L'arca olearia
I differenti profili ambientali e di costi dell’olio extra vergine di oliva biologico e convenzionale

Il sistema biologico ha un profilo ambientale migliore rispetto a quello convenzionale, anche se non in tutti gli ambiti, ma ha un punteggio peggiore nel profilo dei costi
31 marzo 2023 | R. T.
L'olio d'oliva rappresenta un settore produttivo rilevante in Puglia, in quanto rappresenta oltre il 50% dell'intera produzione italiana e circa il 18% di quella dell'Unione europea.
Negli ultimi anni, la produzione di olio extravergine d'oliva biologico è in costante aumento grazie ai nuovi comportamenti dei consumatori e alle qualità nutrizionali e salutistiche di questi prodotti. Tuttavia, l'olio extravergine di oliva biologico rimane ancora un prodotto di nicchia a causa del suo
L’Università di Bari ha esaminato i sistemi di produzione dell'olio extravergine di oliva convenzionale e di quello biologico, al fine di valutarne i profili ambientali e di costo, e verificare se le due dimensioni - prestazioni ambientali e costi - vadano nella stessa direzione.
Le metodologie utilizzate sono il Life Cycle Assessment (LCA), come previsto dalle norme ISO, per quanto riguarda il profilo ambientale, e il Life Cycle Cost (LCC), un nuovo strumento utilizzato per contabilizzare i costi totali (interni ed esterni) di un progetto.
I differenti profili ambientali e di costi dell’olio extra vergine di oliva biologico e convenzionale
Il sistema biologico ha un peso maggiore su tutte le categorie di impatto ma, aggregando ulteriormente le undici categorie di impatto in un singolo ecoindicatore, il sistema biologico risulta essere 5 volte più ecocompatibile di quello convenzionale, a causa dell'elevato carico del sistema convenzionale nella fase agricola dovuto all'impatto rilevante dei pesticidi.
Un'importante opzione per il miglioramento di entrambi i sistemi potrebbe essere l'abbandono dell'abbruciamento delle sterpaglie nei campi che potrebbe portare a una riduzione rilevante dell'impatto sia sulla categoria dello smog fotochimico sia su quella della tossicità umana.
Le opzioni di miglioramento del sistema convenzionale sono un uso più razionale dei pesticidi, mentre un interessante miglioramento nel sistema biologico potrebbe essere l'abbattimento delle emissioni di ammoniaca durante la stabilizzazione del letame: ciò implica che la stabilizzazione del letame dovrebbe avvenire non nei campi ma in ambienti chiusi.
Analogamente ad altri studi sui sistemi biologici i risultati dell'LCA mostrano che il sistema biologico ottiene punteggi peggiori rispetto a quello convenzionale in tutte le categorie di impatto, ad eccezione del potenziale di nutrizione (PN), potenziale di tossicità per l’uomo (HTP), potenziale ecotossicità terrestre (TETP) e potenziale ecotossicità per le acque dolci (FAETP).
Il motivo di questo risultato è la minore produttività del sistema biologico.
Per quanto riguarda i costi, il sistema biologico è caratterizzato da costi di produzione più elevati a causa delle minori produzioni.
Se non si considerano i costi esterni, l'olio biologico ha un profilo di costo più elevato; al contrario, aggiungendo i costi esterni, che non sono effettivamente pagati dai produttori, ma dalla società, l'olio biologico ha un profilo di costo più basso.
I risultati quindi confermano che il sistema biologico ha un profilo ambientale migliore rispetto a quello convenzionale, ma ha un punteggio peggiore nel profilo dei costi se non si tiene conto dei costi esterni.
Poiché il costo dell'olio d'oliva biologico rispetto a quello convenzionale non è non è ottenibile sul mercato solo con le "leggi di mercato", è necessario promuovere politiche governative che che possano ridurre il divario tra il costo dell'olio convenzionale calcolato con i tradizionali metodi di contabilità dei costi e quelli calcolati seguendo l'approccio LCC. L'obiettivo dovrebbe essere quello di far sì che, a parità di standard qualitativi, i prodotti con un profilo ambientale migliore abbiano un prezzo di mercato più basso rispetto alla concorrenza.
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