L'arca olearia

Un nuovo prodotto e un nuovo approccio al mercato. L'olio delicato, profumato e saporito

Dietro al progetto dell'extra vergine artigianale vi è una svolta culturale. La sfida proposta dal e al nuovo consiglio direttivo di Aifo è partita dalla due giorni di Sorrento. Occorre sviluppare una cultura gastronomica per la valorizzazione della funzionalità sensoriale degli oli di eccellenza

04 maggio 2013 | Lamberto Baccioni

L’occasione è stata di quelle importanti per la vita dell’Associazione Italiana Frantoiani Oleari. All’unanimità è stato nominato il nuovo Consiglio Direttivo, che resterà in carica per i prossimi quattro anni, e per acclamazione è stato confermato come Presidente Piero Gonnelli.

Ma le ragioni dell’importanza stanno anche nelle proposte presentate ai Soci dagli organi direttivi e negli stimoli suggeriti ai partecipanti nel convegno e nella tavola rotonda, acutamente guidata da Alberto Grimelli, editore di Teatro Naturale.

La proposta di definire e presentare ai mercati mondiali l’Olio Artigianale di Qualità superiore viene accolta con entusiasmo dai soci e affidata alla dinamica competenza di Giampaolo Sodano, nel suo nuovo ruolo di Direttore di A.I.F.O.

I frantoi Artigiani sono gli unici produttori dell’olio Artigianale. Con il retaggio di una tradizione, rievocata dal Professor Pacelli all’inizio della tavola rotonda, con la capacità di cogliere tutte le innovazioni migliorative e con trasparenza, i Mastri oleari nei frantoi Artigiani lavorano le olive degli olivicoltori, rispettando un preciso disciplinare di produzione, per ottenere oli dalle caratteristiche definite e controllate, seguendo il prodotto sino al suo destino finale, sulla tavola dei consumatori, nei mercati del mondo. La responsabilità del produttore frantoiano artigiano non può essere delegata, ma presuppone il controllo dell’intera filiera, con trasparenza e seria autoregolamentazione: il frantoiano dice ciò che fa e fa ciò che dice, a garanzia dell’impegno profuso nell’arco di un anno di attento e competente lavoro, per soddisfare le aspettative dei propri Clienti. Il marketing e una idonea capacità comunicativa, come hanno sottolineato Rossano Pazzagli, Gigi Mozzi e Maurizio Pescari nei loro interventi nella tavola rotonda, dovranno guidare i Frantoiani artigiani nel presentare i loro oli per la loro funzionalità sensoriale e nutrizionale, dando soddisfazione alle attese del consumatore, e non per ciò che sono. La proposta dell’olio artigianale è di fatto un cambiamento culturale, di prospettiva e di metodo: marketing e capacità di comunicazione, non solo competenza tecnica !

Per raggiungere gli scopi intrinseci del progetto “Olio Artigianale”, A.I.F.O. appoggia la crescita professionale e tecnica di tutti gli attori della filiera olivicolo-olearia, organizzando corsi di vario livello e contenuto per Mastri oleari, Frantoiani, Addetti alla distribuzione, Chef, Gastronomi e Sommelier.

Una particolare attenzione verrà posta da A.I.F.O. allo sviluppo di una diffusa conoscenza delle caratteristiche degli oli artigianali tra i Consumatori, per informarli della loro funzionalità sensoriale esprimibile in relazione alle varietà di olive, oltre 300 in Italia, e al loro grado di maturazione, alle tecnologie estrattive adottate, alle sapienti capacità di miscelazione. Tali fattori consentono ai Mastri oleari di ottenere oli delicati, con gusto amaro leggero e leggero piccante, dagli aromi di semi o di frutta, oli profumati con sentori di foglia o di frutto di pomodoro o di erba tagliata, con equilibrato gusto amaro e vivace piccante, oli saporiti dal caratteristico aroma erbaceo di cardo o di carciofo con intenso gusto amaro, sostenuto da una forte percezione tattile di piccante pungente o bruciante.

In questo processo di sviluppo di una cultura gastronomica per la valorizzazione della funzionalità sensoriale degli oli di eccellenza, da usarsi come ingredienti di pregio per caratterizzare e differenziare i cibi, risulta fondamentale la collaborazione con Chef, Sommelier ed Esperti di gastronomia che adottino un nuovo linguaggio dell’olio, capace di trasmettere ai consumatori le emozioni sensoriali e culturali degli oli artigianali. Dobbiamo lavorare sulla “qualità percepita” dai Consumatori in maniera nuova e più efficace, come ha suggerito nel suo intervento Aldo di Russo.

