Bio e Natura
Dagli scarti di pomodoro con alto contenuto di molecole bioattive antiossidanti
Dai sottoprodotti della filiera del pomodoro nuove possibilità per creare un ingrediente funzionale ma anche nuovi fitofarmaci naturali
27 settembre 2024 | Marcello Ortenzi
La rivista Food Chemistry ha pubblicato il 12 Settembre uno studio di ENEA e Università della Tuscia che ha esaminato i prodotti di scarto della lavorazione del pomodoro. Il lavoro è stato condotto dalla dottoressa Maria Sulli del laboratorio ENEA Biotecnologie Green e coautrice dello studio insieme al collega Gianfranco Diretto e a Barbara Farinon, Martina Felli, Daniele V. Savatin, Andrea Mazzucato, Nicolò Merendino e Lara Costantini dell’Università della Tuscia (Viterbo). È stato così evidenziato che questo prodotto ha un elevato contenuto di molecole benefiche. Sono state confrontate, per la prima volta, le diverse proprietà nutrizionali e funzionali delle sanse del pomodoro San Marzano, cioè buccia e semi (che equivalgono al 20% del peso), ottenute dalle due varietà San Marzano e Sun Black, quest’ultima dalla caratteristica pigmentazione viola e dalla variante Colorless fruit epidermis con la buccia trasparente. Maria Sulli ha sottolineato nella rivista che “Abbiamo dimostrato che da questi prodotti di scarto è possibile ottenere una polvere di pomodoro nutrizionalmente comparabile a quelle in commercio, ma con un elevato contenuto di molecole bioattive antiossidanti, come flavonoidi e antociani, note per l’efficacia nel prevenire l’insorgenza di gravi malattie e l’invecchiamento precoce”.
Si sono esaminate diverse sanse e quella del pomodoro Sun Black ha rivelato un’abbondanza di composti benefici (come antociani e, in generale, flavonoidi con percentuali che variano dal 16,5% al 36,5% rispetto alle altre varietà studiate) che la rendono particolarmente promettente come ingrediente funzionale in pasta, pane e biscotti, perché in grado di arricchirli di molecole antiossidanti, fibre alimentari e minerali. “Le polveri di pomodoro da noi ottenute a partire dalle sanse mostrano importanti caratteristiche che potrebbero migliorare il profilo nutrizionale e antiossidante di molti alimenti in commercio. Nello studio i ricercatori hanno valutato anche la possibile efficacia degli estratti prodotti a partire dagli scarti contro il batterio P. syringae e il fungo F. graminearum, noti per i danni che provocano ai raccolti di pomodoro. “Considerato che in agricoltura vi è una forte necessità di fornire alternative sostenibili al controllo delle malattie causate da fitopatogeni e che i fenoli possono avere anche un’attività antimicrobica e antimicotica, valuteremo in ulteriori studi una possibile applicazione come biopesticidi di questi prodotti di scarto”, sottolinea Sulli. I sottoprodotti contengono ancora diverse molecole salutari e potrebbero essere rivalorizzati adottandoli come ingredienti funzionali in un’ottica di economia circolare. L’uso alternativo degli scarti della lavorazione del pomodoro si inserisce nella strategia Farm to Fork (F2F) della Commissione europea, indirizzata a fornire alimenti più sani e sostenibili, per la sicurezza alimentare e un reddito equo per gli agricoltori e dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030.