Emozioni di gusto
Un goccio di femminilità e tanta passione per una regina: la Nocellara Messinese
Ognuno dei sei monocultivar di Alessandra Paolini è una scoperta. Ognuno la rispecchia, rappresentano un lato di lei e del suo territorio. L'ultima arrivata? “Una scommessa azzardata” ma vinta
06 marzo 2014 | Piero Palanti
Non posso che iniziare con le parole della produttrice la descrizione di questo olio extravergine, credo sia emblematica la sintesi del suo pensiero e perciò mi perdonerà se rendo pubblica parte delle nostre conversazioni:
“valorizzare al massimo le risorse della propria azienda, esaltare la vocazione del proprio territorio. Ho sempre preferito gli scopi ai padroni: quando la mattina ti alzi e inizi a scommettere con la pioggia e la siccità, la calura e il gelo, le primavere anticipate e gli inverni posticipati, quando scommetti su un mercato per il quale sei l’ultimo anello, che ben può spaccarsi, con una società che si riempie di moda del food e fluttua da una tendenza a un’altra, ben poco sapendo della sostanza, bene se ancora fai quel lavoro, è perché hai uno scopo.”
Spesso allaccio rapporti di conoscenza con i produttori con lunghe telefonate, e-mail o conversazioni sul mondo delle olive con risultati sorprendenti, lo scambio di informazioni ed esperienze è fondamentale, il periodo della frangitura è il più bello, quando sai che i tempi sono stretti ma trovano il tempo per una telefonata, per mandarti un campione e discutere su sentori o scelte nuove per quella stagione. Negli anni alcune di queste conoscenze sono diventate amicizie o collaborazioni ma, mai, compromessi; apprezzano la mia sincerità, un assaggio deve essere sincero altrimenti non ha senso.
Io non vendo i loro oli ma se sono buoni sono il primo ad esaltarli.
La Società Agricola Doria (Calabria) di Alessandra Paolini ha tante etichette, sono oli diversi, distinti e appassionati, ognuno la rispecchia, rappresentano un lato di lei e del suo territorio; per me assaggiarli è sempre una emozione, gratificano le mie scelte e le mie perplessità per questo nostro mondo olivicolo, spesso millantato e maltrattato ma che amo.
Vorrei descriverli tutti, ma quest’anno la regina è lei: Al naso erbaceo, pomodoro verde, sedano, è un olio di fruttato medio, in bocca un pomodoro piacevole e un piccante non invadente ma persistente che ricorda la rucola. Ben trovata Nocellara Messinese. Da quest’anno Alessandra Paolini ha sei etichette.
Immaginate una insalata tiepida di ceci, patate a cubetti e anelli di calamari grigliati, colorata da un pizzico di prezzemolo tritato e “coronata” da un giro di Nocellara Messinese a perfezionare i sapori. Come non volerla assaggiare?
Finirò come ho iniziato, convinto che le parole dei seri produttori italiani siano la risposta migliore a qualsiasi polemica, disaccordo o attacchi esterni al mondo dell’olio extravergine italiano:
“Poteva essere una scommessa azzardata: dopo cinque etichette di olio extravergine, introdurne un’altra; poteva sembrare assurdo abbandonare un mercato aperto come quello delle olive da mensa e intraprenderne uno sconosciuto da sondare ed educare a un nuovo olio. Considerai il tutto ma perseguii il mio scopo.
La Nocellara Messinese doveva essere valorizzata anche lei, al di fuori dei baratti del mercato, doveva diventare una monocultivar e doveva esprimere un’eccellenza. E’ un’oliva a duplice attitudine, ma ciò non mi dissuade, anzi mi invoglia: amo gli oli derivanti da olive a duplice attitudine e la mia azienda ne esprime parecchi. Era rimasta lei, quel tassello da sistemare, quello scoglio da superare, quella sfida da cogliere.
Ad agosto fa molto caldo in Calabria, e lungo il viale che costeggia il campo della Nocellara Messinese, sollevavo polvere sotto la suola pesante delle scarpe, un amico al telefono mi faceva porre mente su cosa stavo intraprendendo, io oramai ero oltre, ricordavo il profilo abbozzato nella Nocellara Messinese e volevo solo renderlo completo, dovevo solo lavorare perché emergesse al meglio: l’etichetta era già pronta, sarebbe stata gialla, perché la messinese è gialla!”
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