Bio e Natura

Irrigazione a goccia, microsplinkler subirrigazione. Quale scegliere?

Punti di forza e criticità in ogni soluzione. Irrigazione a goccia, microsplinkler o subirrigazione, ad ogni coltura la propria tecnologia. Dal riso fino alle ortive da semina, dal kiwi all'olivo: poca acqua ma spesso

24 luglio 2015 | Alberto Puggioni

La microirrigazione comprende l’irrigazione a goccia e i micro sprinklers. A sua volta nell’irrigazione a goccia è compresa la gestione in superficie e l’interramento dell’ala gocciolante o subirrigazione. Le tecnologie che presiedono ai tre metodi in oggetto sono diverse e peculiari. Come scegliere la più idonea applicazione tecnica in relazione alla coltura da irrigare? Semplificando, la microirrigazione si basa su una gestione del poco e spesso, ovvero bassi volumi irrigui forniti con frequenza serrata.

L’irrigazione a goccia classica prevede che l’ala gocciolante sia localizzata in superficie, vicino agli apparati radicali della coltura, così da irrigare la pianta puntualmente ed efficacemente. Questa soluzione favorisce lo sviluppo omogeneo della coltura, il miglior movimento dell’acqua nel terreno, il miglior rapporto tra aria e acqua nel suolo, il reintegro corretto di acqua e nutrienti (fertirrigazione) e un miglior controllo delle infestanti, oltre a consentire l’uso di acque saline. Dal punto di vista fisico, l'irrigazione a goccia classica non ha effetto battente e non compatta il suolo, anzi ne preserva la struttura esistente.

Viene ampiamente applicata sulle colture arboree (frutteti, vigneti, oliveti, ecc.), ortive (pomodoro, patate, melone, ecc.) e seminative (mais, soia, ecc.) fino al più recente uso sul riso.

La tecnica con microsprinkler gode della maggior parte dei benefici di cui sopra, dato che le dimensioni della goccia e l’angolo di precipitazione non comportano alcun compattamento. La Fertirrigazione (fogliare e non) è ugualmente praticabile prestando particolare attenzione a evitare depositi salini sulle foglie. È importante che l’erogatore non sia posizionato troppo in alto. Inoltre, questa soluzione può avere effetto climatizzante (raffrescamento o antibrina).

Le applicazioni di elezione sono le colture ortive (insalate, carciofo, ecc.). ma sono note anche le applicazioni su colture arboree (ciliegio, kiwi, ecc.).

La subirrigazione prevede l’interramento delle ali gocciolanti a determinate profondità per applicazioni mirate. Rispetto ai metodi precedenti, essa permette un ulteriore risparmio idrico, s'installa una volta sola e dura decenni. La subirrigazione localizza con altissima efficienza acqua e nutrienti alle radici, permette la riduzione di diserbanti e pesticidi poiché non bagna mai la parte aerea della pianta riducendo, di conseguenza l’esposizione a danni da agenti esterni. Grazie alle barriere anti-intrusione radici, ai contatori e ai sistemi anti-sifone, la subirrigazione è oggi la tecnica più affidabile in termini di efficienza e sostenibilità economica e si pone come applicazione principale e duratura per l’agricoltura del futuro, soprattutto quella conservativa.

Si applica principalmente su colture arboree (vite, olivo, agrumi) e seminativi (mais, soia, riso) ma anche su ortive da semina.

L’esperienza Netafim sulle applicazioni di queste tecniche è a disposizione delle aziende agricole interessate a realizzare sistemi irrigui efficienti e duraturi.

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vittorio orlando

25 luglio 2015 ore 21:37

SALVE,SONO IN SINTONIA CON IL SIG.PUGGIONI INQUANTO ALLA SUBIRRIGAZIONE,SOLO UNA DOMANDA:QUAL'E' LA PROFONDITA' IDEALE?GRAZIE.GAETANO