Bio e Natura
ECCO IL RAPPORTO MONSANTO SUGLI EFFETTI NEGATIVI DEL MAIS MON863 SULLA SALUTE DEI TOPI
Una Corte tedesca ha imposto alla multinazionale di diffondere il rapporto che, secondo alcune fonti, metterebbe in luce la pericolosità di questo organismo geneticamente modificato. Soddisfazione di Alemanno per il voto contrario italiano all’introduzione, alla coltivazione e alla commercializzazione del Mon863
25 giugno 2005 | C. S.
Greenpeace ha pubblicato (link esterno) il rapporto confidenziale della Monsanto sugli effetti negativi del mais Ogm MON863 sulla salute dei topi. L'alta corte amministrativa di Munster ha reso noti i documenti lunedì, dopo che Greenpeace aveva chiesto di avervi accesso in base alla normativa europea sull'informazione ambientale. Il giudizio rappresenta un precedente per le aziende che cercano di tenere nascoste le analisi di rischio sulle piante Ogm. Il Consiglio dei Ministri dell'Ambiente della Ue deciderà venerdì se autorizzare l'importazione di questo mais Ogm, ma Greenpeace e gli scienziati chiedono un bando all'importazione del MON863 ed il governo italiano dovrebbe votare contro l'autorizzazione.
"Il mais Ogm non dovrebbe essere ammesso come cibo o come mangime nei paesi europei. Gli standard di sicurezza nelle procedure europee di autorizzazione degli Ogm sono in generale inadeguati" afferma il professor Gilles Eric Seralini della Commissione di Stato francese sulla genetica biomolecolare, che è responsabile delle valutazioni dei rischi delle piante Ogm.
Anche il professor Arpad Pusztai, che ha già fatto una valutazione dei rischi del MON863 per il governo tedesco, afferma che questo mais non dovrebbe essere autorizzato: "Non si può pensare che i danni agli organi interni e al sangue dei ratti siano un caso. Gli esperimenti compiuti sono inadeguati e la valutazione dei dati non corretta, sono assolutamente necessarie altre indagini". Il MON863 produce la cosiddetta tossina Bt per proteggere la pianta contro un parassita (Diabrotica). Questa tossina è diversa da quella contenuta in altre piante Ogm già autorizzate in Europa, e il MON863 contiene anche un controverso gene di resistenza agli antibiotici, che secondo la direttiva europea 2001/18/EC dovrebbe essere evitato. Non si può escludere che questa sequenza genica si trasferirà favorendo lo sviluppo di parassiti più resistenti. Il Consiglio Ambiente della Ue deciderà anche per i bandi nazionali sull'importazione e la coltivazione degli Ogm.
La Commissione ha chiesto di abolirli, ma i cinque Paesi europei che già li hanno in vigore, si appellano ad una clausola di salvaguardia prevista dalla normativa europea. Solo Gran Bretagna e Olanda sostengono al momento la posizione della Commissione Europea. "La proposta della Commissione di abolire le clausole di salvaguardia nazionali deve essere respinta così come l'autorizzazione al mais transgenico Mon863. L'UE deve dimostrare che crede nell'importanza di proteggere consumatori e ambiente" afferma Federica Ferrario, responsabile campagna Ogm di Greenpeace.
âGrande soddisfazioneâ è stata espressa dal Ministro delle Politiche agricole e forestali, Gianni Alemanno, per il voto contrario manifestato dal Ministro italiano dellâAmbiente, Altero Matteoli, in merito alla proposta di commercializzazione del mais Monsanto 863 esaminata in occasione del Consiglio europeo dei Ministri dellâAmbiente che si è svolto oggi a Lussemburgo.
âEsistono â ha dichiarato il Ministro â ancora serie preoccupazioni sulla sua eventuale dannosità e bene ha fatto il Ministro Matteoli a votare contro. Una decisione, questa, allâinsegna del forte e deciso impegno del Governo italiano nel settore, già concretizzatosi solo pochi mesi addietro con lâapprovazione della Legge sulla coesistenza tra agricoltura tradizionale, biologica e transgenicaâ.
âAltra notizia positiva â ha concluso Alemanno - è il rigetto, votato oggi a stragrande maggioranza, 22 voti su 25, della richiesta proveniente dalla Commissione Ambiente dellâUnione europea di eliminare i divieti di coltivazione di ogm su diverse varietà di colza e mais proibite in alcuni Paesi dellâUnioneâ.
Come si ricorderà , tra il 1997 ed il 2000, cinque Paesi europei - lâAustria, Germania, Lussemburgo, Francia e Grecia - avevano imposto clausole di salvaguardia per proibire sul territorio nazionale la coltivazione di alcune varietà di colza e mais ogm autorizzato invece a livello Ue.
Fonti: Greenpeace e Mipaf
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