I Frantoiani Artigiani presenti hanno percepito la forte carica innovativa della proposta e ne hanno appoggiato lo sviluppo con entusiasmo, consci del suo valore come elemento di sostegno per la qualificazione del loro ruolo e dei loro sforzi economici e tecnici, nella produzione di oli di eccellenza da proporre in maniera qualificata a Consumatori consapevoli della funzionalità sensoriale degli oli artigianali, ingredienti di pregio, apportatori di sapori e profumi, per il piacere del palato, nei loro cibi preferiti.

In questo sforzo di sviluppo produttivo, imprenditoriale e culturale, i Soci di A.I.F.O. ritengono fondamentale la collaborazione con le Istituzioni, per garantire un quadro normativo chiaro ed efficace. Accolgono con favore i controlli rigorosi e ringraziano le Forze dell’ordine per la loro attenta azione di sorveglianza e monitoraggio. Auspicano che si sviluppi rapidamente una forte azione di coordinamento tra le numerose strutture di ispezione, controllo ed analisi, al fine di migliorarne l’efficienza, evitando onerose duplicazioni. Chiedono un sempre maggiore utilizzo dei sistemi informatici che consentono trasparenza e visibilità della filiera a tutti gli Enti di controllo interessati e soprattutto permettono una visione sistematica del settore, utile anche per impostare corrette politiche di regolamentazione e di sviluppo, come testimoniato dai Relatori intervenuti al Convegno che ha preceduto l’Assemblea dei Soci A.I.F.O.

Di grande interesse è stata la relazione di Vincenzo Peluso di AGEA che ha messo in evidenza l’importanza della raccolta dei dati sulle produzioni, attraverso il portale SIAN, che dalla prossima campagna, su proposta di AIFO, riguarderà anche le categorie non incluse nella fase introduttiva, quali quelle dei commercianti di olive, dei piccoli frantoi aziendali, degli oli IGP/DOP e quella degli oli lampanti. I partecipanti hanno auspicato che la disponibilità dei dati raccolti nel SIAN possano rappresentare una fonte di informazioni condivisibile con tutti gli organi di controllo per tutelare i Produttori ed i Consumatori dalle frodi ancora in essere nel settore. In tale senso hanno dato importanti contributi i rappresentanti dell’ICQRF: Luca Veglia; dell’Agenzia delle Dogane: Edoardo Mazzilli; del Corpo Forestale dello Stato: Amedeo de Franceschi; che hanno sintetizzato l’impegno continuo dei loro Enti ed Uffici nella messa a punto di metodi analitici e nell’attivazione dei controlli necessari per evitare attività fraudolente di adulterazione e contraffazione attraverso l’import/export di oli, spacciati per oli extravergini di oliva 100% italiani, e poi venduti a prezzi scandalosamente bassi. Il Dottor De Franceschi ha illustrato le tecniche analitiche isotopiche in grado di identificare l’area di origine degli oli, differenziando per esempio gli oli Italiani da quelli Tunisini. Tale metodo, unito a quello della misura degli alchilesteri, rappresenta un forte deterrente per la contraffazione della categoria degli oli extravergini d’oliva 100% Italiani.

Nella strada di valorizzazione degli oli italiani di qualità il Dr Giovanni Di Genova, Dipartimento delle politiche competitive e della qualità agroalimentare del Mipaaf, ha introdotto il nuovo olio d’oliva di qualità SQN, da produrre secondo un nuovo disciplinare di filiera, per la cui certificazione sono previste procedure semplificate con una riduzione degli oneri amministrativi e di controllo. Alla domanda dei presenti circa la possibilità degli oli DOP/IGP e BIO di accedere alla certificazione SQN, il Dr Di Genova ne ha confermato la fattibilità, purché ovviamente tali oli rispettino i parametri restrittivi previsti dal disciplinare SQN, il cui processo di approvazione terminerà a giugno del 2013. In questo processo di difesa dei diritti dei produttori e dei consumatori il Presidente Piero Gonnelli ha rivolto un ringraziamento all’Onorevole Colomba Mongiello, presente all’assemblea A.I.F.O. con un interessante contributo, che nella scorsa legislatura ha ottenuto l’approvazione della legge “Salva Olio Made in Italy” che, seppur sospesa dalla Commissione di Bruxelles, ha già dato uno scossone al settore del commercio dell’olio extravergine d’oliva 100% Italiano, aprendo un forte dibattito sulla trasparenza in etichetta e sui controlli a difesa dell’olio di qualità.

