Fuori dal coro
Quando è la forza e la fragilità di una donna a partorire un impero olivicolo
Cosa può portare il mondo femminile in quello oleario? Una crescita dal punto di vista imprenditoriale ma soprattutto relazionale. Parola dunque alle signore di Pandolea... con un grazie alle mamme
04 aprile 2014 | Grazia De Luca
Quando ho deciso, con sincera gioia, di poter avere uno spazio di parola, di riflessione, di pensiero, in questo fantastico mondo che rappresenta Pandolea, non avrei mai immaginato di trovarmi a parlare di me come donna, come mamma e come figlia.
Pochi giorni fa ho avuto la forte esperienza di partecipare ad un incontro con Serena Dandini e di confrontarmi con alcune delle storie del coraggioso, toccante e vero progetto teatrale di ‘ferite a morte’. Vi domanderete cosa c’entra questo con l’olio…bhè, c’è tutto! Pandolea rappresenta una piccola idea partorita da un gruppo di donne che quotidianamente fanno le figlie, le compagne, le mogli, le mamme, le zie e le imprenditrici! In una società sofferente come quella che stiamo vivendo oggi, questo piccolo e forte corpo di donne affronta a testa alta e con i denti stretti le difficoltà sociali ed economiche che il nostro paese sta vivendo, cercando di portare avanti i frutti del loro meraviglioso lavoro. Non mi sento una femminista, non ostento con superbia la forza femminile, ma sono e mi sento ‘Donna’, con tutta la pienezza di significato che questa singola parola contiene.
Nel mio lavoro quotidianamente incontro donne, le cui fragilità e la cui forza colorano le loro storie di vita; potrei aprire lunghi discorsi sulle donne, sul lavoro olivicolo eccetera, ma oggi voglio parlare di una donna che ritengo il mio idolo, il mio faro nelle notti di tempesta, la coperta con cui scaldarsi, la risata con cui gioire, una donna meravigliosa e grande!
E’ indubbio che per motivi di privacy e di non propaganda non menzionerò il suo nome, anche perché sono sicura che molte si ritroveranno raccontate nella sua vita; per me lei è speciale, lei è mia madre!
E’ lei la così detta ‘frantoiana’ di casa, ma non è nato tutto così semplicemente. L’attività è nata anni fa dal mio bis-nonno paterno, e come da consueta secessione familiare, l’attività è stata tramandata di padre in figlio, quindi nonno paterno e poi mio padre. Ma qui c’è stata la novità. Per motivi di difficoltà di intestazioni familiari dirette, in quanto mio padre all’epoca lavorava già come dipendente, si decise che la cosa migliore era intestare l’attività a nome di mia madre così si risolvevano tutte le bighe burocratiche. Ovviamente, da bravi imprenditori maschili, il cartellone che riportava il nome del vecchio proprietario venne accuratamente ‘attaccato’ al cancello di casa…è importante sempre ribadire chi è il capofamiglia. Ma nel processo di accomodamento di questa attività non si era tenuto conto di una cosa: una donna sa partorire dal nulla una vita, e quella donna ci è riuscita!
L’attività è cresciuta, si è evoluta, sia dal punto di vista tecnico-meccanico del lavoro, che dal punto di vista imprenditoriale e relazionale. L’attività si è aperta al sociale e le persone sono entrate, non solo per molire le proprie olive e produrre l’olio, ma è entrata la cultura, la voglia di conoscere questa meravigliosa realtà attraverso la quale da un frutto che la natura ci offre facciamo nascere un oro liquido di valore incommensurabile. Hanno iniziato le scuole locali dell’infanzia e inferiori, poi si sono unite le scuole dei comuni limitrofi, le scuole di grado superiore, le scuole dei progetti internazionali, i gruppi di turisti, le università, le scuole di cucina ecc.
Ho visto crescere una piccola attività fino a diventare un ‘impero’, non in termini di ricchezza monetaria, impero in termini relazionali, affettivi, familiari.
Ho visto una donna cadere nei momenti di fragilità, soffrire, piangere nel leccarsi ferite che a volte facevano molto male, e rialzarsi a testa alta, tutte le volte, sorridere a noi figlie e incitarci a non mollare, a credere in quello che siamo e ad andare avanti, sempre, affrontando la vita con la mente e con il cuore. Questo è il ‘mito’ che porto con me e che sto raccontando alle mie di figlie.
Cosa ci azzecca questo con Pandolea???…tutto!
Abbiamo ancora molta strada da fare, questo è solo l’inizio di un lungo e grande cammino aperto da questo coraggioso gruppo di donne che si stanno meravigliosamente battendo in ciò che credono, quotidianamente e incessantemente, non risparmiandosi a nessuno sforzo, ma con una eleganza disarmante. Eh sì, perché è proprio questo che le fa vincenti, il loro animo, la fiamma che brucia dentro il loro petto ogni giorno. Non mi resta che dire che è un orgoglio per me poter farne parte e soprattutto, sicuramente, dal punto di vista umano sto traendo maggiormente io da questo rapporto.
Non me vogliate ma con amore mi sento di dire…grazie mamma!
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