Massime e memorie

Le contadine sveve e la pipì fatta in pubblico

Urinare, defecare e far peti. Tra disinvoltura e vergogna, fin dove lasciarsi andare è sfogo della natura e fin dove trattenersi è civiltà?

03 luglio 2010 | T N

Urinare

"Se le contadine sveve del secolo scorso urinavano pubblicamente, ci aspetteremo senz'altro una simile consuetudine nei "popoli primitivi", cioè in individui che ... avrebbero iniziato soltanto da poco tempo ciò che da noi è già accaduto circa mezzo millennio fa, cioè civilizzarsi.
Naturalmente tali aspettative vengono smentite dalla realtà. I Lele, per esempio, individuano una delle differenze tra uomini e animali nel fatto che questi ultimi urinano pubblicamente perché non hanno alcun pudore ...".

(...)

Defecare

Gli africani "considerano la defecazione come qualcosa di veramente animale e spregevole e, poiché vogliono essere superiori alle donne, danno loro ad intendere che all'iniziando il sedere viene tappato per sempre e che da allora in poi un uomo non espelle più feci. Perciò gli uomini sotterrano sempre le loro feci o le avvolgono nei vestiti e le portano in un luogo sicuro".

(...)


Far peti

"Agli inizi del XVI secolo in Jean Sulpice è scritto: Per quanto la natura ti spinga a fare peti, devi sforzarti molto per tenere ben chiuse tutte le fessure e non lasciarti sfuggire odori disgustosi. Se un po' più tardi un 'testo educativo per bambini' zurighese consigliava: Trattenere un peto non è salutare al tempo stesso e se, in base all'ordinamento dei tiratori di Solothurn del 1515, chi avesse fatto un peto dalla base di tiro, doveva pagare uno scellino di multa, più o meno nello stesso periodo Erasmo da Rotterdam pensa che il bambino, per motivi di salute, non deve trattenere il vento della pancia stringendo il sedere. Se il vento preme troppo, lo deve invece far uscire, ma secondo il vecchio proverbio / camuffarlo tossendo, come pure le donne che soffrono di flatulenza, alle quali si consigliava di portare sempre con sé un cagnolino al quale attribuire i loro peti quando gli altri se ne accorgevano con l'udito o con l'olfatto".


Hans Peter Duerr



Testo tratto da: Hans Peter Duerr, Nudità e vergogna. Il mito del processo di civilizzazione, Marsilio 1991

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