Bio e Natura

Pesticidi nel piatto. Anno 2009

La categoria più inquinata dagli agrofarmaci resta la frutta. I campioni irregolari sono solo il 1,2% del totale, +0,2% rispetto all’anno passato

06 giugno 2009 | Ernesto Vania

Alla presentazione del rapporto “Pesticidi nel piatto 2009” dell’associazione ambientalista illustrato da Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente, Francesco Ferrante, responsabile Agricoltura dell’associazione, Antonio Longo, presidente del Movimento Difesa del cittadino e Francesco Panella, presidente Unaapi (Associazione nazionale apicoltori) è intervenuto a sorpresa anche Antonio Consolino, direttore dell’ufficio prodotti fitosanitari del ministero della Salute.

Secondo Legambiente l’edizione 2009 del rapporto elaborato sulla base dei dati ufficiali forniti da Arpa, Asl e laboratori zooprofilattici, mostra risultati stabili se non peggiori del 2008. La categoria “più inquinata” si conferma la frutta, con un aumento, rispetto all’anno scorso, delle irregolarità.
Su 3507 campioni di frutta, 81 (il 2,3 per cento) sono irregolari con residui al di sopra dei limiti di legge (+0,7 per cento rispetto al 2008). Invece, i campioni di frutta regolari con uno o più di un residui chimici risultano pari al 43,9 per cento.

Complessivamente le analisi svolte dai laboratori pubblici provinciali e regionali hanno preso in considerazione 8764 campioni, di cui 109 sono risultati irregolari, pari all’1,2 per cento del totale, in leggero aumento rispetto al 2008 (1 per cento), mentre su 2410 (il 27,5 per cento) è stata rilevata la presenza di uno o più residui.

A replicare ai dati di Legambiente, che aveva anche criticato la scarsa comunicazione data dal ministero della Salute sull’argomento dei residui chimici, è stato Antonio Consolino, direttore dell’ufficio prodotti fitosanitari del dicastero di Lungotevere Ripa, intervenuto alla presentazione del rapporto. “Questi studi dal 1993 al 2007 sono pubblicati sul sito del ministero – ha replicato Consolino -, basta leggere per rendersi conto che il rapporto è molto più ampio. I dati non sono affatto preoccupanti. Il consumatore non deve essere spaventato. Si parla dell’1,2 per cento di irregolarità, perché invece non si dice che il 98.8 per cento del campione è risultato regolare. Siamo per la valorizzazione del Made in Italy e la difesa dell’agricoltura ma anche per quanto riguarda i multi residui sono al di sotto dei limiti consentiti, limiti comuni in tutta l’Europa. Possiamo lavorare insieme – ha concluso Consolino rivolto ai rappresentanti di Legambiente - ma al consumatore devono essere dati messaggi trasparenti”.

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