L'arca olearia

Sotto scacco. I mal digeriti alchilesteri e l’arroganza del potere

Accade anche questo nel mondo dell’olio. In un Paese dove si spaccia la democrazia come pane quotidiano, il veto a parlare è cosa gravissima. C’è preoccupazione in giro. Grande stupore di fronte ad alcuni comportamenti deprecabili. Cosa si nasconde dietro a simili inqualificabili atteggiamenti? Interroghiamoci tutti

30 aprile 2011 | Massimo Cocchi

UNA PREMESSA PER I LETTORI

Avvertenza ai lettori. Questa lettera del professor Massimo Cocchi, giunta in redazione venerdi 28 aprile, è a me molto cara.

La pubblico con grande gioia, anche perché è segno di una coraggiosa presa di posizione e di dichiarata ed esplicita solidarietà.

Ricevo questa lettera in un periodo piuttosto buio per il comparto olio di oliva in Italia, un periodo in cui alcuni gruppi di potere agiscono indisturbati, con la complicità delle Istituzioni, allo scopo di frenare il libero pensiero, quello espresso da persone libere e oneste. Persone che evidentemente risultano scomode per la loro limpidezza nei comportamenti assunti in merito alla recente diatriba seguita all’emanzione del Regolamento comunitario 61/2011, quello, per intenderci, che introduce il noto metodo degli alchilesteri.

La mia posizione, di netto contrasto verso coloro che gridando allo scandalo, hanno inteso ribaltare la verità dei fatti, una difesa della verità che ora sto pagando con i veti posti sul mio nome.

Il primo dei quali in Calabria, dove mi è stato di fatto impedito di presenziare a un workshop programmato da tempo a Rende, con l’ordine giunto proprio dalla stessa Regione Calabria.

L’altro veto, invece, mi è giunto dalla Regione Abruzzo, la quale mi ha impedito di presenziare a un altro seminario di studi, altamente scientifico, organizzato per la giornata del 14 maggio. Giornata di studi alla quale io non potrò partecipare in veste di moderatore, perché mi è stato esplicitamente vietato di essere presente e parlare.

Proprio così: hanno osteggiato la mia presenza, e sempre per le stesse libere posizioni espresse sul tema degli alchilesteri dal professor Lanfranco Conte su Teatro Naturale, la sua presenza a Foggia in veste di docente a un corso, non ha più avuto un seguito, con l’imbarazzo degli organizzatori. E pensare che per il professor Conte, come pure nel mio caso, tutto era concordato in largo anticipo. Evidentemente è questa l’Italia dei gruppi di potere che giocano a porre veti.

Ora, però, un’osservazione mi sembra doverosa: in questi casi specifici noi lo sappiamo con certezza, perché tutto era programmato e concordato da tempo, ma quanti sono gli incontri ai quali non possiamo partecipare perché viene di fatto impedito di invitare persone libere e senza casacca che risultano invise ai vari gruppi di potere?

Ciò che qui denuncio pubblicamente è assai grave: definite voi l’atteggiamento di chi ha l’imprudenza di porre veti a persone libere che esprimono il proprio pensiero illudendosi di far parte di un Paese democratico.

Sarebbe utile, da parte dei soggetti coinvolti in questa brutta faccenda, avere una giustificazione per il loro atteggiamento. Che scrivano pure, Teatro Naturale ospita tutti volentieri, non si pongono veti: siamo per la libertà d'espressione. Io, da uomo libero quale sono, ritengo che simili comportamenti siano atti di grande e incivile viltà. I responsabili meriterebbero le dimissioni dai propri incarichi.

Intanto voi lettori leggete la lettera del professor Massimo Cocchi e riflettete. Riflettete su quanto è accaduto e fate le vostre personali e opportune considerazioni. Se avete coraggio scrivete, scrivete pure. E’ giusto rendersi conto con quali personaggi di basso profilo con cui si ha a che fare.

Io mi dedico da anni al mondo dell’olivo e dell’olio, scrivendo e facendo una corretta comunicazione, stimolando e promuovendo un reale e non fittizio cambiamento all’interno del comparto oleario, e sollecitando anche un giro di vite – perché no? – ma mi sembra di capire che anche gli stessi soggetti delle Istituzioni, troppo inclini a essere compiacenti con i gruppi di potere, non vogliano questo cambiamento. Così è, se vi pare.

