L'arca olearia
Far tornare i pipistrelli nell'oliveto per ridurre l'impatto della mosca delle olive
L'installazione di bat box negli oliveti potrebbe essere utile a contrastare lo sviluppo di fitofagi dannosi come Bactrocera oleae. E' però anche necessario ridurre l’uso intensivo di antiparassitari
26 novembre 2014 | Marco Riccucci
Gli oliveti costituiscono aree di foraggiamento preferenziali di varie specie di pipistrelli. Diversi studi hanno preso in esame le coltivazioni di olivo in alcune regioni mediterranee dell’Europa meridionale: la penisola iberica, l’isola greca di Zante (o Zacìnto), l’Italia meridionale.
Gli oliveti costituiscono un habitat importante per un pipistrello raro, Rhinolophus euryale, ma anche per almeno due specie piuttosto comuni, Eptesicus serotinus e Pipistrellus pygmaeus, e per una, Pipistrellus kuhlii, ampiamente diffusa in tutta l’ecozona paleartica. In Spagna anche Rhinolophus mehelyi si ritrova a foraggiare negli oliveti. Le aree studiate comprendevano piante gestite in modo tradizionale e soggette ad un uso limitato di biocidi. Si tratta di habitat che ospitano ricche comunità biologiche, fornendo ai pipistrelli importanti opportunità di foraggiamento. Questa attività di caccia è confermata da indagini acustiche effettuate in oliveti dell'Italia meridionale, dove sono state rilevate ben 11 specie diverse di chirotteri: Rhinolophus ferrumequinum, Myotis emarginatus, Myotis myotis, Nyctalus leisleri, Eptesicus serotinus, Pipistrellus kuhlii, Pipistrellus pipistrellus, Hypsugo savii, Barbastella barbastellus, Miniopterus schreibersii, Tadarida teniotis.
Foraggiare negli oliveti implica la possibilità per i pipistrelli di influire (riducendole) sulle popolazioni di Ditteri fitofagi, come la mosca delle olive, Bactrocera oleae (Tephritidae), in buona parte responsabile, insieme ai cambiamenti climatici, del crollo della produzione 2014 dell’olio di oliva in Spagna e in Italia.
A conferma di questa ipotesi si è visto che in altre zone i pipistrelli non frequentavano gli oliveti ed una possibile spiegazione potrebbe essere l’uso intensivo di antiparassitari, che avrebbero avuto su di loro un effetto dannoso, dovuto ai Ditteri avvelenati dai trattamenti chimici. Una singola applicazione all’anno di prodotti chimici insetticidi non ha invece influenzato l'attività sugli oliveti tradizionali.
L'installazione di bat box negli oliveti potrebbe essere utile a contrastare lo sviluppo di fitofagi dannosi come Bactrocera oleae. In questo modo si attirano in maggior numero i pipistrelli che già cacciano in questi habitat, ed è ragionevole aspettarsi i risultati positivi raggiunti nella lotta a Chilo suppressalis nelle risaie spagnole del delta dell'Ebro.
Ulteriori indagini potranno approfondire e chiarire meglio questi aspetti, anche attraverso sperimentazioni dedicate.
Fonte: Accademia dei Georgofili - georgofili.info
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