L'arca olearia
Anomalie nel registro Sian: il coefficiente che sta bloccando i frantoi in tutta Italia
Le disfunzioni del registro Sian possono diventare un dramma, come sta accadendo per i frantoi in questi giorni, ma anche motivo di difficoltà e di disorientamento per gli olivicoltori, alle prese con incomprensibili blocchi del sistema. Alcuni trucchi per ovviare ai problemi in attesa che Agea intervenga
13 novembre 2015 | R. T.
Il registro Sian è sempre fonte di apprensione, specie nel pieno della campagna olearia, quando si verificano problemi ed imprevisti che possono, potenzialmente, bloccare l'operatività degli operatori oppure crear loro problemi e pasticci burocratici.
E' quanto sta accadendo ai frantoi in tema di sanse. Il dato di carico della sansa proviene da un calcolo sulla base di un coefficiente inserito prima dell’apertura della campagna. Un coefficiente che è chiaramente di origine statistica. Il problema si può creare allorquando il dato reale superi quello statistico, ovvero un frantoio tenti di scaricare più sansa di quella indicata dal sistema. In questo caso la giacenze diventano negative, creando problemi di registrazione sul Sian, che va in blocco. La sansa, non essendo un flusso di prodotto oggetto di comunicazione obbligatoria ai sensi del DM 8077 e del DM 16059, non ricade tra i quantitativi che debbano prevedere una circostanziata registrazione. La soluzione proposta dall'Aifo è quindi stata “di sbloccare quanto prima i codici operazione G9 e G3, relativi allo scarico della sansa in frantoio, in caso di giacenza negativa.” La proposta è però stata bocciata da Agea con l'incredibile motivo che “il mancato controllo di giacenza negativa potrebbe indurre gli operatori a scaricare il prodotto senza mai verificare l'esatta giacenza che risulta nel portale. L'operatore non sarebbe più costretto a rettificare il quantitativo posseduto e quindi, in caso di errata tenuta del registro, si potrebbero creare delle giacenze fortemente negative.”
Si arriva così al paradosso che, per il blocco causato da un dato statistico, quale è lo scarico della sansa, si impedisca la registrazione, nei tempi previsti dalla legge, degli unici dati dichiarativi utili anche ai fini di controllo dei flussi, quali: olive molite, olio prodotto e commercializzato.
Superare il problema procedurale è apparentemente fattibile inserendo un supero di peso di sansa a inizio campagna di quantità sufficientemente elevata in modo da avere un ampio margine che consenta di mantenere sempre i saldi di magazzino in positivo. A fine campagna si può procedere inserendo un calo di peso atto ad azzerare la giacenza di sansa in linea con la realtà del frantoio. Ovviamente nelle annotazioni del movimento di supero è possibile indicare che lo stesso è al solo scopo di evitare il blocco sulla negatività e permettere le registrazioni. Gli operatori si vedono costretti quindi ad aggirare il sistema, contro la loro stessa volontà, pur di poter continuare a lavorare.
Altro tema delicato risulta quello della dichiarazione sulla categoria merceologica del prodotto riportato a casa dagli olivicoltori dopo la frangitura. Il sistema Sian, al contrario di quanto avviene per i frantoi, non permette di classificarlo come “olio in attesa di classificazione”. Più in particolare non possono essere inserite infatti nelle stesso contenitore più masse di olio non classificato. Un controsenso visto che l'olivicoltore scrupoloso può riempire, con diverse frangiture in diverse giornate, un contenitore, andando solo successivamente ad eseguire le analisi di legge per la classificazione.
Anche in questo caso occorre aggirare il sistema, con un piccolo trucco. E' sufficiente dichiararlo extra vergine nel registro ma con una nota tipo: “classificazione temporanea, in attesa di analisi chimiche e organolettiche”. In caso di controllo da parte di ente vigilante, quindi, risulterà dalle registrazioni che l'olio in questione è stato classificato solo temporaneamente come extra vergine, in attesa, appunto del responso analitico.
Altro tema, che interessa i piccoli olivicoltori, è l'utilizzo di piccoli fusti di olio, come quelli da 100 litri. Non tutti vogliono riveresare l'olio prodotto in fusti di più grande dimensione, preferendo l'utilizzo dei più maneggevoli fusti da 100 litri. Tale tema è sentito in particolare da chi ama produrre monovarietali o comunque differenti tipologie di olio per i suoi consumatori. Portando a casa una partita superiore ai 100 kg si scoprirà però l'apparente impossibilità di dividerla su più fusti da 100 litri o meno. Il sistema impone di indicare solo un fusto di scarico dell'olio.
