L'arca olearia 29/09/2012

Previsioni di produzione di olio d'oliva: la Spagna piange, l'Italia non ride

Previsioni di produzione di olio d'oliva: la Spagna piange, l'Italia non ride

Sarà un'annata di scarica, specie in Spagna dove non si supererà il milione di tonnellate. L'Italia soffre per le gelate e la siccità ma tiene. Potrebbero essere ridotte a zero le giacenze e i prezzi sono destinati a salire


Si preannuncia un'altra annata di scarica per l'Italia dopo quella precedente, con una produzione inferiore alla media, e che non dovrebbe superare le 300/330.000 tonnellate, con un calo del 5-10% rispetto allo scorso anno.

Tutta colpa delle gelate invernali, che hanno compromesso il raccolto in molte regioni adriatiche, e della siccità estiva che ha accentuato la cascola specie nei molti oliveti non irrigui.

Specchio di questa stagione è la prima regione olivicola italiana, la Puglia, che dovrebbe avere un calo produttivo del 5-10% rispetto all'anno passato, in linea quindi col dato nazionale. Ottime produzioni, anche a livello qualitativo, nel nord del barese, qualche difficoltà nell'area di Bitonto. Attesa solo una discreta campagna, a causa della siccità, nel Gargano e nel Salento. Tiene invece la Calabria che dovrebbe riconfermare i volumi dello scorso anno e garantire una produzione di buon livello qualitativo, specie nel catanzarese. Stesse prospettive in Sicilia, dove a soffrire per la siccità è stata solo l'area dei Monti Iblei ma senza particolari ripercussioni negative. In Campania la produzione dovrebbe crescere del 20%, confermandosi così la quarta regione olivicola italiana, Il Centro Italia si risolleva dopo l'annata disastrosa (-30/40%) dello scorso anno. Segno positivo per Lazio, Toscana e Umbria ma sotto le aspettative. La crescita dovrebbe attestarsi tra il 10 e il 20%. Il versante adriatico dovrebbe invece avere un calo produttivo del 20% almeno rispetto allo scorso anno. Confermata la produzione della passata campagna anche al nord Italia.

Ci sarà quindi meno olio italiano, anche considerando che gli stock sono ridotti al lumicino. 5000/8000 tonnellate.

 

In Spagna la situazione appare decisamente più preoccupante. Rispetto a 1,6 milione di tonnellate dello scorso anno, si otterranno non più di 950mila/1 milione di tonnellate. Particolarmente difficile, soprattutto a causa della siccità e del gran caldo, appare la situazione in Andalusia e nell'area di Jaen dove il calo potrebbe arrivare al 50%. Meno problemi si sono riscontrati nell'area di Siviglia e della Catalogna dove il calo produttivo dovrebbe attestarsi sul 25/30%.

Le giacenze ancora presenti in Spagna dovrebbero poter portare l'effettiva disponibilità di olio su livelli usuali. Sono infatti presenti stock per 400/500 mila tonnellate per una disponibilità complessiva che dovrebbe quindi sfiorare gli 1,5 milioni di tonnellate.

 

Ottime prospettive invece in Grecia, che dovrebbe avere una produzione in crescita del 10%, a 280.000 tonnellate. Dopo tante sofferenze negli anni passati è soprattutto Creta a regalare soddisfazioni al paese ellenico quest'anno con una produzione abbondante e di buona qualità. Ottime prospettive anche per il Peloponneso. Nel complesso già si preannuncia la campagna migliore, specie sul fronte qualitativo, degli ultimi anni, ridando fiato a un'economia in crisi.

Le giacenze in Grecia ammontano a 5000/8000 tonnellate.

 

In Tunisia si aspetta l'annata che potrebbe segnare un record produttivo storico, toccando le 220.000 tonnellate. Pochi i problemi di caldo e siccità, le aspettative sono ottime, specie nel nord del paese. L'assenza della mosca delle olive e qualche pioggia al momento giusto fanno anche ritenere che si possano ottenere qualità e quantità migliori rispetto agli ultimi anni. Un'evoluzione positiva che ormai si consolida di anno in anno ma che non sfocia in un aumento dell'export verso l'Europa. Infatti gli imbottigliatori e gli industriali dell'Ue hanno scelto di confezionare prevalentemente prodotto del Vecchio Continente, così lasciando che la Tunisia trovi da sola i suoi sbocchi di mercato. Le giacenze dalla scorsa campagna sono inferiori alle 10.000 tonnellate.

 

La nazione vicina della Tunisia, ovvero il Marocco, soffre un'annata negativa, con una produzione di 60.000 tonnellate, con scarse prospettive di ottenere oli di buona qualità, anche a causa di problemi di mosca e di siccità.

 

Si conferma la produzione in Turchia (200.000 tonnellate) mentre è vista in calo, anche a causa dei problemi socio-politici, in Siria (120/130.000 tonnellate). Si tratta di paesi in cui l'olio d'oliva prodotto viene però principalmente autoconsumato.

 

Nel complesso la campagna per il bacino del Mediterraneo appare deficitaria, con disponibilità nella media delle precedenti annate solo grazie agli stock che, complessivamente, ammontano a 550.000 tonnellate.