Luigi Caricato

 

LA LETTERA DEL PROFESSOR MASSIMO COCCHI

Caro Direttore,

da qualche tempo mi occupo dei rapporti fra olio extravergine di oliva, del suo contenuto in acido oleico e delle relazioni che quest’ultimo contrae con la cardiopatia ischemica.

Com’è noto l’olio extra vergine di oliva, simbolo della Dieta Mediterranea, è certamente un punto di riferimento per la salute dell’uomo.

In questo senso esso va tutelato oltre ogni ragionevole interesse di tipo commerciale e deve rispondere a caratteristiche di qualità irreprensibili, perché, a esse, è fondamentalmente legato il suo valore nutrizionale.

La ragione di questa lettera, tuttavia, non concerne il tema della nutrizione, né quella della valorizzazione dell’olio.

Recentemente, coinvolto in prima persona nell’organizzazione e nella gestione scientifica di un convegno sul tema olio extra vergine di oliva e salute, ho vissuto in prima persona una situazione di veto per uno dei relatori.

Questa cosa, non solo mi ha sorpreso, perché in un Paese, dove si spaccia la democrazia come pane quotidiano, il veto a parlare è cosa gravissima, ma, mi sono anche preoccupato quando ho saputo che tale fatto era già accaduto altre volte e tutte recentissime.

Evidentemente c’era qualche cosa che non tornava nei conti della correttezza e della civiltà.

Personalmente ritengo che il parlare sia sempre un diritto come il dialogo, anche acceso, qualora i pareri non siano condivisi.

Tornando all’approfondimento dell’accaduto, da quanto ho potuto appurare, il fatto sommerso esisteva eccome e riguardava in primis la problematica degli alchil esteri.

Per rendere comprensibile tale problematica riporto di seguito una nota che cerca di fare il punto sull’oggetto in discussione perché non vi è dubbio che esso sia alla base degli spiacevoli accadimenti.

 

ALCHILESTERI NEGLI OLI OTTENUTI DALLE OLIVE

Gli esteri alchilici (AE) sono composti organici che si originano dall’esterificazione di acidi grassi con alcoli.

Affinchè in un sistema naturale si formino AE, è necessaria la presenza di acidi grassi liberi e di alcoli e, nel caso delle olive, essendo frutti, ogni danno alla struttura cellulare degli stessi favorisce la formazione di questi composti. Questo avviene perché gli acidi grassi si originano per azione delle lipasi, il metanolo per demetilazione enzimatica delle pectine e infine l’etanolo dalla fermentazione alcolica che ha luogo in olive ammassate in cumuli, in condizioni di umidità relativa e temperatura adeguate a fare sviluppare i lieviti, sempre presenti sulla superficie esterna dei frutti.

Si parla dunque di olive danneggiate, sia per insulti meccanici, sia per surmaturazione, stoccate in maniera non corretta e/o per periodi abbastanza lunghi, tutte condizioni che portano alla produzione di olio lampante e non di olio extra vergine.

La presenza di elevate concentrazioni di alchil esteri (metile palmitato, metile oleato, etile palmitato ed etile oleato, in prevalenza) in oli lampanti, non deve quindi stupire, mentre essa non è plausibile in oli extra vergini.

Per molti anni, si è cercato un metodo analitico per la messa in evidenza di miscelazioni fraudolente di oli extra vergini con oli lampanti dedorati.

Si sono sperimentati vari approcci, cercando sempre di evidenziare modificazioni compositive sia dal punto di vista della modificazione della struttura molecolare di alcune sostanze (es. diacilgliceroli-DAG, pigmenti, ecc.), sia della modificazione intesa come eliminazione di sostanze (studio della frazione volatile, ecc).

Purtroppo, questi approcci non hanno portato a risultati sicuri e, a un certo punto, era sembrato che la valutazione congiunta di DAG e pigmenti fosse utile allo scopo, ma l’insorgere di vari risultati, falsi positivi, consigliò di abbandonare questa strada.

Nel settembre 2006, al Congresso Euro Fed Lipid di Madrid, i ricercatori dell’Instituto de la Grasa di Sevilla presentarono il dosaggio degli alchil esteri come possibile metodo per la messa in evidenza dei deodorati. Come conseguenza del Convegno i chimici del Consiglio Oleicolo Internazionale (COI) lanciarono un primo ring test sul metodo, in seguito migliorato.

