Emozioni di gusto

Un extra vergine per l'estate senza perdere i gusti dell'autunno

Non è stata un'annata memorabile il 2013 e allora è tempo di selezionare le bottiglie che abbiamo collezionato in casa, con un misto di malinconia e curiosità. Talvolta trovi la sorpresa dove non t’aspetti: in Umbria

25 luglio 2014 | Piero Palanti

È arrivato il caldo, ci si accinge a partire per le vacanze e io, come un orologio svizzero, ogni anno passo in rassegna la mia piccola oleoteca.

Per me è un periodo particolare, tra la curiosità e la malinconia; gli oli con il caldo perdono la loro bellezza, è l’inevitabile accelerazione della loro naturale decadenza e quindi ogni assaggio mi riserva sorprese, non come quelle di gennaio/febbraio con molte gioie, nuovi colori e sapori, adesso è tutto più maturo, più realistico, la certezza dell’inevitabile fine.

Spesso in questo momento capisci quanto sono bravi alcuni produttori e quanto siano complessi i loro oli per mantenersi anche contro il tempo e il caldo, esattamente come dovremmo fare noi usando extravergini di qualità.

Malinconico o no, capisci che quell’olio che usavi sempre con un pezzettino di pane per tamponare il languorino mentre prepari la cena, non è più come una volta, gli abbinamenti iniziano a vacillare. Le bottiglie a disposizione sul tavolo in cucina iniziano a diminuire (con felicità immensa di mia moglie!) e quindi inizi a assaggiare tutto quello che hai per non “perdere” niente e trovi la sorpresa dove non t’aspetti, ma non perché quell’olio inizialmente avesse dei difetti , ma era il risultato di un anno climaticamente difficile per tutti, la raccolta era stata subito dopo la pioggia, e sul momento non mi aveva emozionato completamente.

Immaginate lo “strippaggio” alle 6 del mattino,abbastanza fresco, mandorloso, erbe aromatiche,un po’ balsamico, una vera sorpresa questa Dop Umbria! E in quel momento ho rivissuto piacevolmente l’incontro con la produttrice e direttore commerciale.

Lei è Irene Guidobaldi della Società Agricola Trevi Il frantoio in Umbria: è vera e sincera, quando parla di olio extravergine ti coinvolge e si infervora, contesta (giustamente) quella immagine bucolica che troppo spesso i media, per interesse o per ignoranza, trasmettono sul mondo dell’olio extravergine.

Il frantoio Trevi è un mondo a sé, fatto per coinvolgerti, sembra una cittadella dove puoi vivere l’incanto dell’olio extravergine. La famiglia di Irene produce oli da generazioni, ha un frantoio che mi ha colpito per pulizia, bellezza, imprenditorialità: ha secondo me, l’atteggiamento è giusto.

Si possono trovare tutti gli attrezzi della tradizione olearia (molti di famiglia) ma si produce olio in maniera moderna, con macchinari attuali, e alla mia sorpresa nel trovare una grande bottiglia trasparente con il primo olio che viene prodotto ogni anno, la risposta è stata ancora più sorprendente:

Piero è il primo olio di ogni anno, il risultato di sforzi e sudore, lo voglio vedere verde, bello in questa bella bottiglia che trasmette tutto quello che amo, poi, la metto in un bell’astuccio di cartone che protegge l’olio dalla luce e dalla finestrella si può vedere la data di scadenza, rispetto la legislazione e l’olio, così lo voglio. Qualcuno potrebbe confutare ….. ma è il mio pensiero!

Per tutta la mattinata ho portato con me il ricordo di quei sapori ma a pranzo …….. carpaccio vegetale di cavolo rapa, ravanelli e broccoli, il tutto crudo, tagliato finemente con un coltello di ceramica per non ossidare la verdura, rifinito con tre riccioli di acciughe per aumentare la sapidità del piatto e il tutto coronato da un bel giro di Dop Umbria Olio Trevi.

Grazie Irene lo metterò tra gli altri nella valigia delle mie vacanze.

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