L'arca olearia 12/05/2012

Abolizione del panel test per l'olio d'oliva? Se ne può discutere

Abolizione del panel test per l'olio d'oliva? Se ne può discutere

Durante l'ultima riunione dell'European Commission Advisory Group Olive Oil, per la prima volta, si è messo in discussione l'esame organolettico foriero di problemi, soprattutto in Italia, e accusato di non essere economicamente sostenibile nel lungo periodo


E' la prima volta che il panel test viene così apertamente messo in discussione, tanto da ventilarne, con la motivazione dell'insostenibilità economica nel lungo periodo, la dismissione.

Il tema, trattato con le dovute cautele politiche, è stato discusso durante i lavori dell'European Commission Advisory Group Olive Oil dello scorso novembre, il cui verbale è stato reso disponibile solo pochi giorni fa sul sito della Commissione europea (http://ec.europa.eu/agriculture/consultations/advisory-groups/olives/index_en.htm).

E' sufficiente scaricare il “draft” relativo alla riunione del 9 novembre 2011 e quindi leggere il punto 8: “Socio-professional organizations information concerning the proposals on physic-chemical and especially organoleptic questions.”

Sebbene, come specificato dal Presidente, non sia stato chiesta l'abolizione del metodo, si sollevano molti dubbi circa il suo funzionamento e viene riconosciuto, dopo istanza dell'industria, che non è economicamente sostenibile nel lungo periodo.

In base alle dichiarazioni rese a verbale pare che il metodo venga, al momento, tollerato. Una situazione però destinata a cambiare nel momento in cui si rilevasse un nuovo sistema capace di discriminare tra olio vergine ed extra vergine. Il panel test infatti creerebbe, a detta di esponenti del commercio oleario, problemi soprattutto in Italia.

Sibillina anche la frase conclusiva: “The Commission concluded that it is in anyway good to have a panel test.” Quel “in anyway”, che sta per “comunque”, esprime meglio di molte perifrasi il diffuso scetticismo verso il panel test.

Durante la riunione di novembre si sono insomma poste le basi per discutere seriamente dell'abolizione dell'esame organolettico, introdotto nella Ue con il reg. 2568/1991, e che viene considerato ormai sorpassato e destinato a creare frizioni, anche nelle relazioni internazionali, non solo tra Stati membri dell'Unione europea. E' noto che gli Stati Uniti stiano pensando a una revisione in proprio del metodo, grazie a un redivivo interesse dell'American Chemical Society per gli oli d'oliva. Meglio togliere dunque l'argomento dal tavolo prima che diventi troppo scottante.

E' inoltre nota l'insofferenza del mondo dell'industria e commercio oleario nei confronti di presunte inchieste giornalistiche o d'altro tipo i cui risultati, mediaticamente eclatanti, si basano spesso interamente sui panel test senza avere poi alcun riscontro sul piano giudiziario. Polveroni che però hanno conseguenze commerciali. Bisogna ricordare che, molto spesso, i presunti panel non hanno alcun carattere di ufficialità, non essendo riconosciuti, e, in alcuni casi, essendo composti da persone che non hanno nemmeno le qualifiche di assaggiatori professionali.

Da rilevare che nessuna voce forte si è levata, ed è stata verbalizzata, durante la riunione dell'Advisory Group a favore del panel test. Perchè i rappresentanti italiani dei produttori olivicoli non si sono fatti sentire? Temo che l'Italia si trovi, su questo argomento, piuttosto isolata con la Spagna che, invece, senza apertamente chiederlo, tifa per l'abolizione del panel così aprendo ulteriormente le maglie della sua produzione commerciale.

A difendere il valore del panel test, nel frattempo, ci sono gli assaggiatori italiani che abbiamo interpellato.

“Abolire il panel test sarebbe un'assurdità – afferma Paola Fioravanti, presidente Umao – Il fatto che l'olio d'oliva sia il primo prodotto alimentare in cui si valutano, al fine del riconoscimento della categorie commerciale, le caratteristiche organolettiche è un successo. Abolirlo non sarebbe solo un arretramento, un appiattimento verso il basso della qualità oliandola, ma soprattutto sarebbe disconoscere i risultati prodotti dai panel negli ultimi vent'anni a favore del settore e della cultura olivicola. Tra l'altro la presunta insostenibilità economica è grottesca. L'esame organolettico costa meno di una gascromatografia. Gli assaggiatori vengono spesso sottopagati e svolgono questo servizio soprattutto per passione.”

“Non credo che l'abolizione del panel sia la soluzione migliore per il comparto – dice Marcello Scoccia, vicepresidente Onaoo – e nemmeno per i consumatori. Per esperienza so che oli fortemente rancidi possono anche avere parametri chimici rispettosi delle norme. Lo stesso si può dire per altri difetti. Occorre però anche un po' di autocritica. C'è stata un'eccessiva proliferazione di assaggiatori, capi panel che sono così stati accreditati come presunti esperti senza però avere la sufficiente formazione, esperienza e professionalità per esprimere veritieri giudizi sull'olio. L'improvvisazione può fare ugualmente male al settore oleario. Serve una riforma che faccia dell'assaggiatore uno specialista. Occorre un salto di qualità per i panel test.”