Il metodo fu convalidato mediante due ring test e nell’autunno 2009, il COI, riunito in sessione plenaria, approvò sia il metodo sia i relativi limiti come strumento ufficiale di verifica.

Il metodo fu convalidato mediante due ring test e nell’autunno 2009, il COI, riunito in sessione plenaria, approvò sia il metodo sia i relativi limiti (75 mg/kg) come strumento ufficiale di verifica.

Al fine di consentire l’approvazione del metodo, ripromettendosi, in seguito, un riesame del limite, verso il basso (come già accaduto per il contenuto di stigmastadieni), fu accettata questa soluzione.

Al fine di consentire l’approvazione del metodo, ripromettendosi, in seguito, un riesame del limite verso il basso (come già accaduto per il contenuto di stigmastadieni), si accettò questa soluzione.

L’UE da alcuni anni è membro del COI, mentre in precedenza era solamente osservatore ed erano membri i singoli Paesi, di conseguenza è l’Unione Europea (UE) che deve accogliere nella propria legislazione quanto stabilito dal COI.

Per farlo, l’UE deve rendere disponibile il testo in tutte le lingue dell’Unione e ciò rallenta l’iter di approvazione, inoltre l’UE deve sottoporre quanto proposto al Comitato Consultivo, ove sono presenti tutte le organizzazioni di categoria (ASSITOL, FEDEROLIO, UNAPROL ecc.), oltre ai rappresentanti dei consumatori.

Dopo avere acquisito il parere del Comitato Consultivo, la Commissione Europea porta la questione al Comitato di Gestione, dove sono presenti i rappresentanti delle amministrazioni (MIPAAF) che approvano o no il tutto, infine segue la pubblicazione sulla GUCE e il Reg entra in vigore dalla data indicata.

Per gli AE, c’è stato un piccolo problema, nella traduzione italiana e, solo in quella, c’era un errore, cioè, era indicato il rapporto esteri metilici/esteri etilici anziché il contrario. Il giorno dopo la pubblicazione del Re 61, si è provveduto a segnalare la questione e, il giorno dopo, l’errore era stato riparato, quindi, pubblicato sulla GUCE.

Dal 1° Aprile 2011, tutti gli oli confezionati e commercializzati dopo tale data (restano esclusi quelli confezionati e già’ in commercio prima) devono rispettare i limiti per gli AE.

Il parametro si applica solo agli extra vergini. Se un olio, dichiarato EV, ha tutte le caratteristiche corrispondenti a questa categoria, escluso gli AE, non sarà un EV: se le sue caratteristiche corrisponderanno a un vergine, sarà un vergine, se corrisponderanno a un lampante, sarà un lampante e così via.

Infine, oggi qualcuno sta sostenendo che la concentrazione degli alchil esteri incrementi nel tempo, durante lo stoccaggio dell'olio, ma tale ipotesi è un po’ remota, in quanto, prima di tutto gli AE (etil e metil esteri) si formano rapidamente e in buona misura a livello di olive e, per la loro comparsa nell'olio, devono esserci i relativi precursori in concentrazioni adeguate, in particolare l’alcole etilico e metilico. Bisogna anche tenere conto che, secondo Aparicio, la soglia olfattiva per questi composti in olio è di circa 30 mg/kg, che sembra una concentrazione bassa perchè avvengano nuove sintesi. Prove eseguite “ad hoc” hanno dimostrato che gli AE crescono in oli con una percentuale elevata di acidità, cioè in oli dichiaratamente riferibili ai “lampanti”.

C’è il sospetto che la diatriba non sia scientifica ma d’interesse perché, con questo metodo a valori limite elevati, potrebbero essere sospettate frodi commerciali (e di salute?) relative all’olio extra vergine di oliva.

La produzione dell’olio extravergine di oliva, secondo le migliori pratiche, non va toccata e i produttori seri, di buon grado, devono accettare strumenti d’indagine che tutelino i loro prodotti contro concorrenze sleali e ingannevoli.

