L'arca olearia

Far parlare l'olio è una missione ma per riuscirci occorre una Selezione

Ottimi produttori crescono e gli oli di qualità aumentano ma non sempre questi protagonisti dell'eccellenza riescono a trasmettere un'emozione. E allora occorre metterci la faccia e fare cultura olearia, per davvero e sul campo, in Italia e all'estero

12 dicembre 2013 | T N

Facile dire di fare cultura olearia e di diffondere il verbo della qualità dell'extra vergine. Farlo davvero, a fianco dei produttori, significa soffrire con loro ma anche stimolarli su percorsi nuovi e innovativi, accompagnarli al mercato.

“Sono anni – ci racconta Fausto Borella, presidente dell'Accademia Maestrod'Olio – che sento, incontrando i produttori, che faticano a vendere, che a settembre hanno ancora olio nelle orciaie e nei tini. Durante i corsi svolti a Milano, Firenze e Roma erano un susseguirsi di domande su come comunicare e commercializzare bene l'extra vergine. Mi sono accorto che però mancava una cultura di base. Ecco perchè ho deciso di metterci la faccia e giocare la partita in prima persona.”

La Selezione Maestrod'Olio è nata un caldo giorno agostano, a Viareggio, con venti produttori d'eccellenza che hanno affidato a Fausto Borella il compito di rappresentarli in Italia e nel mondo.

“Facile parlare di qualità, molto più difficile trasmettere il messaggio al consumatore finale – conferma Borella – Spendiamo fortune in integratori e fialette varie ma poi al supermercato scegliamo l'olio che costa meno. Eppure non mancano articoli che parlano delle virtù dei polifenoli, presenti in quantità salutisticamente attive solo negli oli di qualità, non certo in quelli da primo prezzo. Occorre quindi, anche in questo campo, proporre l'olio in forma diversa, come un gioco.”

E un gioco, ma educativo, è davvero la scatola della Selezione Maestrod'Olio che contiene alcune bottiglie da 250 o 500 ml di produttori di eccellenza, la guida Terre d'Olio, una presentazione di come assaggiare l'olio e le schede tecniche dei prodotti.

“Extra vergine, territori e informazioni – spiega Borella – così si fa parlare l'olio. Così chi si avvicina incuriosito a un packaging insolito viene avvolto in un vortice di curiosità. Perchè l'olio può prendere e affascinare. La scatola è uno strumento di marketing formidabile per avvicinare molte più persone a questo mondo e all'eccellenza. Non è il solito olio nel solito pacco agroalimentare natalizio. Il consumatore si accorge della differenza. Io stesso sono rimasto sorpreso del risultato. Già centinaia di scatole sono state consegnate per queste Feste.”

Marketing e comunicazione. Un binomio difficile, specie se chi vi si immerge è anche il curatore di una guida sull'eccellenza olearia.

“La guida, la cui nuova edizione, con gli assaggi di questa campagna olearia, è in uscita il 20 gennaio – afferma Borella – è un progetto editoriale ed è completamente svincolato dalla Selezione che è invece un'idea per fare marketing e comunicazione a fianco delle imprese olivicole. Aderire alla Selezione non comporta essere in Guida né vincere una corona o altro riconoscimento. E' nero su bianco. Non accetto compromessi su questo punto.”

Crescono le occasioni in cui i produttori possono consorziarsi, unire gli sforzi per promuovere anche il loro prodotto. Si tratta di esempi, la Selezione Maestrod'Olio non è l'unico caso, di vera unione del settore olivicolo-oleario. Si fa squadra per fare cultura e per affacciarsi a nuovi mercati. Una sinergia virtuosa tra produttori di eccellenza che la crisi economica ha favorito.

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