E’ stato veramente un piacere ed una soddisfazione aver partecipato ad un evento così vivace e ricco di spunti, come questa due giorni di incontri a Sorrento, in coincidenza con la Sirena d’Oro. Siamo certi che i Dirigenti e i Soci di A.I.F.O. hanno ricevuto molti stimoli per sviluppare nel prossimo quadriennio una organica azione di promozione dell’olio di oliva artigianale di eccellenza, a difesa dei consumatori e dei produttori onesti e competenti.

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Adriano Mantova

08 maggio 2013 ore 20:31

Sottoscrivo il commento di Gianluca ed aggiungo che oggi il comparto olivicolo ed oleario italiano sconta gli errori del passato, quando, probabilmente, molti produttori olivicoli e relative associazioni di categoria si dedicavano ad amministrare ed incassare gli aiuti più che a produrre oli di qualità ed in quantità adeguate. Una qualità ancora oggi più decantata che realizzata . Si abbia il coraggio di dire che il merito della diffusione e dell'apprezzamento dell'olio extra vergine nel mondo è da attribuire soprattutto all'industria (o agli artigiani) dell'imbottigliamento nostrani, detentori di quell’arte olearia italiana con cui si valorizzavano e si valorizzano le tante frammentate produzioni sia italiane che mediterranee . E’ sconsolante e scomodo dover affermare che in Italia produciamo grandi oli ma in quantità ridicole rispetto al grosso della produzione realizzata, composta soprattutto da oli lampanti mentre i vergini sono spesso mediocri , con caratteristiche organolettiche non in linea con le aspettative dei consumatori e con quadro analitico, sovente, anomalo (per usare un eufemismo!). L’industria è sovraccarica di burocrazia che in alcuni casi potrebbe comunque tornare utile (vedasi il sistema di gestione informatizzato SIAN). Con il SIAN tutte le operazioni mercantili sono documentate per via informatica ed in tempo reale (produzione di materia prima, vendite,acquisti , giacenze ) ma i dati sono riservati solo agli organi di controllo , mentre sarebbero utilissimi in forma aggregata (gestibili con un click) a tutti gli operatori per meglio comprendere le dinamiche del mercato. Basterebbe pubblicarli mensilmente attraverso l’ISMEA etc o renderli fruibili sullo stesso portale Sian. Probabilmente, però, la loro diffusione è scomoda poiché potrebbe far emergere qualche incongruenza fra le produzioni dichiarate negli anni della forfetizzazione degli aiuti e le produzioni realmente realizzate negli anni a seguire. Probabilmente gli Spagnoli ci “intingerebbero il pane” e la Comunità Europea non gradirebbe. Malgrado tutto continueremo a lavorare con passione per migliorare il settore dell’olio di oliva

GIANLUCA RICCHI

04 maggio 2013 ore 11:56

Olio di oliva extravergine artigianale; Salva olio made in Italy; Operazioni di Marketing che nulla hanno a che fare con la realtà del mercato mondiale. Peccato che nessuno si stia rendendo conto del disastro che stiamo vivendo infamando e denigrando tutto ciò che non è italiano. Gli importatori di tutto il mondo sono stanchi di avere a che fare con un paese patetico come il nostro che per giunta ancora oggi dichiara alla CEE molto più di quello che realmente produce. Gli stati uniti d'America per il problema dei pesticidi riscontrati sul ben amato 100%italy stanno riflettendo molto dando spazio, come è giusto che sia, ad altri paesi di produzione. La Spagna sta unendo le forze fra il mondo della produzione e il mondo dell'industria capendo quanto importante sia l'unione della filiera. Stiamo parlando di Hojblanca e Deoleo, aziende più importanti del settore oleario. La Turkia e la Tunisia stanno crescendo a dismisura non soltanto vendendo il prodotto sfuso , bensì esportando la loro bottiglia. Ma a noi tutto ciò non interessa minimamente perchè la nostra missione è un'altra. Noi dobbiamo riuscire a sfasciare le nostre imprese soltanto per il gusto di sfasciarle o peggio, perchè si sono rivolte, come la legge gli consente, ad altri mercati comunitari o non comunitari alla ricerca della materia prima e della competitività. Questo, a una parte della filiera, non va bene minimamente ed è giusto allora considerare tutte le imprese e i loro leader, agro-mafiosi delinquenti o falsari. Chissà chi guadagnerà in questa disfatta, certo è che il nostro paese ha già perso. Non ci rimane altro che tornare ad essere davvero degli artigiani, cercando di vendere quel poco che si produce all'interno del nostro paesello e continuando a raccontare al consumatore che solo noi produciamo qualità. Tutto il resto lo faranno gli altri, a noi non è quasi più consentito farlo. Viva l'Italia, Viva l'olio extra vergine di oliva 100% italiano.