Come nei precedenti casi, anche in questo si può ovviare il problema aggirando i blocchi, con più registrazioni. Andranno quindi effettuate due o più registrazioni, indicando però sempre la stessa data operazione e lo stesso documento di trasporto, scaricando l'olio in proporzione sui piccoli fusti. Prendendo ad esempio la partita da 150 kg, andranno effettuate due registrazioni con la prima che prevede lo scarico di 90 kg nel fusto “A” da 100 litri e la seconda che prevede lo scarico di 60 kg nel fusto “B” sempre da 100 litri.
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Accedi o RegistratiSebastian Recupero
19 novembre 2015 ore 02:44Salve,
per una ricerca che sto facendo mi servirebbero alcune informazioni. Potreste aiutarmi?
1) Cos'è il Sian, chi è tenuto all'inserimento dati ed in quale circostanza? L'utente che porta le proprie olive in un frantoio è tenuto a fare qualche operazione di registrazione e inserimento dati? Quali gli obblighi di legge e per chi?
2) La sansa prodotta dalle olive che ho portato a macinare di chi è? Chi ne ha responsabilità? quali gli obblighi di legge?
3) se sono un privato che ha un'azienda (sono dunque in possesso di fascicolo aziendale e ricevo contributi agea, tramite associazione di categoria) e supero i 200 kg di olio prodotti, ma non lo commercializzo, cosa succede? che obblighi legali ho in merito a immagazzinamento, movimenti e tracciabilità dell'olio?
4) Come e dove è possibile reperire i dati sulla produzione olearia provinciale e comunale?
Vi ringrazio anticipatamente.
Marino Mari
15 novembre 2015 ore 18:34Abolire il sian. Subito.
Emilio Conti
14 novembre 2015 ore 13:21Sul modo di operare con la sansa non mi vede d'accordo.
Posto che il dato forfettario della L.460/87 è ormai tramontato, e la giacenza iniziale come da Voi prospettato pone problematiche fiscali, penso che un valido sistema sia quello di aggiornare le percentuali della sansa in base agli scarichi della stessa se destinata al sansificio. In caso di giacenza negativa prima di operare lo scarico della sansa si registra il supero e successivamente lo scarico.
Per gli olivicoltori i balzelli sono feroci, perché nessuno protesta con le associazioni di categoria che hanno difeso questa mostruosità?
baingio pinna
14 novembre 2015 ore 09:46SEMPRE PIU' DIFFICILE PER I PICCOLI PRODUTORI E RELATIVI FRANTOIANI. PER LE GROSSE AZIENDE NON CI SONO PROBLEMI MASTICANO TUTTO ANCHE LA BUROCRAZIA.
ettore pottino
14 novembre 2015 ore 08:18In tutto questo nessuno parla dello scempio che si è venuto a creare con la fine del registro provvisorio x gli agricoltori che avevano un frantoio aziendale e molivano esclusivamente le proprie olive,costringendo gli stessi a utilizzare il molto + complesso registro generale. Nel mio caso ho un mini frantoio da kg 100/h e esasperato dagli adempimenti uguali a quelli che ha la Bertolli x potere vendere nella mia azienda agrituristica qualche latta di olio ho deciso per questa molitura di rivolgermi a un frantoio esterno che mi molisce ,stocca,confeziona ,etichetta...ESASPERATO!!! In questi mesi sono uscito pazzo ,per esempio x scaricare le confeioni che mettevo in vendita nel mio agriturismo,sempre all'interno dell'azienda,mi chiedeva il documento giustificativo....quindi cosa vogliono che faccia un DDT x movimentare all'interno dicasa mia??? Bel modo di sviluppare le aziende agricole con la chiusura della filiera produttiva....Mi sento sempre di più Don Chisciotte contro i mulini a vento.
antonio riccardi
19 dicembre 2015 ore 07:38giorno a tutti chi a fatto o pensato il registro telematico secondo il mio parere non e' mai entrato in un frantoio e non ha mai visto un oliva antonio riccardi