Emozioni di gusto
Una chiave di lettura per ogni gusto. L'extra vergine incontra il cibo
La linea dei monocultivar proposti dalla Società agricola Doria si avvale di una originale formula inventiva. L'eccellenza e le peculiarità degli oli di Calabria hanno fatto centro
18 febbraio 2012 | Luigi Caricato
A volte basta poco. Ma quel poco non tutti riescono a raggiungerlo. Ritengo perciò lodevole l'iniziativa di Alessandra Paolini volta a promuovere i propri oli della linea monocultivar. La confezione di per sé individua già il target di riferimento, e in qualche modo indirizza anche il consumatore verso una inequivocabile percezione della qualità. Non c'è solo l'olio buono, anche la veste esterna ha una sua importanza.
E' stata pertanto proprio una bella idea la scelta di lanciare i monocultivar calabresi ricorrendo a mezzi semplici, economici ma ben più efficaci di tanti altri che prevedono enormi investimenti. Se poi vi aggiungi tanta passione, i risultati verranno, state pur certi.
Ecco dunque l'immagine bella della Calabria, così bella che ho pensato bene di proporre qui nella rubrica riservata alla recensione della settimana gli oli della linea monocultivar della Società agricola Doria.
Parto dalle immagini di lancio del prodotto attraverso la via dei social forum. Buona visione, dunque.
CI PIACE CRESCERE
UNA CHIAVE PER OGNI GUSTO
NON PER COPRIRE, MA PER ESALTARE
TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE
Si potrenbbe andare oltre, ma mi fermo qui. Ora resta l'olio. Ho scelto il monovarietale Grossa di Cassano > Giallo dai riflessi verdolini, è limpido alla vista. Al naso si apre con sensazioni fruttate intense, pulito e fresco, dalle chiare connotazioni erbacee, con richiami al pomodoro e alla mela. Al palato è morbido e armonico, di buona fluidità e sapido, con note amare e piccanti in equilibrio e gusto vegetale che rimanda al carciofo. In chiusura, nella percezione retro-olfattiva le erbe di campo e una lieve punta piccante.

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alessandra paolini
18 febbraio 2012 ore 12:08Grazie grazie grazie direttore! Oggi i miei ulivi sono felici, le loro fronde stagliano antiche danze spensierate contro il profilo del Pollino e quest’oggi il monte viola è un padre buono. Non temono di trovarsi qui, incapaci per amore di andare altrove. Tanto invaghiti da questa terra da preferire maledirla piuttosto che lasciarla. Oggi sanno che, nonostante tutto, ce la faranno. A volte sono io che li consolo bisbigliando coraggio fra i campi quando mi vogliono abbandonare, lasciarsi andare così all’inerzia, all’oblio, alla rassegnazione piaga del nostro genoma, a volte, poi, accade il contrario e mentre li attraverso con lo sguardo che li supera e si incentra sulla mia paura, sui miei dubbi, sui miei tentennamenti, quando a chi mi sta accanto è difficile avere certezze da trasmettere, quando l’entusiasmo e la fede non vincono le perplessità e il disinganno di chi lavora con me, gli ulivi pietosi mi mostrano il loro volto indifeso e questo basta per farmi ritrovare il coraggio e la voglia di volerli salvare.
Ma che accada l’una o l’altra cosa, siamo pur soli direttore, e questa solitudine diventa la nostra lucidità e la nostra follia, la nostra stanchezza e la nostra forza, la nostra paura e la nostra sfida e ci avvinghia il terrore che soli resteremo, Don Chisciotte e il fedele Sancio, a due passi dai nostri mari, dai nostri monti, dal nostro baratro.
Ecco perché oggi siamo felici! Noi che costruiamo la nostra resistenza nelle visioni notturne, quando dal buio ci si difende solo illuminandolo, noi oggi siamo felici che la fioca luce della nostra candela ha tracciato un sentiero, semplice, appassionato, forse ingenuo più che ingegnoso, ma che questo sentiero per lei, che molto stimo, è una via che ci porterà dove vogliamo arrivare per guadagnarci il premio di non essere più soli.