L'arca olearia
RACCOLTA OLIVE. LE INDICAZIONI DEL PROFESSOR VIERI IN PROSPETTIVA FUTURA
Sebbene frammentazione aziendale e giacitura dei terreni limitino l'uso dei sistemi di raccolta meccanica, esistono però mezzi in grado di aiutare l'operatore
15 novembre 2003 | Marco Vieri
L’olivicoltura italiana copre circa 1 milione di ettari, ovvero il 7% della superficie agraria utilizzabile e interessa il 37% delle aziende agrarie e 75 province su 90.
Il 73% della olivicoltura italiana si attua su pendici declivi o terrazzate; in Toscana tale situazione è presente nel 93% dei casi.
Altro dato caratterizzante della olivicoltura italiana è la estensione colturale che è inferiore ai 5 ha per l’ 84% delle aziende con circa il 40% inferiori ad 1 ha.
Appare evidente come in tali condizioni la difficoltà di reperimento della manodopera e il suo elevato costo, che grava per oltre il 50% del costo di produzione dell’olio, non possano essere compensate da una adeguata capacità di investimento in macchine e competenze specifiche che consentano di gestire efficientemente la risorsa tecnica.
L’imprenditore olivicolo si trova quindi oggi nella urgente necessità di aumentare la produttività scegliendo il tipo di raccolta più adeguato alla propria azienda.
Si tende oggi ad abbandonare la raccolta completamente manuale o con l’ausilio di piccoli agevolatori che hanno prevalentemente una funzione di DPI (dispositivi di protezione individuale), soprattutto per la difficoltà ad usare le mani nude. Vincoli sulla sicurezza suggeriscono inoltre l’abbandono delle scale e impongono quindi la necessità che il raccoglitore rimanga a terra.
In grande sviluppo si trova d’altronde la tecnica della raccolta meccanizzata che si avvale di agevolatori portati dall’operatore, pneumatici, elettrici, o provvisti di un piccolo motore a scoppio. Tutti questi hanno come primo e grande vantaggio il non dovere più utilizzare le scale per raccogliere il prodotto in alto e risultano pienamente compatibili con il criterio di limitare l’altezza delle piante ai 4 metri.
Molto interessanti sono oggi gli agevolatori elettrici per la possibilità di utilizzarli nelle aree difficili, in spazi ristretti e acquisibili anche da chi non dispone di un trattore. I costi vanno dai 400 ai 1700 € con soluzioni differenziate nei materiali, nel sistema di raccolta e nella dotazione di batterie. E’ necessario porre molta attenzione soprattutto al costo di queste ultime, alla loro autonomia, alle procedure di manutenzione ed alla durata in anni.
Per i piccoli appezzamenti possono risultare adottabili i dispositivi scuotitori applicabili ai decespugliatori. I nuovi modelli risultano relativamente leggeri ed efficaci ed hanno l’asta telescopica che permette di scuotere le branchette alte.
Per chi dispone di un trattore la soluzione più razionale è l’acquisto di un compressore e di due o tre pettini con asta telescopica. Il compressore permette inoltre di utilizzare anche i sistemi pneumatici di potatura.
A questa meccanizzazione intermedia segue la raccolta meccanica vera e propria, con soluzioni differenziate nei sistemi di raccolta delle olive dalla pianta e del loro recupero da terra, oltre alle modalità di stoccaggio per il trasporto ed il conferimento all’oleificio.
La produttività della raccolta manuale è normalmente stimata in 10-15 kg di olive per ora, ovvero circa 1 pianta/h (intendendo il vaso tradizionale con circa 30 m3 di chioma). Ciò significa che nell’ipotesi di un orario giornaliero di 7 ore e con 30 giorni effettivamente disponibili, ogni operatore può dominare circa 200-250 piante corrispondenti ad 1 ettaro di impianto tradizionale. Pur essendovi ancora oggi operatori capaci ed appassionati che riescono ad avere produttività tre volte superiori, queste sono le produttività ordinarie con la manodopera generica.
La raccolta meccanizzata aumenta la produttività a 25-50 kg/h per operatore con 4-8 piante/h, ma presuppone già una organizzazione di un cantiere con 3 persone dotate di agevolatori, gruppo compressore, teli di raccolta e quasi sempre il trattore.
La raccolta meccanica, su impianti moderni con piante predisposte a sesto 6x6, con scuotitore portato dal trattore e reti disposte a terra, porta la produttività a 70-100 kg/h per operatore, corrispondenti a 20 piante/h. Il cantiere è d’altronde formato da 6-8 persone con tutti i relativi problemi di organizzazione ed efficienza del lavoro.
Un’altra soluzione è rappresentata dallo scuotitore semovente con ombrello rovescio. in questo caso il cantiere è composto da 2 operatori (uno alla conduzione del mezzo e l’altro alla movimentazione delle olive raccolte). La produttività sale a 400-500 kg/h per operatore, ovvero 20-25 piante/h. Il dato fornito dalla letteratura evidenzia come la produttività a pianta sia di 20 kg di olive; quindi tale cantiere è più vocato per piante di grandi dimensioni su appezzamenti anche irregolari.
Questo quadro tecnologico, oggi in forte evoluzione, cerca di ridurre i costi per poter mitigare il divario di prezzo con gli olii provenienti da impianti altamente specializzati che ormai stanno sorgendo in molte aree del sud America e dell’Australia oltre ché della Spagna e da quelli delle aree mediterranee dove il costo della manodopera è molto basso. Con gli impianti e le macchine per la raccolta in continuo il costo della raccolta per kg di olio prodotto può essere ridotto al 10% rispetto alla raccolta manuale, mentre la raccolta meccanizzata con agevolatori ne abbassa il costo del solo 50%. Quella meccanica con scuotitori e reti a terra porta il costo di raccolta al 30% e gli scuotitori con ombrello rovescio al 20%.
Non è d’altronde pensabile poter convertire l’olivicoltura italiana e toscana in particolare in impianti altamente intensivi. L’elevatissimo valore storico, culturale, paesaggistico ed ambientale di molti oliveti ne vincolano il loro destino con l’esigenza di un compatibile mantenimento che coniughi il valore dell’olio prodotto con il loro più elevato costo di produzione.
E’ presumibile prevedere nel futuro 3 tipologie di impianti: i parchi storici con piante plurisecolari dove la raccolta è agevolata o con pettinatrici; gli impianti tradizionali, su pendici terrazzate o declivi dove la raccolta è meccanizzata o meccanica con scuotitori alle branche e ombrelli rovesci; gli oliveti razionali dove la raccolta viene attuata con scuotitrici al trono e reti a terra con stesura e recupero automatizzati.
E’ assai probabile inoltre lo sviluppo di attività di contoterzismo o di aziende di servizio che, dotate di efficienti mezzi per la raccolta meccanizzata come i pettini pneumatici e reti ad apertura semiautomatizzata, possano coprire le esigenze di raccolta nelle piccole aziende di un comprensorio. Un’altra soluzione possibile è rappresentata dalle macchine integrate scuotitore o pettinatrice, ombrello rovescio e sistema di pulizia e stoccaggio assemblate su un unico modulo base come l’escavatore (brevetto FI2002/A/000096 - Università di Firenze); tali moduli operativi possono operare ovunque, laddove siano stati predisposti adeguati spazi operativi, sia nelle piccole aziende come nei parchi storici e negli appezzamenti terrazzati.