Bio e Natura

TRASUMANANZA, IL RIENTRO DELLE VACCHE IN STALLA

Si rinnova sull’Altopiano d’Asiago l’antica usanza della demonticazione

03 ottobre 2006 | C. S.

«San Matio, le vache torna indrìo»: a San Matteo le vacche tornano indietro. Sta in questo detto, popolare nel Vicentino rurale, il senso del legame atavico che unisce l’Altopiano di Asiago con la sua pedemontana. Intorno alla data del 21 settembre, primo giorno d’autunno e ricorrenza di San Matteo, i malghesi, dopo aver condotto gli animali al pascolo in malga per quattro mesi, le riportano infatti nelle stalle della zona pedemontana, data l’assenza in alta quota di ricoveri in grado di ospitare le vacche durante i freddi mesi invernali.
Anche quest’anno nel Vicentino si è rinnovata l’antica usanza della demonticazione - o transumanza -: dalle malghe dell’Altopiano, le mandrie hanno raggiunto la propria stalla, situata quasi sempre nella pianura ai piedi della verdeggiante montagna vicentina. E’ il caso ad esempio dei capi della famiglia di allevatori Pagiusco di Bressanvìdo, in provincia di Vicenza: la settimana scorsa hanno affrontato, proprio come un tempo, ossia senza l’ausilio di camion, quella che probabilmente è la transumanza più lunga d’Italia: oltre 80 km di percorso.
Partiti di buon’ora da Malga V Lotto Marcésina, località altipianese in comune di Enego, soprannominata “Polo Nord d’Italia” per via delle temperature polari fatte segnare dalla locale stazione meteorologica, uomini e animali hanno raggiunto in due giorni di marcia e una notte di bivacco la fattoria di pianura, nel cuore di quella terra di risorgive e prati che è la pedemontana vicentina.
Per la cronaca, la tradizione vuole che il giorno della partenza i malghesi più esperti si alzino prima dell’alba, per procedere inizialmente alla mungitura e quindi all’assegnazione dei campanacci ad ogni capo: la scelta non è casuale ma avviene con estrema cura, quindi quelli dalle sonorità più potenti e penetranti sono assegnati agli animali più forti e più abili nel farle suonare. Ecco che solo dopo aver contato accuratamente il bestiame, gli allevatori a cavallo hanno messo finalmente la mandria in movimento, avendo però l’accortezza di farle compiere innanzitutto alcuni giri attorno alla malga, per riscaldarne i muscoli e smorzarne un po’ l’irruenza. I mandriani si sono quindi posti davanti alle mucche e le hanno guidate verso valle, raggiungendo la strada che porta a Lazzaretti.
Il primo tratto è stato sicuramente il più impegnativo, con gli animali in testa che, eccitati dal frastuono dei campanacci, tendevano volentieri ad accelerare il passo scavalcando gli allevatori o che, altrettanto spesso, scartavano di lato, cercando la via del ritorno alla malga, luogo ameno delle loro vacanze estive...
La transumanza, passata anche quest’anno per Gallio, Conco e Marostica, è stata caratterizzata dalla presenza di una troupe di Rai Uno, che ha realizzato un documentario di circa quattro minuti, la cui messa in onda è prevista, a breve, nell’ambito della trasmissione “Orizzonti” di Linea Verde. Per l’occasione, il gastronomo Alfredo Pelle ha preparato una tavolata di prodotti tipici del Vicentino, a favore delle telecamere, cominciando naturalmente dal formaggio Asiago, Fresco di 40 giorni e Stagionato Vecchio e Stravecchio, passando per la Sopressa Vicentina (Dop), i vini di Breganze (Doc), Torcolato in primis, fino al Prosciutto Veneto (Berico Euganeo Dop), senza dimenticare il Riso Vialone Nano di Grumolo delle Abbadesse, il Mais di Marano, le Patate di Rotzo, l’Olio Extra Vergine di Oliva di Pove del Grappa, il Baccalà alla Vicentina con polenta, la carne secca, la grappa, il miele, le confetture, e i dolci: la rinomata Torta Ortigara di Asiago, con farina di mandorle dolci, e la popolare “Smeiassa”, preparata con pane grattugiato, frutta secca e miele, qui in una variante “di malga” davvero squisita grazie alla dote di profumo portata da tre foglie di alloro fresco.
Ad allietare la festosa marcia della mandria verso la pianura, culminata con l’ingresso trionfale delle bovine e dei mandriani - ormai esausti – a Bressanvido, tra la folla accorsa per assistere all’evento, un vitellino di due giorni, che ha seguito a piedi la madre fin dall’alpeggio, dando, ogni tanto, delle robuste poppate di latte.


Fonte: Alberto Pertile

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