di Alberto Grimelli

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Commenti 6

GIANLUCA RICCHI
GIANLUCA RICCHI
18 maggio 2012 ore 12:51

Caro Marcello, tu sai benissimo cosa sta succedendo nel nostro paese. Stiamo assistendo ad un attacco politico e mediatico fatto di tante non verità e che stanno distruggendo totalmente l'immagine delle nostre imprese. Il panel test sembra oggi essere l'unico strumento a vantaggio degli organi di controllo per squalificare o meglio declassare un olio di oliva. Credo che questo meriti davvero una riflessione generale. Non credi? Io sono a favore del panel test, non avrei seguito i tuoi corsi fino al raggiungimento del diploma di capo panel, però in questi ultimi anni qualcosa ci sta sfuggendo. Non si può ritenersi assaggiatori avendo semplicemente seguito un corso di una settimana, questo arreca danni al settore tutto. Perché non vengono costituiti panel test Comunitari fatti da addetti ai lavori che da 20 anni,come facciamo noi,assaggiano olio dell'intero emisfero? Ancora oggi i ring test dimostrano quanto ci sia da lavorare in questa direzione . Ancora oggi parliamo di provenienza e di difetto facendo una gran confusione. Lo stesso campione di olio assaggiato in Spagna o in Italia ottiene due certificati organolettici totalmente differenti. Questo è il vero problema e su questo dobbiamo lavorare tutti assieme se vogliamo proseguire la strada del panel test.

FRANCO DI  MARCO
FRANCO DI MARCO
13 maggio 2012 ore 17:31

A Marcello Scoccia.
Mi dispiace, per essere sintetico sono stato poco chiaro. Il riferimento agli alchilesteri voleva solo ricordare che, almeno in quel caso, la chimica analitica era riuscita a trovare una soluzione, ancor più importante data la inefficacia dell'analisi organolettica.
Venendo all'esempio che lei fa, quello che mi domandavo è: il composto o i composti che causano l'odore di rancido sono individuabili con un'analisi chimica tradizionale o con una analisi gascromatografica, o con un'analisi spettrale ecc? Questo non per togliere valore all'esame organolettico, ma per standardizzarlo e dargli una base oggettiva. Dopo di che è possibile che il panel sia il meccanismo più rapido e meno costoso a nostra disposizione.
Grazie per la cortese risposta.

Marcello Scoccia
Marcello Scoccia
13 maggio 2012 ore 17:21

Buongiorno Giovanni,
Giusto, non basta frequentare un corso da Capi Panel per ritenersi un professionista delll' olio, su questo punto ONAOO insiste da molti anni, oltre ai corsi, pianifichiamo molte sedute di aggiornamento nel corso dell'anno, e nemmeno questo sarebbe suffciente a formare professionalmente un assaggiatore. A questo va aggiunto un allenamento continuo e come ha ribadito lei ...una parte importante ..la passione e l amore per questo prodotto

Marcello Scoccia

Marcello Scoccia
Marcello Scoccia
13 maggio 2012 ore 16:58

Gentile Franco Di Marco , ribadisco che non è sufficiente l analisi delgli alchilesteri per determinare la presenza di eventuali difetti in un olio, le faccio un esempio pratico l alcuni giorni fa abbiamo esaminato alcuni oli con un'intensita' di rancido molto elevata , praticamente a livello merceologico dei lampanti pieni. Ebbene , questi oli presentavano un vlaore di alchilesteri sensibilmente inferiori a quanto stabilito dal regolamento.
Se il difetto non è originato da fermentazioni o altro il valore può risultate molto basso, in questo caso il supporto del panel test è determinante.
Pensi al caso anche di molti lampantini spagnoli (con analitica perfetta) che senza panel test verrebbero classificati extra vergini..

Grazie per il suo intervento

giovanni breccolenti
giovanni breccolenti
12 maggio 2012 ore 21:21

Daccordissimo con Marcello Scoccia,anche le virgole.Soprattutto la figura del Capopanel è fondamentale per la crescita della professionalità dei suoi assaggiatori:addestramento continuo per riconoscere difetti e pregi e continua ricerca di oli provenienti da ognidove,soprattutto monovarietali certi,verificati di persona,da sottoporre agli assaggiatori e perchè no,anche al consumatore.Stimolare tutti i componenti a studiare normative e quant'altro sull'olio per crescere sotto tutti i punti di vista.Ma soprattutto,"Missione del capo panel è motivare i componenti del gruppo,suscitando tra loro interesse e curiosità" e non lo dico io ma lo dice la normativa.Per fare tutto cio' è ovvio che la sola passione,benche' condizione necessaria, non basta,serve che la nostra figura diventi professionale e sempre piu' indipendente.
Ribadisco,panel professionali uniti all'esame del DNA dell'olio risolverebbero parecchi problemi(a chi lavora bene) e scioglierebbero molti dubbi su tante problematiche piu' o meno vere, venute a galla ultimamente.Certo,sono convinto,questa accoppiata qualche problemino a qualcuno lo creerebbe.

FRANCO DI  MARCO
FRANCO DI MARCO
12 maggio 2012 ore 20:56

E' veramente impossibile determinare (con analisi chimiche e/o chimico-fisiche) la presenza di sostanze responsabili dei "difetti" dell'olio? o è solo una questione di costi? l'esempio degli alchiesteri dovrebbe incoraggiare la ricerca in tal senso. Capisco che pretendere di individuare TUTTO sarebbe costosissimo se non impossibile, ma si potrebbe incominciare con le cose più accessibili. Poi ben venga il panel. Mi sta venendo in mente che per i profumi c'è sempre la collaborazione tra metodi analitici e "nasi".
Franco Di Marco