezzo più basso per l’olio extravergine di oliva nazionale, secondo Ismea, è stato toccato il 4 settembre per la Dop Canino, quindi nel viterbese, a 8,7 euro/kg, una quotazione non solo inferiore di quasi 50 centesimi rispetto a quello dell’olio extravergine di oliva nazionale a Bari ma assolutamente pari a quello di origine spagnola (Borgas) registrato a Imperia il 9 settembre.

Anche altre denominazioni di origine, anche per la scarsità di prodotto e la conseguenza di scambi contingentati, soffrono la competizione di prezzo con l’olio extra vergine di oliva italiano.

Alla borsa merci di Siena l’olio extra vergine di oliva Igp Toscano, il 4 settembre, costava 9,5 euro/kg, di appena 3 centesimi superiore, quindi a 9,53 euro/kg, la Dop Umbria.

Una situazione impensabile, visto che tali denominazioni erano tra quelle a più alto valore aggiunto. A salvare l’onore delle Dop/Igp ci ha pensato la Dop Brisighella, con 22,5 euro/kg.

Altre Dop, pur avendo prezzi alti in livello assoluto, hanno visto scendere vistosamente il differenziale di prezzo con l’olio extra vergine di oliva italiano. E’ il caso della Dop Riviera Ligure a 13 euro/kg, un valore molto simile ai 13,63 euro/kg dell’olio Dop Chianti classico, a sua volta non così dissimile dai 14 euro/kg dell’olio extra vergine d’oliva Dop Garda.

Una situazione di mercato per l’olio extra vergine di oliva che presenta una pluralità di anomalie, a partire dalle quotazioni dell’olio extra vergine di oliva spagnolo che, quando di discreta qualità, sfiora ormai i 9 euro/kg. Risulterà molto difficile, in un’annata caratterizzata da scorte zero e da una produzione dimezzata nell’intero bacino del Mediterraneo rispetto al solito, riuscire a conciliare le esigenze di mercato, ovvero fornire una parvenza di stabilità dei prezzi, e un trend che invece sembra favorire speculazioni di breve-medio periodo che non tengono conto della scala di valori né della qualità oggettiva degli oli extra vergini di oliva proposti.

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