 

(Massimo Cocchi, Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, Facoltà di Medicina Veterinaria, Alma Mater Studiorum, Università di Bologna, è professor of Nutrition Biochemistry presso l'Institute "Paolo Sotgiu" Quantitative and Evolutionary Psychiatry and Cardiology, LUdeS University, Lugano, Switzerland)

 

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Alberto Grimelli

07 maggio 2011 ore 12:11

Gentile Sig. Passeri,
probabilmente lei non ha le idee chiare su deodorazione e alchil esteri.
La deodorazione è un processo fisico, illegale, che permette di eliminare cattivi odori da oli di scarsa qualità (di solito lampanti) così da poterli fraudolentemente promuovere a extra vergini.
Da diversi anni si è cercato un metodo analitico per arginare il fenomeno e sono state proposti diverse metodiche (pirofeofitine e contenuto in acqua, solo per citarne alcune) che però non garantivano un sufficiente livello di sicurezza analitica.
Decisiva è invece stata la scoperta che il contenuto di alchilesteri di un olio non variava nel tempo e che il contenuto di questi composti era in diretta relazione con la qualità delle olive di partenza.
Un tenore troppo elevato di alchil esteri, quindi, è indice di olive di cattiva qualità (surmature e in fase di fermentazione prima della frangitura) che non dovrebbero essere la materia prima di partenza dell'extra vergine. Un olio con un elevato tenore di alchil esteri ma privo di cattivi odori è tecnicamente un controsenso perchè gli alchilesteri si formano durante le fasi di fermentazione che danno luogo anche a profumi sgradevoli.
Sulla base di queste considerazioni si può affermare che il metodo degli alchil esteri è un buon marker per scoprire i deodorati.
Si può intervenire per abbassare il tenore in alchil esteri di un olio? A oggi non ci consta che esista un metodo, utilizzabile su scala industriale, per ottenere questo risultato e pertanto il metodo degli alchilesteri è utile per abbassare in maniera sensibile la quota di frodi nel settore dell'olio. Si sa che è una continua lotta tra i frodatori e i controllori e non dubitiamo che prima o poi qualche delinquente riuscirà a trovare un modo per aggiarare questo nuovo paletto ma ci auguriamo che gli esperti continuino a lavorare affinchè si individuino sempre più stringenti parametri per tutelare l'extra vergine.
Spero che questa risposta sia esauriente.
La invito tuttavia, attraverso la funzione "CERCA", che trova sempre sulla colonna destra di Teatro Naturale, ad andare a scovare, con le parole chiave "alchil esteri", tutti gli articoli che Teatro Naturale ha pubblicato sull'argomento, non solo quest'anno.
Abbiamo scelto di lasciare libero accesso a tutto il ricco archivio articoli di Teatro Naturale, sin dalla sua fondazione, proprio perchè i lettori possano liberamente approfondire ogni argomento, magari trovando spunti di riflessione "storici" sull'evoluzione di alcune tematiche.
Buona lettura
Alberto Grimelli

GIOVANNI PASSERI

07 maggio 2011 ore 10:14

L'articolo non è per niente chiaro.
Da tempo ho posto la domanda: esite un metodo chimico analitico per accertare che un olio sia stato deodorato fraudolentemente, abbasando il tenore in AE ?
Finora non ho avuto risposta

gabriella gabrielloni

03 maggio 2011 ore 15:38

Resto senza parole e molto amareggiata nel leggere la lettera del professor Cocchi e la premessa alla lettera di Luigi Caricato. Tutto l’ambiente dell’olio conosce Luigi Caricato e Teatro Naturale da anni. Il contributo che sia Caricato, sia il suo Teatro Naturale danno al settore non lo fornisce nessuno in Italia. Io tra l’altro ho letto i numerosi libri di Caricato e ho appreso tante cose. In tanti si definiscono oggi  oleologi oppure seguono le indicazioni da lui fornite.
I suoi consigli sono sempre preziosi. Non riesco a spiegarmi l’atteggiamento di chiusura e di ostilità da parte di alcuni uomini delle Istituzioni e dell’associazionismo. Lo stesso vale per il professor Conte, a cui si debbono tanti studi e tanta generosità nel rendere fruibile la chimica dell’olio anche a noi produttori, o alla gente comune che lo ascolta nei vari convegni e seminari. Non si comprende il motivo per cui ci debba essere un veto che impedisca sia a Conte, sia a Caricato di partecipare a incontri pubblici cui sono stati invitati da altre persone, da altri organizzatori.
Visto che i meriti di Conte e Caricato sono oggettivi, è possibile avere una spiegazione razionale da chi si mostra ostile nei loro confronti? Capire il perché di tanta ostilità aiuta a farsi un’idea di come va l’Italia oggi. E poi, in ultimo, una domanda: non sarebbe meglio che ci fosse un confronto dialettico ed uno di chiarimento?

