Bio e Natura
Per sfamare il mondo occorre guardare all'agricoltura biologica
Secondo il Food Institute dell'Università di Berkeley "la capacità dei fertilizzanti sintetici di aumentare la resa delle colture è in calo". Inoltre non ci sono differenze significative di rese tra bio e convenzionale per quanto riguarda leguminose come fagioli, piselli e lenticchie
11 dicembre 2014 | C. S.
Uno studio di review dell'Università di Berkeley ha utilizzato 115 ricerche scientifiche svolte da diversi instituti scientifici internazionali per confrontare agricoltura biologica e convenzionale.
E' emerso che non vi sarebbero prove sufficienti per affermare che l'agricoltura convenzionale è più efficiente e dà rese maggiori rispetto a quella organica.
Secondo la meta-analisi californiana, in media le coltivazioni biologiche sono state il 19,2% inferiori a quelle delle colture tradizionali, una differenza minore di quanto immaginato.
Un divario non sufficientemente alto da giustificare la nomea dell'agricoltura bio come poco produttiva, anche perchè, secondo i ricercatori, gli studi a disposizione erano spesso di parte, in favore dell’agricoltura convenzionale.
Lo studio californiano ha anche scoperto che alcune pratiche di coltivazione potrebbero ridurre ulteriormente il divario di produttività con l'agricoltura convenzionale.
In particolare, Claire Kremen ha affermato che la policoltura e la rotazione consentirebbero di ridurre sostanzialmente il divario di rendimento portandolo ad appena l'8 o il 9%.Senza contare che non ci sono differenze significative tra bio e convenzionale per quanto riguarda leguminose come fagioli, piselli e lenticchie.
“Il nostro studio sottolinea che attraverso investimenti adeguati nell’agroecologia - ha dichiarato Lauren Ponisio, tra gli autori della ricerca - la differenza nei raccolti potrebbe essere ridotta o persino eliminata in alcune coltivazioni o regioni”.
I ricercatori sostengono che l’agricoltura biologica possa essere un’alternativa molto competitiva all’agricoltura industriale. Anche se al momento il problema non è quello di aumentarne i rendimenti.
Il cibo per tutti, infatti, c’è già. Lo ha spiegato chiaramente Claire Kremen: "È importante ricordare che il nostro attuale sistema agricolo produce molto più cibo di quanto sia necessario per sfamare il pianeta. Per sradicare la fame nel mondo è necessario aumentare l’accesso al cibo, non solo la produzione. Inoltre, aumentare la percentuale di agricoltura che utilizza metodi biologici e sostenibili non è una scelta, è una necessità. Non possiamo semplicemente continuare a produrre cibo senza prenderci cura del nostro suolo, dell’acqua e della biodiversità".
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