Bio e Natura 11/06/2011

Irrigare sotto pacciamatura, una scelta responsabile

Irrigare sotto pacciamatura, una scelta responsabile

Ottima soluzione per ridurre l'impatto ambientale delle colture, è anche soluzione ideale per anticipare la maturaizone dei frutti


NETAFIM ITALIA

Una delle pratiche più utilizzate nella moderna orticoltura è la pacciamatura, cioè la copertura di porzioni di terreno, con l’obiettivo di limitare o impedire lo sviluppo di erbe infestanti, mantenere l’umidità nel suolo, incrementare la temperatura negli strati superficiali del terreno, limitare il rischio derivante dalle gelate, proteggere il suolo dall’erosione, evitare la formazione di croste superficiali, diminuire il compattamento e mantenere la struttura del terreno. Grandi vantaggi che si manifesteranno con l’uso di giusti accorgimenti tecnici, soprattutto per quanto riguarda irrigazione e fertirrigazione.

In agricoltura, di solito, la pacciamatura si pratica con uno strato di telo plastico scuro, o con del tessuto in materiale plastico, robusto e resistente. La scelta del telo scuro consente di evitare il passaggio di luce ed evitare il rischio di ustioni solari derivanti dall' effetto lente, che un telo trasparente con gocce di condensa può creare.

Nel telo si praticano dei fori in corrispondenza dell'alloggiamento delle piante da coltivare, che rimarranno così ben distanziate e prive di piante infestanti; il telo può anche essere preforato meccanicamente. Questo tipo di pacciamatura è molto duratura, ma ha un importante impatto ambientale; in commercio esistono anche teli per pacciamatura prodotti con materiali biodegradabili, derivati dal mais, di durata minore, ma che hanno il vantaggio di essere riassorbiti dal terreno nell’arco di alcuni mesi.

Per effettuare l'irrigazione con ali gocciolanti in presenza di pacciamatura (sia con teli plastici che biodegradabili) si disporrà l’ala gocciolante sotto il telo. L’irrigazione rifornirà il fabbisogno idrico lavorando sotto il telo.

La pacciamatura viene generalmente utilizzata per poter anticipare la posa dell’impianto e, di conseguenza, la maturazione dei frutti. Si può considerare come un sistema di semi-forzatura della coltura ed è consigliabile che l’impianto sia fatto, preferibilmente, con piantine allevate e trapiantate attraverso i fori aperti sul film plastico della pacciamatura. In queste condizioni gli apparati radicali delle colture ortive messe a dimora si manterranno piuttosto superficiali trovando nel volume di terreno prossimo alla superficie le condizioni ottimali al proprio sviluppo e non svilupperanno apparati radicali eccessivamente estesi.

L’irrigazione e la conseguente restituzione idrica dovrà essere calcolata sulla base dei dati agrometeorologici che forniscono il valore di mm di evapotraspirato giornaliero da restituire. L’evapotraspirato rappresenta la quantità in millimetri (mm) di acqua perduta dal terreno per effetto dell’evaporazione superficiale e della traspirazione fogliare della pianta. Una volta noto il valore giornaliero in mm, per esempio 5 in una giornata del mese di Giugno, lo dovremo moltiplicare per il coefficiente colturale che esprime le variazioni di fabbisogno idrico della coltura in accordo alle diverse fasi di sviluppo fenologico, per esempio 0,75 per lo zucchino a maturazione frutto (vedi Tabella 1). Il valore risultante sarà quindi 5 x 0,75 = 3,75 mm che rappresenta la quantità giornaliera da restituire alla coltura per quel giorno. In base alla capacità di restituzione idrica dell’impianto, si deciderà ogni quanto irrigare. Va tenuto presente che più ravvicinati sono i turni irrigui più la coltura mantiene il proprio stato idrico ottimale e non incorre in stress che potrebbero pregiudicarne la produzione.

Vero punto di forza dell’irrigazione a goccia, per colture pacciamate, è la fertirrigazione.

Insieme all’irrigazione possiamo distribuire, in forma solubilizzata (quindi prontamente assimilabile) e localizzata (quindi facilmente captabile dalle radici), i nutrienti necessari alla coltura in quantità proporzionate ai fabbisogni variabili delle piante. I nutrienti saranno inseriti in un piano di fertirrigazione che prevede la somministrazione degli elementi in accordo ai fabbisogni dapprima crescenti, poi stabili fino alla fase decrescente prossima alla raccolta, dove la fertirrigazione sarà mirata agli obiettivi produttivi, per esempio, sul pomodoro, la fertirrigazione apotassica a ridosso di fine ciclo è utilizzata per favorire la corretta allocazione degli zuccheri e l’incremento del grado brix. Inoltre va sottolineato che la forte riduzione di evaporazione superficiale incrementa ulteriormente la già altissima efficienza di sistema di irrigazione a goccia, portandola al di sopra del 90%.

NETAFIM ITALIA si propone come interlocutore di esperienza e di alto profilo tecnico per le soluzioni irrigue sulle ortive, sotto pacciamatura e non, fornendo, oltre ai sistemi d’irrigazione, un supporto tecnico consapevole e flessibile per risolvere al meglio le diverse esigenze delle aziende e delle imprese agricole.

NETAFIM ITALIA


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