massimo occhinegro

02 maggio 2011 ore 19:00

La mia vicinanza a te Luigi per quanto accaduto. C'ero pure io al corso a cui doveva prendere parte il Prof. Conte e mi sarebbe piaciuto incontrarlo. Purtroppo adesso ne conosco le ragioni. Mi spiace molto per quanto sta accadendo. Viva la libertà di informazione, Viva Teatro Naturale

Joe Black Mill

02 maggio 2011 ore 18:43

Ritengo che il veto posto tanto al Prof. Conte quanto al direttore Luigi Caricato siano frutto di una ideologia pericolosa.

Apprendo la notizia del "veto" posto al Professore ed al direttore di Teatro Naturale , Luigi Caricato e rimango basito. Per me è sorprendente che ciò possa accadere ed immagino peraltro l'imbarazzo degli organizzatori. Ma perché nessuno reagisce? Perché nessuno prende le distanze da simili comportamenti inauditi? Andreotti docet: a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.


Così come avviene in seno ai partiti politici, anche in questo caso ,si è verificato uno scollamento tra base e vertice. Dove la base è chi ha organizzato a livello locale un corso, pensando di fare una grande cosa con passione, ed il vertice è invece chi decide, senza rendere un buon servizio per la comunità.
Un vertice quindi sempre più guidato evidentemente dalla politica del non fare e proclamare, nonché dalla difesa delle proprie importanti posizioni che godono evidentemente, di un favore“trasversale”complice, forse la ricerca di “appoggi elettorali”.

Ricordo ancora un comunicato stampa della Coldiretti dal titolo “STOP AI DEODORANTI NELL’OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA” ed in seguito, la produzione italiana di 500 milioni di tonnellate di olio di oliva. Errata-Corrige? Nessuna. Se fosse tale la produzione nazionale, evidentemente griderei anch’io allo scandalo per il fatto che l’Italia sia costretta ad importare oli dalla Spagna o dalla Grecia o dalla Tunisia .Il problema è invece che l’Italia produce, a dispetto dei numeri statistici ufficiali, 250.000 -300.000 tonnellate di olio a fronte di una produzione mondiale vicina ai 3 milioni di olio di oliva di pressione.Ecco un altro problema : in Italia nonostante la forte rete agricola dell’associazionismo, non esiste la possibilità di controllare , come in Spagna, l’andamento produttivo. Siamo invasi da numeri non reali e poco concreti e ci basiamo sempre su questi numeri che ci fanno solo illudere di essere ancora grandi produttori. Mi suonano quasi come i proclami delle adesioni agli scioperi o alla manifestazioni: siamo 1.000.000 , siamo 500.000 ecc.
Mentre noi diamo i numeri, al contrario tutti gli altri Paesi europei e non, avanzano sempre di più. Dobbiamo si difendere la produzione autoctona, ma occorre anche investire in olivicoltura con un piano serio. Nello stesso tempo non dobbiamo demonizzare la nostra industria , mentre noi non l’apprezziamo, gli altri la comprano, con il risultato che indeboliamo il sistema. Un sistema produttivo molto frammentato e quindi poco competitivo con il resto del mondo.Purtroppo ho l’impressione che il neo Ministro dell’agricoltura non conosca la realtà dei fatti. E rischia di diventare forse il peggior Ministro dell’agricoltura della Repubblica ed è una bella gara, pensando a chi lo ha preceduto nel tempo.

Per fronteggiare la concorrenza estera soprattutto, dobbiamo aumentare la dimensione minima delle nostre imprese. Diversamente il PIL nazionale diminuirebbe drasticamente a danno di tutti gli operatori oltre che delle famiglie che vi lavorano.

Facendo così quindi, facciamo solo il male dell'olivicoltura italiana.

