Bio e Natura
LA SICUREZZA ALIMENTARE ALLA LUCE DELLA NUOVA PAC
La quarta gamma, ovvero i prodotti pronti per essere consumati, ormai raggiunge il fatturato di spesa della pasta. Ciò che cerca il consumatore - secondo quanto emerso da un convegno della Cia a Bologna - sono la vicinanza territoriale e l’italianità dei prodotti, tanto da essere disposto a rinunciare alle confezioni appariscenti
04 marzo 2006 | C. S.
La quarta gamma, ovvero i prodotti pronti per essere consumati, ormai raggiunge il fatturato di spesa della pasta e le caratteristiche che cerca il consumatore negli alimenti sono la vicinanza territoriale e âlâitalianità â, mentre è disposto a rinunciare alla standardizzazione del âlookâ ed a confezioni appariscenti.
Eâ questo uno dei temi affrontati nel corso del convegnoâSicurezza e qualità alimentare: una politica agricola comune a garanzia dei consumatoriâ, una iniziativa promossa dalla Cia Emilia Romagna il 24 febbraio scorso a Bologna nellâambito di un articolato progetto comunitario. Durante la giornata è stato fatto il punto sul rapporto tra la qualità e la sicurezza delle produzioni agricole nonché sulla società dei consumi in continua evoluzione che in questi ultimi mesi ha dovuto affrontare la psicosi influenza aviaria. A questo proposito è stata ribadita lâesigenza della sicurezza alimentare come forte contributo di rigenerazione tra agricoltura e società e soprattutto come elemento di competitività e distinzione. âCerchiamo un dialogo diretto con i consumatori a seguito dellâallungamento della filiera produttiva e della accresciuta distanza tra produzione e grande distribuzione organizzata (Gdo) â ha detto Nazario Battelli, presidente della Cia Emilia Romagna â e il primo anno di applicazione della Pac ha determinato conseguenze negative per alcune produzioni (bietole, ad esempio) e non vorremmo essere costretti ad importare prodotti per surrogare la mancanza dei nostriâ.
Eâ opinione della Cia che lâindicazione dâorigine venga percepita come una garanzia di eccellenza, un valore aggiunto da parte dellâutente finale ed al tempo stesso corrisponda allâesigenza, da parte dei produttori, di identificazione culturale con il territorio e di valorizzazione economica.
Al dibattito sono intervenuti Maria Luisa Bargossi della Regione Emilia Romagna sottolineando che â ccorre diversificare e attribuire specificità al prodotto, collegarlo allâimmagine di un territorio presidiato nelle qualità delle sue matrici ambientali (suolo, acqua, biodiversità ), valorizzare il patrimonio di tradizioni agroalimentari, sostenere e trasferire alle filiere tutte le innovazioni volte a mantenere gli elementi della qualità intrinseca e percepita. Mario Cifiello, responsabile di Coop Italia ha registrato una progressiva riduzione dei consumi alimentari âma il consumatore - ha precisato - cerca di combinare il massimo della qualità ed il minor prezzo possibile. Inoltre ha comportamentiâ polarizzatiâ, ossia spende il minimo per alcuni prodotti âcomuniâ, ma sui generi alimentari cerca lâeccellenzaâ. Per quanto riguarda il settore ortofrutticolo, Cifiello ha ricordato che il consumatore apprezza nella quarta gamma, che ormai raggiunge il fatturato di spesa della pasta, la rapidità di utilizzoâ. Per quanto riguarda il fresco, le caratteristiche che cerca lâacquirente finale sono la vicinanza territoriale e lâitalianità , â ed è disposto a rinunciare alla standardizzazione del âlookâ ed a confezioni appariscentiâ.
Nel corso della giornata, a cui hanno partecipato, tra gli altri, Leo Bertozzi, direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Gabriele Squintani del Servizio veterinario regionale e Pino Cornacchia della Cia nazionale, si è svolta una tavola rotonda a cui hanno partecipato lâassessore regionale allâAgricoltura Tiberio Rabboni e Paolo Carnemolla, presidente di Prober. Ha moderato lâincontro Alessandra Furlani, direttrice del periodico della Cia Agrimpresa.
Fonte. Claudio Ferri
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