Una situazione che potrebbe far infiammare le quotazioni, come si evidenzia dagli scambi delle ultime settimane, e con prezzi che potrebbero crescere ancora del 15-20%.

di Alberto Grimelli, Marcello Scoccia

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Commenti 7

luca crocenzi
luca crocenzi
09 ottobre 2012 ore 15:53

Gentile Sig. Grimelli,
nel ringraziarLa per la Sua risposta, non Le nascondo che avevo immaginato che potesse essere quella la spiegazione, il fare riferimento a un discorso e a un contesto più ampio da un punto di vista dell'orizzonte temporale.
Comunque, grazie ancora per aver dedicato del tempo al mio dubbio.
Cordialmente
Luca Crocenzi

Alberto Grimelli
Alberto Grimelli
09 ottobre 2012 ore 15:22

Gentile Sig. Crocenzi,
la ringrazio per la sua domanda che mi permette una puntualizzazione.
L'affermazione secondo cui sarà un'altra annata di scarica non si riferisce a una comparazione con l'anno precedente, quanto piuttosto a un trend ormai purtroppo consolidato che vede, negli ultimi due/tre anni, la produzione italiana scendere sotto la media quinquennale precedente. In altre parole stiamo perdendo produzione, fenomeno certamente dovuto a un clima poco favorevole nelle ultime campagne ma anche all'abbandono e alla mancata raccolta.
Cordiali saluti
Alberto Grimelli

luca crocenzi
luca crocenzi
09 ottobre 2012 ore 15:06

Buongiorno,
per quanto mi trovi sostanzialmente d'accordo l'analisi relativa alla prossima campagna, nel momento in cui si citano le varie zone geografiche italiane e non, mi chiedevo come mai l'articolo in oggetto iniziasse il suo contenuto con la seguente affermazione "Si preannuncia un'altra annata di scarica per l'Italia dopo quella precedente".
Per quanto mi è dato sapere, infatti, da dirette rilevazioni poi confermate alla fine anche da fonti ufficiali, la produzione relativa all'anno scorso è stata superiore rispetto a quella dell'anno precedente (campagna 2010/11). Ovviamente, faccio riferimento alla produzione di extra vergine nel suo complesso, la quale, pur registrando dei cali netti della raccolta nelle zone centrali della nostra penisola, non ha saputo sopperire agli aumenti registrati in quelle che rappresentano le nostre zone nevralgiche di produzione: Puglia e Calabria.
Grazie sin da ora per il Vostro riscontro
Luca Crocenzi

Igino Mazzieri
Igino Mazzieri
06 ottobre 2012 ore 06:51

Ancora ci affidiamo alle annuali notizie e statistiche sulla produzione italiana?
Nessuno vuol approfondire la notevole percentuale di produzione in nero nelle campagne italiane, specialmente di olio?
Specialmente dopo anni di un continuo affastellarsi di norme ed adempimenti a carico di olivicoltori e frantoiani?
Specialmente dopo la proliferazione di mini e medi frantoi aziendali con produzioni di olio che sfuggono ad ogni registrazione per consentire la vendita di grandi quantità di olio sfuso e in nero?
Nessuno vuole approfondire la concorrenza sleale da parte di una miriade di produttori
che per non impazzire con obblighi vari (registri telematici, obbligo di imbottigliamento, analisi costose e contradditorie, smaltimento di acque e sanse, etc..) vendono in nero?

GIANLUCA RICCHI
GIANLUCA RICCHI
02 ottobre 2012 ore 15:30

Personalmente credo sia difficile, se non addirittura impossibile, riuscire a capire quanto davvero produciamo in Italia. Mi spiego meglio; Coldiretti dichiara ufficialmente che quest'anno l'Italia ha prodotto 483.000 tonnellate di olio.Forse allora il Sig.Grimelli ed il Sig.Scoccia hanno sbagliato a digitare sulla calcolatrice perchè, togliendo un massimo del 10% arriveremmo a 430.000 tonnellate e non 300/330.000 come hanno scritto loro. Forse però è errato il numero di Coldiretti. Mi auguro davvero che il decreto salva olio Made in Italy che tutto il "mondo oleario" guarda con grande fierezza sia in grado, oltre che a rivedere le dimensioni dell'etichette, a dar maggior trasparenza e veridicità a quello che realmente si produce.Dobbiamo tornare ad essere un Paese serio. Soltanto questo può salvarci.

Alberto Grimelli
Alberto Grimelli
01 ottobre 2012 ore 11:40

Buongiorno,
le previsioni per la Toscana indicano un +20% sull'anno passato. Ricordiamo, però, che l'anno scorso la produzione è stata dimezzata, o quasi, rispetto a un'annata normale.
Per quanto riguarda le singole aree, la situazione appare quanto mai a macchia di leopardo. Vi sono zone, come il basso fiorentino, che sono ben cariche ed altre, come certe parti del senese, completamente scariche. Nel complesso si tratta di un'annata ampiamente sotto la media produttiva comunque.
Cordiali saluti
Alberto Grimelli

Massimo Bernazzi
Massimo Bernazzi
30 settembre 2012 ore 10:24

Ma sicuri sui dati toscani ? meno 5/10 % ? ci sono interi impianti in Toscana,e non solo provincia di Siena,senza nemmeno una drupa.