Qualche giorno fa mi raccontavano che una consumatrice italiana che vive in Svizzera e che acquistava una determinata marca di olio, avesse telefonato preoccupata. La sua preoccupazione? In Svizzera adesso hanno paura di acquistare italiano, sono troppe le notizie che appaiono sui giornali di sequestri anche di pochi litri di olio. Tali notizie, portate avanti come esempi di "difesa del Made in Italy" fanno il giro del mondo e finiscono per tornare indietro con un effetto boomerang. Questo è il risultato di tanti proclami, di tanti attacchi che finiscono per rovinare quanto c'è di buono nel settore. Avete forse mai letto di notizie simili e di comparse in conferenza stampa , (spesso per smania di protagonismo), varie in giornali o tg spagnoli? L'Italia è unica nel suo genere, è l'unico Paese che anziché difendere il sistema, lo attacca al suo interno, senza preoccuparsi degli effetti devastanti che seguono. L'Italia di certi paladini è quella che è contro la democrazia e zittisce chi ha il solo ardire di dire la sua verità, basata, peraltro, su fatti chiari ed evidenti. Siamo di fronte alla mistificazione della verità, al "o con noi" o "contro di noi". Non è così che si porta avanti un settore, non è così che si difende il Sistema Italia.
Ancora oggi l'accordo Unaprol-Mataluni, per la vendita del prodotto premium italiano, sembra che non sia ancora iniziato, nel senso che ancora quest'olio non compare nella grande distribuzione, a leggere sui giornali, si parla di farlo tra "alcuni mesi". Si era parlato quasi di “accordo del secolo”. Leggevo su un giornale che Mataluni (senza nulla togliere a questo imprenditore) rappresenterebbe i marchi : Sasso, Carapelli, Dante, Monini, Oio ecc. Ma chi scrive questi articoli? Ma si possono forse chiamare giornalisti? Ecco cosa e chi ci meritiamo. E poi quelli seri, esperti che dedicano la loro vita al settore, non possono svolgere il loro lavoro con serenità, raccontando la verità.
Roba da non credere.

Comunque il progetto, di per sè encomiabile, era stato lanciato all'inizio della campagna 2010/2011 e sono trascorsi già 6 mesi. Tra un pò quell'olio potrà diventere lampante. Aspetto con curiosità il suo lancio ed aspetto di vedere i risultati delle vendite, ma soprattutto attendo di vedere a quale prezzo verrà venduto.

Detto tutto quanto sopra, il mio sogno resta quello che si uniscano tutte le persone di buona volontà ed operose del settore, per valutare senza ipocrisie, la reale situazione italiana e in accordo con i ministeri , Mipaf e Sviluppo economico, tracciare le linee strategiche per il futuro della nostra olivicoltura. In tale lunga estenuante attesa , apprendo che un nuovo gruppo italiano starebbe per vendersi dopo la cessione dei marchi e relative aziende: Sasso, Carapelli e Bertolli. ( al gruppo SOS e non a Mataluni)
Sommando i fatturati di queste aziende possiamo dire di aver perso MILIARDI di euro di Fatturato e non solo, abbiamo dato un ulteriore contributo alla diffusione dell'olio spagnolo 100% nel mondo che significa egemonia della Spagna , mentre noi ci rifugiamo in trincea , senza attaccare e guardandoci allo specchio, continuiamo a dirci che siamo belli ed anche bravi, si proprio come la Strega cattiva e Biancaneve: Specchio, specchio delle mie brame, chi è il più bello del reame?
Complimenti è così che si vincono le battaglie.

Nicola Tieri

01 maggio 2011 ore 14:22

Luigi Caricato non teme chi gli vieta di parlare!
E'persona che va per la propria strada senza temere nulla e nessuno.
In momenti così difficili diamo la nostra solidarietà a Luigi Caricato mostrandogli, con la nostra vicinanza, massima stima per la sua professionalità.

Romano Satolli

30 aprile 2011 ore 20:01

Proprie idee? Coraggio, Luigi. Siamo solidali con te.

Romano Satolli

30 aprile 2011 ore 20:00

Ma chi sono questi vigliacchi, che si nascondono senza mostrare la faccia. Sono pari a quei vigliacchi che in Sardegna sparano per uccidere, nascondendosi dietro i muretti a secco. Occorre che questi personaggi, se non hanno la faccia tosta di uscire dall'ombra siano fatti conoscere a tutti. Ma in che Paese stiamo vivendo, se non si possono manifestare liberamente le

Vincenzo Lo Scalzo

30 aprile 2011 ore 11:19

Caro TN,
non è caso sporadico l'intervento di personaggi con "potere" a porre barriere di partecipazione a liberi dibattiti, in particolare di carattere collegato al sistema vigente di associazioni, consorzi, onlus, e varie attività a carattere socio-politico-economico.
E' una prassi inaccettabile sul piano della libertà di dibattito e sul piano di qualsiasi forma di deontologia professionale.

