Energia verde

Cresce l'energia rinnovabile in Italia nel terzo trimestre del 2024

Cresce l'energia rinnovabile in Italia nel terzo trimestre del 2024

La diminuzione delle emissioni di CO2 è concentrata nel settore energetico, dove nei primi nove mesi dell’anno la quota di generazione da combustibili fossili è scesa al 46%, un nuovo minimo storico, grazie al boom delle rinnovabili +8%

10 gennaio 2025 | 09:00 | C. S.

La produzione di energia rinnovabile continua a crescere (+8%), il consumo finale di energia è in aumento (+2%) e si registra un significativo rallentamento della flessione delle emissioni di CO2 (1% rispetto al -7% registrato nella prima metà dell'anno). È quanto emerge dall’EntiEA Analisi del sistema energetico italiano per il terzo trimestre del 2024, che evidenzia anche un peggioramento dell’indice di transizione energetica ENEA ISPRED (Index Security and Prices of Energy supply and Decarbonization), che ha raggiunto un nuovo minimo, soprattutto perché gli obiettivi di decarbonizzazione per il 2030 sono attualmente più lontani.

Il recupero dei consumi energetici è trainato dai trasporti (+2%) ma anche dal settore edilizio, grazie al forte utilizzo dei condizionatori d’aria durante la scorsa estate (+3,5%), mentre i consumi energetici nel settore continuano a diminuire (-2,5% rispetto al terzo trimestre del 2023). “Quest’è il decimo calo trimestrale consecutivo, influenzato dalla crisi dell’economia tedesca e dai prezzi dell’energia che rimangono a livelli storicamente elevati, e in aumento di nuovo”, spiega Francesco Gracceva, ricercatore dell’ENEA che coordina l’analisi. “Per quanto riguarda le rinnovabili – aggiunge – la crescita dell’8% nel trimestre è un rallentamento rispetto al +25% registrato nella prima metà del 2024”.

La diminuzione delle emissioni di CO2 è concentrata nel settore energetico, dove nei primi nove mesi dell’anno la quota di generazione da combustibili fossili è scesa al 46%, un nuovo minimo storico, sei punti percentuali in meno rispetto al precedente minimo del 2023.

D’altra parte, le emissioni di CO2 sono cresciute (+2%) nei settori non ETS (industria terziaria, residenziale, dei trasporti e non ad alta intensità energetica), dove l’aumento dei trasporti ha più che compensato la diminuzione dell’industria e degli edifici.

Il forte rallentamento della diminuzione delle emissioni ha avuto un impatto negativo sull’indice ISPRED ENEA composito. “Gli indicatori relativi alla componente di decarbonizzazione dell’ISPRED hanno raggiunto nuovi minimi, perché l’attuale traiettoria delle emissioni nei settori non-ETS non è mai stata così lontana dagli obiettivi del 2030”, chiarisce Gracceva.

Nei prossimi sei anni, le emissioni in questi settori dovrebbero essere ridotte in media almeno il 5% all'anno per raggiungere gli obiettivi. E anche la crescita delle fonti rinnovabili rimane ben più debole di quella descritta nel recente PNIEC.

In termini di fonti di energia primaria, il calo del carbone è continuato nel terzo trimestre (-40%), mentre tutte le altre fonti fossili sono aumentate: petrolio +2,5%, trainato dalla crescita della mobilità e gas +3%, a causa dell'aumento dell'uso nella produzione di elettricità. Nell’area dell’euro i cambiamenti nell’energia primaria sono stati diversi: carbone -20%, gas -5%, petrolio invariato, produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di circa il 15%, nucleare +6%.

Sui mercati dell’energia all’ingrosso il prezzo del gas è nuovamente aumentato nel terzo trimestre (+7% per TTF rispetto a un anno prima), superando i 40 euro/MWh da ottobre. Nonostante i significativi aumenti registrati tra aprile e giugno (principalmente in Spagna e Francia) sui mercati europei dei mercati europei sono rimasti ben al di sotto dei livelli di un anno fa, con l’unica eccezione dell’Italia, dove il prezzo era superiore di oltre il 5%.