Bio e Natura
Occorre tornare a valorizzare i castagneti
I castagni rappresentano un’attività di pregio della montagna. La riduzione del cinipide fa ben sperare per la produzione e per il futuro della castanicoltura nazionale
29 novembre 2019 | Marcello Ortenzi
La Castanicoltura nazionale per il 2019 appare in una situazione diversificata tra nord e sud. Le presunzioni produttive per il 2019 vedono un calo del raccolto del 30% in meno rispetto al 2018 e una produzione nazionale inferiore ai 25 milioni di chili di castagne e marroni. Tuttavia c’è un aspetto positivo per il settore e cioè la riduzione della presenza del Cinipide nelle regioni del Sud Italia, quelle in grado di fornire le produzioni più importanti (Campania, Calabria, Basilicata) e questo fa ben sperare per la produzione complessiva e per il futuro della castanicoltura nazionale. Se così fosse, si raggiungerebbe nel tempo un recupero produttivo che permetterebbe un alleggerimento del deficit commerciale che la nazione accusa ogni anno.
Il Piceno è tra le aree che hanno avuto buoni risultati produttivi. I frutti sono stati buoni e di ottima qualità, ma con una flessione del raccolto del 40% rispetto allo scorso anno. E' il bilancio della raccolta dei marroni, stilato dalla Cia di Ascoli Piceno. I danni provocati dai cinghiali e il freddo anomalo sono le cause di questa riduzione. Infatti, il freddo anomalo nel mese di maggio ha bruciato buona parte dei fiori delle piante dei marroni. I cinghiali invece mangiano buona parte dei marroni caduti a terra. Il costo dei marroni all’ingrosso è di circa 4, 5 euro al chilo. Un prezzo buono che non ha subito incrementi, fanno sapere gli agricoltori, considerando i costi elevati di produzione da sostenere. I castanicoltori si aspettano che la Regione Marche dia soluzioni per intervenire sulla fauna selvatica e per sostenere la produzione. Nel territorio di Ascoli Piceno, la castanicoltura è particolarmente diffusa ed è paragonabile per 1'estensione degli impianti a quella delle più note aree castanicole dell'Italia Centrale. Secondo i dati ISTAT, i castagneti da frutto, che danno marroni e castagne, nella provincia di Ascoli Piceno occupano 2325 Ha corrispondenti quasi al 100% della superficie a castagno delle Marche.Il patrimonio varietale è costituito da numerose cultivar di marroni e castagne capaci di fornire produzioni che vengono quasi interamente assorbite dai mercati locali. Tuttavia, alcune di queste varietà sono ancora sconosciute. Caratteristico il “Marroncino dell’Ascensione” tipo di castagna piccola e saporita.
Intanto il Gal Piceno ha prorogato le domande dello sviluppo rurale, misura 2.6.2A fino al 31 gennaio 2020 che può fornire un aiuto all’avviamento delle attività imprenditoriali negli impegno extra-agricoli nelle zone rurali . Si tratta di intervenire per lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi nell’ambito dei settori di diversificazione chiave ed emergenti dell’economia rurale quali, potrebbero essere, le attività di lavorazione del legno castanicolo, ma anche macchine per la raccolta del prodotto. Il Piano di Sviluppo Locale del Gal Piceno nell'ambito della valorizzazione delle risorse agricole e forestali montane, ha evidenziato la necessità di un censimento dell' assortimento varietale delle zone e della successiva selezione clonale per rivalutare le cultivar locali di marroni e di castagne, per ampliare la disponibilità di materiale di propagazione di pregio e per il mantenimento della diversità biologica degli ecosistemi dominati dal castagno.
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