Ieri interventi in questo senso sono stati superati grazie alla volontà espressa da operatori a cui lascio libertà di allargare con un altro esempio questo metodo ben noto nei paesi al di la della cortina di ferro d'impedimento della libera accessibilità a dibattiti d'interesse culturale, in particolare di carattere scientifico e tecnologico in connessione con problematiche legate a fattori di rischio o di aperto confronto di auspicabili regolamentazioni allo scopo di ridurre le probabilità di rischio.

Il problema vale dall'incendio al cibo, dall'atomo alla patata OGM, dal nucleare all'igiene, dalla chirurgia all'olio extravergine d'oliva.

Grazie al Dr Cocchi per la redazione della NOTA TECNICA SINTETICA su sintesi e formazione successivamente progressiva di AE nell'olivo e NON nell'olio, a meno di aggiunte fatte dall'UOMO. Non ne toccherei alcuna espressione tranne gli ultimi paragrafi che riporto per precisione, in quanto non si addicono ad una nota di chiarimento, ma fanno parte del PETTEGOLEZZO scientifico di MALA INFORMAZIONE.

"nfine, oggi qualcuno sta sostenendo che la concentrazione degli alchil esteri incrementi nel tempo, durante lo stoccaggio dell'olio, ma tale ipotesi è un po’ remota, in quanto, prima di tutto gli AE (etil e metil esteri) si formano rapidamente e in buona misura a livello di olive e, per la loro comparsa nell'olio, devono esserci i relativi precursori in concentrazioni adeguate, in particolare l’alcole etilico e metilico. Bisogna anche tenere conto che, secondo Aparicio, la soglia olfattiva per questi composti in olio è di circa 30 mg/kg, che sembra una concentrazione bassa perchè avvengano nuove sintesi. Prove eseguite “ad hoc” hanno dimostrato che gli AE crescono in oli con una percentuale elevata di acidità, cioè in oli dichiaratamente riferibili ai “lampanti”.
C’è il sospetto che la diatriba non sia scientifica ma d’interesse perché, con questo metodo a valori limite elevati, potrebbero essere sospettate frodi commerciali (e di salute?) relative all’olio extra vergine di oliva."

Non si tratta solo di SOSPETTO che la diatriba non sia scientifica, ma è PROVA di MALA INFORMAZIONE scientifica il richiamo a potenziali generazioni di prodotti di ESTERIFICAZIONE in assenza di concentrazioni dei DUE COMPONENTI necessari a livello molecolare per l'accrescimento del risultato di una reazione possibile che per mancanza di REAGENTI in un ambiente appropriatamente e chiaramente definito quale è l'Olio d'Oliva Extra Vergine conservato in condizioni ambientali altrettanto definite nella sua SCHEDA di caratterizzazione.

Qualora venissero acquisite ulteriori certezze statistiche su EFFETTI DA FATTORI ESTERNI finora non considerati, sia la SCHEDA sia la metodologia di CONSERVAZIONE DOVREBBERO ESSERE riesaminate e rese nuovamente rispondenti alla norma appena definita, che a sua volta è ragionevolmente da verificare sul campo e sulla base delle osservazioni che i PROTAGONISTI e gli STAKEHOLDER potranno porre al comitato di sorveglianza incaricato del mantenimento in EFFICACIA della NORMA. Spesso questa prassi di gestione di tematiche collegate a fattori di rischio TROVA BARRIERE DI DIBATTITO anche in sede internazionale.

Sinceri auguri di successo nella trasparenza di Teatro Naturale e di Arca Olearia.

Dr V Lo Scalzo, laurea in Chimica Industriale, (Uni di Milano), socio Fondatore di Agora, Dibattito a confronto, Milano 1987. Esperto in Scienza dei materiali, Tecnologie industriali, CV in WHO's WHO Professional in the World, International, 1998. Autore per Hoepli nel Manuale dell'Ingegnere Colombo, Hoepli dalla 81 alla 84 edizione (2003).